Dazi, Ucraina e USAID: il mondo non sarà più come prima

2097
Dazi, Ucraina e USAID: il mondo non sarà più come prima

 
 
Hanno destato scalpore le sparate di Trump sull’imposizione di dazi elevati a Messico e Canada (in parte rientrate), di dazi (ovvi e scontati) nei confronti della Cina, e soprattutto le minacce di dazi nei confronti dei paesi alleati dell’Unione Europea. Le minacce sono state accompagnate dalla dichiarazione provocatoria che talvolta nel commercio gli “amici” sono peggio dei nemici.
 
Trump accusa gli Europei di non comprare abbastanza prodotti statunitensi, non accontentandosi del fatto che le importazioni del costoso gas liquefatto USA sono molto aumentate negli ultimi anni dopo il sabotaggio e la chiusura forzata dei gasdotti che facevano affluire gas a buon mercato dalla Russia.
 
Contemporaneamente l’amministrazione Trump ha aperto una serie di canali per trattative dirette con la Russia nella prospettiva di por fine alla guerra in Ucraina, e persino per una riduzione reciproca di armamenti. Questo ha fatto precipitare nella costernazione i politici europei, che hanno dovuto constatare di non contare nulla. La Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ed il nostro Ministro degli Esteri Tajani hanno pateticamente richiesto di poter partecipare. Lo stesso ha fatto il povero Zelenski che – da bravo ex attore comico di terza categoria - rischia di non poter più recitare la parte dell’eroe con le sue ridicole magliette militari. Vedremo che gli sarà assegnato uno strapuntino come osservatore.
 
Particolarmente esagitate sono un gruppo di donne guerrafondaie prese da isteria bellica antirussa: dalla “verde” Annalena Baerbock, Ministra degli Esteri tedesca (ancora per poco), alla Ministra degli Esteri della UE, l’estone Kaja Kallas, che si fa fotografare issata su carri-armati. Anche le nostre esponenti del PD, la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, e la sua collega deputata Lia Quartapelle si strappano i capelli. Chi dice che le donne sono più pacifiste? Una cosa giusta l’ha detta Giuseppe Conte, che pure era stato spesso ambiguo in passato: “se si è arrivati allo stesso punto raggiungibile con una trattativa, sempre rifiutata, già anni fa, non sarebbe stato meglio trattare prima?”
 
A molti poi è sfuggita l’importanza della minacciata chiusura dell’USAID (United States Aid) da parte di Trump. Questa organizzazione (che nel 2023 aveva già un budget di 73 miliardi di dollari, oggi ulteriormente aumentato) serviva a foraggiare testate giornalistiche e TV (anche pubbliche come la BBC), singoli giornalisti e Organizzazioni Non Governative (ONG) in molti paesi. Queste azioni servivano ad orientare questi paesi in senso favorevole agli USA ed eventualmente creare disordini per destabilizzare i paesi troppo indipendenti con “rivoluzioni colorate”. Jugoslavia, Georgia, Ucraina, Armenia, Libia, Siria, Egitto, Venezuela, ecc, ne sanno qualcosa.
 
Dai tre argomenti trattati in precedenza si può dedurre quale sia la strategia di Trump (almeno sulla carta e al netto di sempre possibili colpi di testa imprevedibili). Il neo-Presidente vuole rilanciare la languente produzione USA, da un lato ponendo vincoli e dazi alle economie concorrenti, dall’altro favorendo una nuova stagione di “isolazionismo” ritirandosi dai settori più dispendiosi e affidandoli ad altri (da questo la richiesta agli Europei di alzare il loro budget militare al 5% del PIL).
 
Purtroppo in questa strategia sembra essere tenuto fuori il Medio Oriente, che Trump sembra voler “ridisegnare” con la forza, in stretta alleanza con il suo sodale Netanyahu. I Palestinesi dovrebbero essere i principali sacrificati, visto che possono contare solo sull’appoggio di Hezbollah, degli Yemeniti di Ansar Allah e in parte dell’Iran (che però è minacciato a sua volta). La Russia, impegnata su altri fronti, si è alquanto defilata (vedi anche la vicenda siriana) e la Cina è “lontana”.
 
La Resistenza Palestinese ha dimostrato, però, un’incredibile resilienza (nonostante il genocidio e il tradimento dei collaborazionisti dell’ANP) e un’inesauribile capacità di lotta contro un nemico forte e spietato.
 
Assisteremo agli sviluppi di tutto questo. Intanto si può dire che certamente il mondo è entrato in una nuova fase (alla faccia della “fine della storia” dichiarata da Fukuyama dopo l’implosione dell’URSS). In questa fase i vecchi imperialismi occidentali non riescono più a dettare legge e oscillano tra un’opzione militare e la ricerca di nuove vie e compromessi con le forze emergenti.
 
Roma, 14 febbraio 2025, Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi: ex ricercatore scientifico all’ENEA nel settore energetico, ora in pensione, negli anni ’50 e ’60 aveva militato nella FIGC e nel PCI. Dopo l’uscita dal PCI ha partecipato alle lotte del ’68 essendo uno dei leader della contestazione ed occupazione dell’ENEA. Ha militato poi in Lotta Continua e più recentemente nel PRC da cui si è allontanato per gravi divergenze con la linea di Bertinotti. E’stato tra i fondatori del Comitato No NATO insieme a Giulietto Chiesa e Manlio Dinucci. Attualmente è presidente del gruppo G.A.MA.DI (Gruppo Atei Materialisti Dialettici), membro del gruppo NO WAR e del Comitato con la Palestina nel Cuore. Partecipa al Coordinamento Palestina ed al Coordinamento No NATO

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Il nuovo ordine mondiale di Loretta Napoleoni Il nuovo ordine mondiale

Il nuovo ordine mondiale

Bye bye occidente: Lo SCO vara la sua Banca di Sviluppo di Giuseppe Masala Bye bye occidente: Lo SCO vara la sua Banca di Sviluppo

Bye bye occidente: Lo SCO vara la sua Banca di Sviluppo

I segreti del tè Longjing del Lago Occidentale di Hangzhou   Una finestra aperta I segreti del tè Longjing del Lago Occidentale di Hangzhou

I segreti del tè Longjing del Lago Occidentale di Hangzhou

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo di Francesco Santoianni Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Lo "strano" silenzio sull'incendio nel porto di Amburgo

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Il Saccheggio Coloniale della Cultura Nativa Americana

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente di Francesco Erspamer  Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Care "celebrity" che (ora) vi vergognate di Israele e dell'occidente

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000 di Alessandro Mariani Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

Situazione grave (ma non seria) a quota 8000

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi" di Marinella Mondaini Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

Vladivostok. La risposta di Putin ai "volenterosi"

L'indifferenza mediatica del genocidio palestinese di Giuseppe Giannini L'indifferenza mediatica del genocidio palestinese

L'indifferenza mediatica del genocidio palestinese

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Cina e Russia iniziano a unire il nuovo mondo multipolare di Michele Blanco Cina e Russia iniziano a unire il nuovo mondo multipolare

Cina e Russia iniziano a unire il nuovo mondo multipolare

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti