Radio Gaza. La risposta della redazione de l'AntiDiplomatico ad un "appello" pubblico
Ci hanno segnalato un bizzarro appello pubblicato su “Sinistrainrete” a firma di Fulvio Grimaldi che “invita” la redazione de l’AntiDiplomatico a ripensare la programmazione e diffusione del programma “Radio Gaza”.
Radio Gaza è un programma di Michelangelo Severgnini e Rabi Bouallegue trasmesso ogni giovedì sul nostro canale YouTube. Canale che subisce lo shadowbanning della multinazionale statunitense e purtroppo non è ancora stato visto dalla quantità di persone che meriterebbe.
L’”invito” a ripensare è molto simile ad una pressione alla chiusura e rimaniamo davvero molto sorpresi perché abbiamo pubblicato proprio questa settimana nel blog di colui che “sinistrainrete” considera l’autore un articolo estremamente critico contro di noi, dimostrando la nostra totale apertura al confronto e al dibattito.
Articolo sul quale a questo punto puntualizziamo quattro passaggi chiave.
“Trasmissioni radio in cui si succedono tre o quattro voci anonime.”
11 voci si sono espresse in 5 puntate di Radio Gaza e 27 negli episodi del film in progress già pubblicati, tra cui ragazzi, bambini, anziani, madri e vedove. Le categorie che la legge italiana consente di trasmettere.
“Per questi versamenti, per i quali esistono da decenni fonti collaudate e fidate, accreditate dai palestinesi, tipo l’Onlus La Gazzella, si indicano entità e percorsi assolutamente inediti e della cui trasparenza ed efficienza ci si chiede di fidarci.”
Sono stati pubblicati a più riprese video e foto della distribuzione di cibo, acqua e aiuti in genere in 3 mesi di campagna, nonché gli screenshot degli estratti conto e molte delle transazioni a beneficio di account a Gaza. Le quasi 200 transazioni effettuate a beneficio del territorio di Gaza sono tutte conservate e a disposizione.
Da questo approccio è escluso qualsiasi riferimento alla resistenza palestinese.
Ad ogni occasione le voci di Radio Gaza hanno sostenuto la Resistenza armata e sono state testimoni e protagonisti di una Resistenza civile non meno cruciale.
Con tutta la partecipazione all’immensa sofferenza inflitta al popolo di Gaza, è stata centrale l’insistenza sul carattere in prima linea politico dello scontro tra colonizzatori e colonizzati, a dispetto dell’approccio umanitario e assistenziale di Radio Gaza, come quello dei tanti generosi compassionanti che caratterizzano il nostro ambiente partitico e mediatico.
Nel diffondere le voci dei palestinesi di Gaza e i loro pensieri scabrosi, Radio Gaza fa un lavoro politico. Nel raccontare le dinamiche della vita quotidiana sul campo attraverso la voce dei palestinesi a Gaza, Radio Gaza fa un lavoro politico. Nel dar voce alle critiche dei palestinesi a Gaza nei confronti di certe iniziative occidentali, Radio Gaza fa un lavoro politico.
Parallelamente a questo, Radio Gaza e la campagna “Apocalisse Gaza” riescono a sfamare, con l’aiuto di oltre mille sostenitori, decine e decine di palestinesi a Gaza che per qualcuno che campa di teoria dovrebbero piuttosto morire di fame in silenzio. Dunque, anche raccogliere soldi per i fratelli e le sorelle palestinesi è un lavoro politico.
Radio Gaza, al contrario di quanto detto dagli autori di questo “appello” non ha mai preso posizione contro i portuali di Genova. Non sarebbe stato pubblicato su l’AntiDiplomatico un passaggio di questo tipo e quindi invitiamo gli stessi ad eliminare questa diffamazione dall’appello.
Radio Gaza nasce dall’idea di una raccolta fondi diretta per la popolazione di Gaza che oggi compie i suoi primi 100 giorni con risultati stupefacenti. E’ triste, veramente triste, che si voglia mettere in confronto tutto questo con l’operato di “Gazzella onlus”, gli eroi dei nostri tempi, con i quali l’AntiDiplomatico è impegnato in prima linea da quando molti avevano ancora molti se e molti ma sulla questione.
L’AntiDiplomatico non si è mai nascosto dal confronto, è in prima linea a difesa del legittimo diritto di resistenza nelle forme che il popolo palestinese ha scelto e non cerca visibilità e autocelebrazioni. Se gli autori dell’appello vogliano andare oltre e mettere in discussione la trasmissione e la raccolta fondi, oppure sostenere che le persone intervistate non provengano da Gaza mostrino le prove della grave diffamazione.
Siamo molto orgogliosi del nostro lavoro e, come sempre fatto, lo abbiamo tutelato, lo tuteliamo e lo tuteleremo dinanzi a qualunque allusione o diffamazione. Se invece il tono vuole essere quello del confronto, anche duro, le pagine de l’AntiDiplomatico sono sempre aperte. Non ci siamo mai tirati indietro.
la Redazione de l'AntiDiplomatico
Di seguito il testo dell’appello che “sinistra in rete” ha reso pubblico senza prima avvisarci e che vi proponiamo con le firme raccolte fino adesso.
Da sinistra in rete
Tutti con la Sumud Flottilla, contro i cacasenno e i provocatori
di Fulvio Grimaldi
Testo dell’appello sulla questione del podcast Radio Gaza de L’Antidiplomatico indirizzata alla direzione della testata.
Una, cento, mille flottiglie
Mentre in tutto il mondo si mobilitano milioni di persone per sostenere la Sumud Flottilla e da Gaza le voci di giornalisti, militanti della Resistenza, a partire dal FPLP, medici e comuni Gazawi si levano voci a favore di questa straordinaria iniziativa, Radio Gaza, in L’Antidiplomatico, opera un’azione di sabotaggio e delegittimazione dell’impresa.
Ricordando che intorno alla Flottilla , per supportarla si sono mobilitati artisti famosi, intellettuali, attivisti e cittadini sensibili alla causa palestinese,
siamo sconcertati da una posizione pubblicata sulla testata che oltraggia coloro che, a rischio della loro incolumità, consapevolmente affronteranno la marina israeliana e una serie di pericolose ritorsioni.
I combattenti di Gaza dichiarano che l’azione della Sumud Flottilla non solo è un momento di solidarietà con loro, ma è anche una giusta lotta che sostiene e moltiplica la loro.
Vengono addirittura derisi i lavoratori dei porti italiani che, da mesi, operano il boicottaggio della spedizione di armi per Israele, oltre a essersi impegnati nella raccolta e nel carico di beni di soccorso.
Chiediamo una ferma presa di distanza dalle posizioni espresse nel podcast Radio Gaza, che inficiano la credibilità e l’autorevolezza de L’Antidiplomatico, guadagnate in anni di preziosissimo lavoro e che gettano ombre sull’integrità politica dei suoi collaboratori.
Primo gruppo di firme pervenute
Prima firmataria: Sandra Paganini
Nadia Vignaga, soprano
Donatella Cortoni, pensionata
Mauro Murta
Eleonora Musico, commessa
Teresa Dentamaro, architetto
Fulvio Grimaldi, giornalista e documentarista
Francesca Riolo, impiegata
Adelina Bottero
Roberto Scarcia, insegnante e giornalista
Leonhard Schaefer
Maurizio Timitilli
Paola Bortolotti
Marta Coda Luchina
Claudio Patrizi
Domenico D’Amico, speaker Radio Gamma 5
Alessandro Fontanesi
Enrico Chiappini, terapeuta
Marco Tonini, avvocato
Sandra Cusin, pensionata Acea
Serenella Mastrangelo, Caritas Ascoli Piceno
Leonardo Rosi, documentarista
Alessandro De Giuli
Leonardo Mazzei
Daniela Di Marco, Fronte del Dissenso
Daniele Ghezzo
Francesca Iacobucci, impiegata
Roberto Viviani
Stefano Aliberti
Moreno Pasquinelli
Cynthia Salatino, ricercatrice
Silvana Parisotto
Fabio Giannoni, professore universitario
Angela Lano, INFOPAL
Giulio Rivaira
Giovanna Di Domenico, insegnante
Maurizio Ziglio, libero professionista
Lisa Vellutini, insegnante
Maddalena Magagnini, coltivatrice diretta
Enrica Langiano
Silvia Campisano, ricercatrice La Sapienza
Aggiornamento. Riceviamo da Sandra Paganini, prima firmataria dell'appello, questo testo che pubblichiamo. Prendiamo atto che non si tratti di un invito alla chiusura ma una richiesta di discostarsi dalla linea editoriale. Si tratta per noi de l'AntiDiplomatico di una trasmissione alla quale teniamo molto perché in grado di dare voce ad alcuni abitanti di Gaza che resistono. Siamo aperti al dibattito purché non sia basato su allusioni e informazioni false, come il riferimento ai portuali di Genova. Per quel che riguarda l'attribuzione a Fulvio Grimaldi, stimato giornalista da tutta la redazione che su l'AntiDiplomatico ha un suo blog dove può esprimere liberamente, è semplicemente come veniva presentato da "sinistrainrete" che lo ha reso pubblico. Prendiamo atto anche di questa precisazione e pubblichiamo il testo di seguito.
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di Sandra Paganini
Rispondo al comunicato della redazione de L’Antidiplomatico come prima firmataria dell’appello Una, cento, mille flottilla e come colei che lo ha redatto.
Fulvio Grimaldi, illustre firma della piattaforma, l’ha solo sottoscritto come una settantina di lettori de L’Antidiplomatico e questo attribuirgli la stesura e l’organizzazione della raccolta firme è un atteggiamento molto discutibile, sia perché è, forse volutamente, errato, sia perché non si concepisce che una donna possa agire politicamente in modo autonomo e indipendente dalle idee e dalla pratica politica del marito e questo, se premettete, è inaccettabile.
Comunque mi risulta sorprendente che si accusi l’appello di invito alla censura. Nessuno di noi si è mai sognato di chiedere alla redazione la cancellazione di alcunché. Si è chiesto solo alla stessa di prendere le distanze da una serie di argomentazioni espresse in Radio Gaga che non sembrano assolutamente in sintonia con la ideologia espressa dalla redazione stessa, evidenziando il pericolo di una discrasia tra la piattaforma e il sentire della maggioranza degli italiani, proprio nel momento in cui, attraverso la flottilla e gli scioperi generali, innescati proprio dai portuali, sta nascendo un nuovo movimento di massa.
Nel comunicato si fa cenno a parole mai espresse nell’Appello e a concetti che non sono attribuibili a quest’ultimo.
“ L’invito a ripensare e creare pressione per la chiusura di Radio Gaza “
non è mai stato espresso; si chiedeva soltanto alla redazione di far precedere la trasmissione del podcast con la dichiarazione che esso non rappresenta la linea editoriale de L’Antidiplomatico e che è il frutto di una collaborazione autonoma.
Tutto qui.
Le affermazioni contenute nel documento nel quale la redazione stessa incolpa i firmatari dell’appello dimostrano chiaramente come le opinioni espresse dalla piattaforma siano totalmente incompatibili con quelle che sono presenti nel podcast.
Mi meraviglio che la contraddizione con quello che scrivete e con la linea editoriale che portate avanti e di cui fate menzione citando le vostre prese di posizione a sostegno della Sumud e della lotta dei portuali, non vi sia più che chiara e lampante. E’ di certo molto chiara ai firmatari dell’appello, che sono rimasti molto sorpresi dell’ ambiguità su questi temi di Radio Gaza, e che, dati i tempi finalmente gloriosi che stiamo vivendo, non fa gioco alla causa che coinvolge tutti noi, e non tiene conto della enorme credibilità che L’Antidiplomatico si è guadagnata in questi anni. La piattaforma è sempre stata punto di riferimento di un’avanguardia che, grazie a quello che sta succedendo in Italia e nel mondo, si sta evolvendo in qualcosa di più vasto e più universale.
Spero quindi che questo nostro appello venga accolto per quello che è e cioè un modestissimo contributo a fare chiarezza in una piattaforma che è stata ed è assolutamente necessaria per tutti quelli che vogliono una informazione alternativa e di lotta.

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