Calenda e l'odio per il popolo

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Calenda e l'odio per il popolo


di Paolo Desogus*

Calenda odia il popolo e se potesse farebbe di tutto per cancellarlo. Il popolo, la gente comune, portatrice di istanze, bisogni, sentimenti e rabbia, non è contemplato. L'unico modo in cui è accettabile è solo nei modi e nelle forme in cui il suo portato è neutralizzato o nelle volgarizzazioni inconcludenti delle destre o nel classismo del Pd e dei partiti moderati.

Il M5S che Calenda vorrebbe cancellare è invece l'espressione di un punto di vista politico che getta disordine nel mondo di Calenda, dove appunto il popolo ha diritto di esistere solo se muto, solo se addomesticato. E dico questo anche pensando ai difetti di questo partito, al suo essere talvolta irragionevole e persino autolesionista.

Non ho mai votato per questo partito. Non l'ho fatto per tante ragioni, in parte per nostalgia per quello che da tempo non c'è o forse anche per conformismo, quello tipico degli intellettuali che nelle proprie congreghe devono darsi il contegno degli irriducibili ancora capaci di illusioni, quelle tipiche dei "marxisti" che pretendono che la storia gli apparecchi la società nel modo a loro più congeniale...

Faccio queste considerazioni su di me, per dire che "il disordine" dei 5 stelle, spesso manifestatosi anche come rifiuto della mediazione, è un dato che caratterizza l'identità di questo partito in un modo disturbante. È infatti il suo peggior difetto, ma è anche il suo pregio, perché in questo disordine c'è anche l'antagonismo, c'è anche la rabbia contro un establishment senza reali oppositori. Si tratta di qualcosa di rozzo? Di populistico? D'accordo, ma non c’è in Italia nessun'altra formazione politica di peso in grado di esprimerlo.

Per questo è il bersaglio di Calenda e insieme a lui di quasi tutta la stampa e dell'intero establishment italiano.


*Post Facebook del 30 marzo 2025

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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