Venezuela e Russia uniscono le forze contro la guerra cognitiva
In un clima geopolitico sempre più teso, Venezuela e Russia hanno organizzato un seminario online congiunto dedicato al tema della disinformazione e delle fake news, mentre nella regione caraibica crescono le tensioni dopo le recenti operazioni militari statunitensi. L’iniziativa, intitolata “Strumenti per la verifica delle fake news e il disinnesco delle narrative false”, è stata guidata dal vicepresidente venezuelano della Comunicazione Freddy Ñáñez, con la partecipazione della Global Fact Checking Network russa.
Nel suo intervento, Ñáñez ha descritto il contesto attuale come una “guerra di alta densità”, in cui la dimensione comunicativa è diventata centrale. Dalla guerra psicologica - capace di distorcere la percezione della realtà - si sarebbe ormai passati a quella che definisce guerra cognitiva: una strategia che mira a distruggere la fiducia nelle istituzioni, nelle comunità e perfino in sé stessi, rendendo indistinguibile il confine tra vero e falso. Secondo il ministro, la diffusione sistematica di notizie manipolate è oggi l’arma principale contro i Paesi che non appartengono all’asse occidentale.
Venezuela, Russia e Cina sarebbero così bersagli di un costante assedio mediatico volto a deformarne l’immagine internazionale. Il seminario ha visto la partecipazione di esperti russi, tra cui Daniil Bisslinger della GFCN, l’educatore Ivan Serov e rappresentanti dell’agenzia TASS.
Un confronto volto a costruire nuovi strumenti comuni in un mondo in cui l’informazione è terreno di scontro tanto quanto la geopolitica.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati

1.gif)
