La complicità di Stati ed imprese occidentali nei crimini sionisti

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La complicità di Stati ed imprese occidentali nei crimini sionisti

 

di Giuseppe Giannini

Lo Stato d'Israele, retto da fanatici integralisti religiosi e forze di estrema destra, responsabile di crimini contro l'umanità concretizzatisi nella pulizia etnica ed il genocidio, sta portando a compimento il progetto iniziale del sionismo razzista. Il fine è la presa di possesso definitiva delle Terre di Abramo. In tutto questo l'attentato di Hamas c'entra davvero poco.

D'altro canto basta andare indietro di pochi anni o risalire alla nascita di Israele e all'esodo forzato per vedere come, nel corso del tempo, il processo di allargamento sui territori occupati, e conseguente segregazione dei palestinesi, sia stato, poco a poco, condotto a termine. L'apartheid e le violenze messe in atto non solo dai governi sionisti, ma anche dai coloni protetti dall'esercito.

E' questo il colonialismo da insediamento. Tutto è avvenuto grazie al silenzio partecipe dell'Occidente, in particolare dell'alleato principe: gli Stati Uniti d' America. Ai tanti esponenti politici, che oggi, con colpevole ritardo, fanno finta di accorgersi del dramma umano, invocando il riconoscimento della Palestina o il rispetto degli accordi di Oslo del '93, è giusto far osservare come quegli accordi già prevedevano una forma di convivenza a discapito dei palestinesi, che avrebbero dovuto rinunciare a gran parte delle loro terre. Tanto che il 60% della Cisgiordania ricca di risorse appartiene ad Israele. Da allora, il processo di sfruttamento è andato avanti, seguito da forme di resistenza (le Intifade) ed attentati kamikaze, ma gli abusi, gli arresti arbitrari e la sproporzione nel numero delle vittime civili non ha scandalizzato i governi occidentali invischiati in partnership militari e commerciali e, politicamente (le elezioni americane) e storicamente (il debito morale tedesco), condizionati dalla presenza dello Stato ebraico. Ed ogni possibile critica o pronuncia giuridica di condanna è stata, puntualmente, tacciata di antisemitismo. Un'altra cosa da ricordare è che nel 2018 è passata la legge in base alla quale Israele è lo Stato-nazione dei soli ebrei.

La messa in pratica del razzismo istituzionalizzato. Pertanto, ciò che avviene da circa due anni non è altro che la riproposizione di un vecchio schema. Con in più l'aggravante del genocidio. Solo che adesso tutto il mondo sa e, a differenza degli esecutivi e dei media asserviti, condanna questa triste pagina della storia. Netanyahu ha avuto la faccia tosta di ripetere le sue menzogne all'ONU dove gran parte dei funzionari per protesta hanno abbandonato l'aula. La premessa è stata, ancora una volta, l'antisemitismo, arrivando ad accusare di questo i governi che riconoscono la Palestina (come affermato da noi da pessimi elementi che si chiamano Molinari e Sechi).  Aggiungendo che gli aiuti umanitari non raggiungono gli sfollati per colpa dell'ONU e di Hamas. Per tale motivo, chi critica le missioni della Flotilla sulla questione aiuti, dovrebbe spiegare per quale ragione, secondo loro, l'esercito israeliano ne consentirebbe la distribuzione, visto che fino ad ora l'ha resa difficile, sparando anche sulla folla. Sull'attacco dei droni, e l'eventuale mancanza di protezione una volta giunte nel mare prossimo alle coste israeliane, c'è da dire che gia adesso gli episodi sono avvenuti in acque internazionali. Il che fa cadere ogni possibile gisutificazione, confermando il fatto che Israele occupa e sconfina in territori non suoi, violando la sovranità di altri Stati (episodi simili invece diventano il casus belli nella questione russo-ucraina). Quindi, chi sa e non interviene per porre fine al genocidio è complice. In primis gli USA e la UE. E, subito dopo, i Paesi che tacciono. Ma, quali sono le aziende coinvolte che hanno rapporti con Israele? Nel settore militare, tutte le aziende fornitrici di armi e strumenti di offesa hanno delle responsabilità evidenti, perchè contribuiscono al genocidio. A parte le aziende israeliane, fra cui la Elbit System, che inserisce il personale nel Ministero della Difesa, tra quelle estere figurano: l'americana Lockheed e l'italiana Leonardo, fornitrici di componenti per la flotta aerea, gli F-35 3 F- 16, che hanno sganciato tonnellate di bombe su Gaza; la giapponese FANUC e la danese A.P. MOLLER per i macchinari robotici e le parti di armi. E poi ci sono i droni, che sorvegliano i palestinesi, fornendo informazioni sui bersagli. Nell'ambito della sorveglianza figurano: l'azienda americana Palantir, che si occupa di big data e attraverso l'intelligenza artificiale è accusata dell'uccisione dei palestinesi; e la tecnologia fornita da IBM, HP, e Microsoft. Quest'ultima ha attività di supporto al sistema penitenziario, di polizia e nelle colonie; Google e Amazon per le infrastrutture legate alla gestione dei dati dei palestinesi. Infine, c'è il famoso spyware Pegasus, utilizzato contro attivisti, giornalisti e i difensori dei diritti umani.

Sono ancora responsabili del colonialismo e del genocidio le aziende produttrici di macchinari impegnati a demolire edifici, terreni, strade. Tra queste la Caterpillar e la coreana Hyundai, i cui contratti sono stati ampliati dopo l'ottobre del 2023, nonostante le richieste dei difensori dei diritti umani di interrompere i rapporti. Il business viene prima di tutto, ma non esime queste ed altre aziende dalla responsabilità. Perchè direttamente coinvolte nella costruzione delle colonie e nella sostituzione etnica di quello che sarà del futuro di Gaza e della Cisgiordania.

Oltre alla indebita appropriazione delle risorse, e soprattutto la vocazione turistica dei territori, che vede impegnate società immobiliari e le mani di agenti esterni, in specie americani, che già commerciano su qualcosa che non gli appartiene. Ci sono poi le imprese energetiche (Chevron BP); dell'agroalimentare, i cui prodotti frutto della rapina coloniale vengono importati in Europa con etichette difficili da riconoscere; i marchi legati al turismo (Booking.com, Airbnb). E, ancora, società di gestione patrimoniale e dei fondi di investimento (Blackrock, Vanguard), assicurazioni (Allianz, AXA), banche (BNP Paribas, Barclays). Nemmeno il mondo accademico è immune dalle responsabilità. Anzi, è in prima linea nella diffusione di un indottrinamento fanatico, che cancella la storia palestinese. Esistono poi programmi di collaborazione e finanziamento tra la Commissione europea, istituzioni ed università europee, con quelle israeliane coinvolte nelle violenze di ieri e il genocidio.

Tutte queste informazioni sono ricavabili dal dettagliato rapporto presentato dalla Relatrice Speciale dell'ONU Francesca Albanese. Esse chiamano a rispondere Stati, enti ed aziende coinvolte dei crimini commessi di fronte agli organi della giustizia internazionale. E, moralmente, davanti alla Storia. Ed è per tale ragioni, che Francesca Albanese, facendo i nomi, danneggiando l'immagine di aziende importanti è considerata persona non grata, da perseguire come una terrorista. Paga le sanzioni americane ed il mancato intervento delle istituzioni dei Paesi occidentali. Non una parola in solidarietà è arrivata dalla UE e dai vertici delle istituzioni italiane, complici del genocidio.

In base agli obblighi stabiliti dal diritto internazionale le aziende possono essere ritenute penalmente responsabili per le attività connesse a rapporti con Israele, che viola, sistematicamente, i diritti umani ed impedisce l'autodeterminazione del popolo palestinese. Anche, in considerazione delle diverse pronunce della giustizia internazionale. La CIG ha definito illegale la presenza di Israele nel territorio e l'occupazione quale atto di aggressione. La CPI ha disposto mandati di arresto per i vertici israeliani. Nel 2024, inoltre, la CIG, ai sensi della Convenzione per la prevenzione del genocidio, ha ordinato ad Israele di fermare le attività militari ed ogni altro atto considerato ostile. Il quadro è questo. Stati ed imprese che, pur conoscendo la situazione, non intraprendono azioni volte a prevenire o porre a termine il coinvolgimento nei crimini, debbono ritenersi complici e responsabili.

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