Siria: Usa denunciano attacco chimico. Smentito da tutti

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Siria: Usa denunciano attacco chimico. Smentito da tutti



Piccole Note
 

Gli Stati Uniti denunciano un nuovo attacco chimico di Assad. E minacciano ritorsioni. Lo hanno fatto con una nota del Dipartimento di Stato che rivela un “presunto attacco con il cloro nella Siria nord-occidentale avvenuto la mattina del 19 maggio 2019”. A firmare è Morgan Ortagus, ragazza esperta nel campo del Terrore e portavoce del Dipartimento stesso.


L’attacco chimico sarebbe avvenuto a Idlib, ultima roccaforte in mano alle forze anti-Assad, ovvero i terroristi del ramo siriano di al Qaeda (Tahrir al Sham), che nei giorni scorsi ha subito l’offensiva dalle forze russo-siriane.


Denuncia infondata


Le indagini sull’attacco sarebbero ancora in corso, aggiunge la nota Usa, ma nel dare la notizia il New York Times aggiunge che “né gli  organismi indipendenti che monitorano la zona né le agenzie stampa straniere hanno registrato un attacco chimico avvenuto domenica”.


In aggiunta, Timesofisrael riferisce che Rami Abdul Rahman, che guida l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ha affermato: “Non abbiamo alcuna prova dell’attacco”.


Una smentita significativa, dato che l’organismo è ingaggiato da tempo nel regime-change siriano e in questi anni è stato una sorte di oracolo per la narrativa mainstream su questa sporca guerra.


Peraltro l’asserito attacco sarebbe avvenuto il giorno in cui le armi russe e siriane tacevano, dato che era scattato il cessate il fuoco unilaterale annunciato da Mosca  e Damasco (si sono registrati scontri successivi, ma in difesa di attacchi portati dai terroristi di Idlib).


Aumentare la tensione


La mossa Usa, peraltro improvvisa, indica evidentemente che Mosca ha ricevuto qualche informazione preventiva sulla “trappola chimica” in preparazione.


Da qui sorge la domanda sul perché della denuncia della ragazza in forza al Dipartimento di Stato, Una denuncia più improvvisata di altre pregresse – coordinate, quelle, con agenzie e organismi internazionali. E sul perché di una minaccia di ritorsioni, che suona del tutto gratuita.


Minaccia, peraltro, potenzialmente esplosiva, dato che l’ultima volta che l’Occidente ha lanciato raid in Siria in risposta all’asserito attacco chimico di Douma – negato poi dall’Organismo internazionale per la proibizione delle armi chimiche – si è rischiato uno scontro diretto con le forze russe, evitato solo per l’opera frenante dell’allora ministro della Difesa James Mattis, poi defenestrato.


Probabile che si voglia intensificare la criticità nella regione, flagellata dai venti di guerra che spirano dagli Stati Uniti verso l’Iran e i suoi proxy regionali.


E forse indurre l’aviazione Usa a prendere di mira gli S-300 che i russi hanno dato a Damasco, che tanto preoccupano Israele dato che limitano il suo spazio di manovra sui cieli siriani, prima spalancati ai suoi raid.


Siria e Iran: destini incrociati


Sia come sia, è evidente che si tratta di una bufala. Ed è sempre più evidente che qualcuno sta alimentando ad arte la confusione per far precipitare la situazione e innescare un conflitto che incendierebbe la regione.


Tante le Fake news che stanno circolando in questo momento sul Medio oriente, come denunciato dallo stesso Donald Trump.


Detto questo, nella nota della Ortagus, anche il rimando al memento di Trump, che nei mesi scorsi ha ammonito russi e siriani che gli Stati Uniti non avrebbero tollerato un attacco a Idlib e avrebbero reagito (invero bizzarra questa tacita alleanza tra Usa a Qaeda in Siria).


La nota di Washington, seppure dovesse essere definitivamente smentita, ha comunque un esito: chiude, almeno per ora, spazi a una possibile offensiva di Damasco contro Idlib, che i siriani avevano attaccato pensando che gli Stati Uniti, distratti dalla crisi iraniana, avrebbero chiuso un occhio.


Invece con tale mossa gli Usa tendono a legare a doppio filo la sorte di Teheran e quella Damasco: simul stabunt simul cadent.


Ciò, paradossalmente, rende più impervio un accordo tra Damasco e Israele sul ritiro delle milizie iraniane dalla Siria, richiesto con insistenza da Netanyahu. Contraddizioni di una strategia consegnata al caos.

 

Ps. Nella foto in evidenza, l’immagine dell’ultimo asserito attacco al cloro a Douma  attribuito ad Assad. Come si vede la bimba ha gli occhi bianchi. Il cloro – come sa chi frequenta piscine – irrita, e molto, gli occhi… per approfondire vedi Piccolenote.

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