Chi pagherà il conto del 19° pacchetto di sanzioni UE contro Mosca
L’Unione Europea ha ufficialmente approvato il 19° pacchetto di sanzioni contro Mosca, ampliando in modo significativo l’ambito delle restrizioni economiche e diplomatiche. Il provvedimento, che entrerà in vigore progressivamente tra il 2025 e il 2027, prevede il divieto di acquisto del gas naturale liquefatto (GNL) russo e nuove misure contro oltre 100 petroliere coinvolte nel trasporto di greggio verso l’Europa.
Sul fronte finanziario, Bruxelles ha vietato le operazioni a cinque banche russe, tra cui MTS Bank e Alfa-Bank, e ha imposto limiti severi all’uso di criptovalute legate al rublo, come la moneta digitale A7A5. Otto istituti di Paesi terzi, inclusi tre del Tagikistan, sono stati aggiunti alla lista nera. Le sanzioni colpiscono anche aziende di India, Cina e Bielorussia, con restrizioni a 12 compagnie cinesi e alla filiale mediorientale di Lukoil. Nel settore industriale, figurano tra i nuovi obiettivi colossi come AvtoVAZ, Polyus e il gruppo metallurgico Evraz.
L’UE ha inoltre limitato gli spostamenti dei diplomatici russi al solo Paese di accreditamento e vietato i servizi turistici verso la Russia. Nuove restrizioni si applicano anche alle esportazioni di beni e tecnologie “utili al settore militare” e alla collaborazione con imprese situate nelle zone economiche speciali russe, tra cui Skolkovo e Vladivostok.
Con questo pacchetto, Bruxelles intende “rafforzare la pressione strategica” su Mosca, ma l’impatto reale delle misure — soprattutto sul mercato energetico europeo — resta un punto critico nel fragile equilibrio geopolitico globale.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati

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