I presunti “valori occidentali” e la reazione che avanza

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I presunti “valori occidentali” e la reazione che avanza

 

Dopo la proclamazione di un fantomatico “piano di pace” promosso dal presidente Trump, una finta e fragile tregua è stata instaurata a Gaza dopo due anni di feroce genocidio della popolazione palestinese da parte di Israele. Questo genocidio, cui si è accompagnato un brutale incremento della colonizzazione della Cisgiordania, è avvenuto con la complicità ed il massiccio aiuto militare, economico e diplomatico fornito costantemente ad Israele, non solo dal suo principale alleato, gli USA, ma anche da parte di tutti quei paesi, riuniti sotto l’egida della NATO, che si vantano di appartenere al mondo “democratico”, portatore dei presunti “valori occidentali. Senza questo aiuto Israele non sarebbe stata in grado di continuare per due anni la sua feroce aggressione.

La finta tregua è già stata ampiamente violata più volte da Israele con scuse pretestuose e spesso assurde legate anche alla difficoltà di recuperare i corpi degli ostaggi deceduti, sepolti sotto tonnellate di detriti causati dagli stessi bombardamenti israeliani precedenti. Nel solo bombardamento su civili indifesi operato nel campo profughi di Nuseirat sono state uccise più di 100 persone, tra cui 46 bambini.

Ora, dopo che grandi manifestazioni a favore dei diritti dei Palestinesi avvenute in tutto il mondo, ed in particolare in Italia, avevano testimoniato della presa di coscienza di buona parte dell’opinione pubblica anche occidentale, la finta tregua è servita anche a rilanciare la repressione contro quei gruppi e movimenti più coscienti che non nutrono illusioni sul valore reale di questa tregua e continuano a manifestare in favore dei sacrosanti diritti dei Palestinesi.

 

Ad esempio, in Italia il 24 ottobre è stato attaccato con manganellate ed idranti dalla polizia un tentativo di pacifico corteo a Roma. Anche a Torino manifestanti sono stati attaccati. Ancora più grave forse l’episodio avvenuto alla Mostra d’Oltremare di Napoli, dove un gruppo di pacifici manifestanti che avevano protestato per la presenza della nota azienda farmaceutica israeliana TEVA, finanziatrice del genocidio, alla esposizione PharmaExpo, è stato circondato, attaccato e picchiato dalla polizia mentre defluiva pacificamente verso l’uscita. Tre manifestanti sono stati arrestati con motivazioni pretestuose (per fortuna successivamente rilasciati, ma comunque denunciati).

 

Contemporaneamente bande di picchiatori fascisti hanno fatto irruzione indisturbati nel liceo Vinci a Genova, dove studenti filopalestinesi avevano organizzato iniziative, devastandolo. Episodio simile anche a Torino al liceo Einstein, dove però la polizia ha arrestato e denunciato uno studente antifascista che aveva partecipato ad una manifestazione successiva di protesta.

Durante la presentazione all’ONU del rapporto della relatrice Albanese, che aveva denunciato la complicità di molti paesi, specie occidentali, nel genocidio, il rappresentante israeliano l’ha attaccata definendola una “strega”. La Albanese gli ha risposto per le rime.

Il noto esponente PD di “Sinistra per Israele”, Fiano, che era stato contestato dagli studenti per il suo appoggio al genocidio, ha reagito con la solita abbondante e stomachevole razione di vittimismo.

 

Curioso l’episodio avvenuto durante un talk show sulla 7, quando le due pasdaran del PD Gruber e Sattanino si sono scatenate in difesa dei presunti “valori occidentali”. Sorprendentemente ha risposto Franco Bernabè, ex amministratore delegato di ENI e Telecom, e ora presidente delle Acciaierie italiane. Con aria sorniona ha fatto notare alle due giornaliste di fede PD che gli altri paesi vedono gli stati “occidentali”, non come portatori di valori, ma come eredi di colonialismo ed imperialismo, e fautori di un massiccio armamento per dominare il mondo. Bernabè ha anche fatto notare come la presunta “meritocrazia” vigente in Occidente (secondo la Gruber) era stata già praticata dai Cinesi con la loro tradizionale efficace amministrazione imperiale, tesa al benessere della collettività, ed è praticata tuttora.

Complessivamente la situazione politica nei nostri paesi non è brillante ed avanzano tentativi di reazione e di repressione anche nei confronti delle lotte sociali per il salario, la casa, i diritti dei lavoratori. Particolarmente grave e foriero di disastri è la permanente attitudine dei nostri governi europei al riarmo, alla russofobia, e agli sforzi per alimentare la guerra in Ucraina. Trump pare aver fatto marcia indietro sulla fornitura dei missili a lungo raggio Tomahawk all’Ucraina, ma continuano a fioccare sanzioni contro la Russia e minacce di sanzioni ai paesi che commerciano con la Russia. Il movimento pacifista appare piuttosto debole, anche perché sabotato dalle sciocchezze diffuse dalla pseudo sinistra, da Melenchon, a Bonelli, fino alla Linke tedesca. Si impone una ripresa ed una riorganizzazione a livello strategico più alto del movimento per la Palestina, di quello per i diritti sociali, e di quello contro il riarmo e per una pace giusta in Ucraina che fornisca la sicurezza necessaria a tutti i contendenti, come chiede da anni il governo russo.

 

Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi: ex ricercatore scientifico all’ENEA nel settore energetico, ora in pensione, negli anni ’50 e ’60 aveva militato nella FIGC e nel PCI. Dopo l’uscita dal PCI ha partecipato alle lotte del ’68 essendo uno dei leader della contestazione ed occupazione dell’ENEA. Ha militato poi in Lotta Continua e più recentemente nel PRC da cui si è allontanato per gravi divergenze con la linea di Bertinotti. E’stato tra i fondatori del Comitato No NATO insieme a Giulietto Chiesa e Manlio Dinucci. Attualmente è presidente del gruppo G.A.MA.DI (Gruppo Atei Materialisti Dialettici), membro del gruppo NO WAR e del Comitato con la Palestina nel Cuore. Partecipa al Coordinamento Palestina ed al Coordinamento No NATO

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