I cardini della politica estera del Cremlino secondo Lavrov

In un'intervista per un documentario il ministro degli esteri russo denuncia le “imposizioni” occidentali e sottolinea la necessità di autosufficienza nei settori strategici, indicando in SCO e BRICS alleati non contagiati dalla “malattia” dell’egemonia

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I cardini della politica estera del Cremlino secondo Lavrov

 

La Russia è pronta a cooperare “a braccia aperte” con tutti i paesi disposti a costruire relazioni sui principi di uguaglianza e rispetto reciproco, rifiutando qualsiasi forma di imposizione. Lo ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri russo, Sergey Lavrov.

In un’intervista rilasciata per un documentario dedicato all’ottantesimo compleanno del regista e Premio Oscar russo Nikita Mikhalkov, Lavrov ha delineato i cardini della politica estera del Cremlino. “Siamo pronti a collaborare a braccia aperte con chiunque sia disposto a farlo sulla base dell'uguaglianza, del rispetto reciproco e non attraverso imposizioni”, ha affermato il Capo della Diplomazia.

Lavrov ha quindi criticato le condizioni poste dall'Occidente, definendole umilianti: “È umiliante quando loro [l'Occidente] ci dicono: ‘Va bene, vi invitiamo qui’, ‘potete issare la bandiera qui, ma non ci sarà nessun inno per voi qui’”. Tuttavia, il Ministro ha espresso comprensione per gli atleti russi che, nonostante tutto, partecipano alle competizioni internazionali e continuano a vincere, agendo con dignità. “Non è colpa loro”, ha aggiunto.

Il Ministro ha poi sottolineato una priorità strategica per Mosca: “Nei settori cruciali per la sopravvivenza del Paese – come sicurezza, tecnologia e alimentazione – è necessario essere autosufficienti o cercare partner che non siano contagiati dalla ‘malattia’ occidentale”. Lavrov ha definito tale patologia come la tendenza a “vivere costantemente a spese degli altri e costringere tutti a obbedire”.

A tal fine, il diplomatico ha indicato come esempi di collaborazione virtuosa le organizzazioni internazionali che riuniscono paesi emergenti, citando in particolare l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e il BRICS, dove, a suo dire, esistono partner non influenzati da questa dinamica.

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