Lavrov: "Senza la regola del consenso, l'OSCE perderà la sua ragione d'essere"
In un articolo pubblicato oggi sulla Rossiyskaya Gazeta, in occasione dell’apertura del Consiglio ministeriale dell’OSCE a Vienna, il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha lanciato un severo monito sull’avvenire dell’organizzazione paneuropea. Secondo il capo della diplomazia russa, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa rischierebbe di trasformarsi in un ente privo di significato qualora l’Occidente procedesse ad abolire la regola del consenso, principio cardine del suo funzionamento.
"L'attacco alla regola del consenso - il principio chiave dell'OSCE che garantisce i diritti di tutti gli Stati partecipanti - è in corso da anni", ha affermato Lavrov, senza risparmiare critiche neppure alla Presidenza di turno finlandese, accusata di essersi "distinta in questo sforzo sconveniente". "Coloro che minano il consenso dovrebbero capire che senza di esso l'OSCE perderà la sua ragion d'essere", ha aggiunto, sottolineando l’irrinunciabilità di un meccanismo decisionale che richiede l’unanimità.
Il ministro ha ricordato come già lo scorso settembre, durante un incontro con l’allora Segretario Generale ad interim Feridun Sinirlioglu, avesse discusso le prospettive di risoluzione della crisi che attanaglia l’organizzazione, basandosi proprio su tale regola fondamentale. In quella occasione, le due parti avevano esaminato “l'attuale situazione dell'organizzazione, in profonda crisi a causa dei tentativi di alcuni paesi di subordinare il suo lavoro esclusivamente al complotto ucraino e all'agenda russofoba”.
L’intervento di Lavrov getta una luce cruda sulle profonde fratture che dividono i 57 Stati partecipanti dell’OSCE, minando la sua capacità di essere un foro efficace per il dialogo e la sicurezza collettiva. La riunione ministeriale di Vienna si apre dunque all’insegna di una fondamentale disputa di principio sul futuro dell’organizzazione stessa.

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