Prof. Giulio Tarro all'AntiDiplomatico su Mondragone e OMS: "Così la Scienza perde ogni credibilità"
di Francesco Santoianni
Mondragone: caccia agli untori, in questo caso lavoratori bulgari chiamati in Italia per la raccolta della frutta. Una storia cominciata non per qualche caso di COVID ma a seguito di un tampone rivelatosi positivo effettuato su una donna bulgara recatasi a partorire nel vicino ospedale di Sessa Aurunca. Viene così ordinata l’effettuazione di 582 tamponi (25 risultano positivi) nella comunità bulgara alloggiata in quattro edifici (della cosiddetta area Cirio) che vengono dichiarati “Zona Rossa” con confinamento in casa. Qualcuno, comprensibilmente, scappa dagli edifici (dove si alloggia fino a sei persone per stanza) e questo scatena una xenofoba rivolta tra gli italiani di Mondragone resi ipocondriaci da due mesi di lockdown. A peggiorare le cose, l’arrivo dell’Esercito (chiamato su sollecitazione del Governatore de Luca, che, certamente, consoliderà così il suo trionfo alle prossime elezioni regionali) e l’imminente comizio a Mondragone di Matteo Salvini.
Sugli aspetti sanitari di questa surreale gestione “dell’emergenza” abbiano intervistato il prof. Giulio Tarro (le nostre precedenti interviste qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui) che ha appena pubblicato il libro “Covid il virus della paura”.
«Il caso Mondragone nasce sostanzialmente dalla pretesa di trascinare in isolamento qualche infettato che, se restasse in libertà, farebbe ripartire il contagio. Una follia nata dalla scelta del Governo che per convincere la popolazione a restarsene a casa, ha considerato come “contagiati” solo coloro risultati positivi ai pochi tamponi che venivano somministrati qua e là dalle Regioni e non già le decine di milioni di Italiani certamente già infettati, ma asintomatici, che venivano evidenziati da serie indagini epidemiologiche e inoppugnabili ricerche. In Campania, poi, dove di tamponi ne venivano fatti pochissimi, da marzo a oggi, sono stati conteggiati come infettati soltanto 4.662 persone».
«Però, di tamponi, oggi in Campania, se ne stanno facendo molti e risultano, quasi tutti, negativi».
«Ma questi tamponi non rivelando tracce del virus, attestano la “guarigione” da una infezione, come già detto, asintomatica per la stragrande maggioranza dei casi. Per averne la controprova basterebbe effettuare test sierologici. Intendo una seria Indagine Sierologica Nazionale, non come quella in corso che non vuole fare nessuno perché se si trovano gli anticorpi si va in quarantena in quanto ufficialmente “positivi”.»
Comunque, per l’OMS anche i “guariti da COVID” potrebbero trasmettere l’infezione.
«Queste tarantelle dell’OMS, che un giorno dice una cosa e il giorno dopo l’esatto contrario, rischiano di far perdere ogni credibilità alla Scienza, Basti pensare alla contagiosità degli asintomatici che era stata, praticamente, esclusa da Maria Van Kerkhove , capo del team tecnico anti-Covid-19 dell'OMS. Due giorni dopo, rettifica dell’OMS che parlava di un “fraintendimento delle dichiarazioni della Van Kerkhove”. Qualche giorno dopo, nuovo annuncio dell’OMS: niente doppio tampone negativo per attestare la guarigione poiché bastano tre giorni senza sintomi per liberare i pazienti dall’isolamento. Ma, allora, questi asintomatici positivi al tampone sono o non sono capaci di contagiare? E se no, come appare evidente dal (per ora) ultimo annuncio dell’OMS, perché mai metterli in isolamento come si è fatto a Mondragone?»