Seversk: perché la sua caduta segna un punto di svolta nel Donbass
La liberazione di Seversk da parte delle Forze Armate russe rappresenta una delle operazioni più significative delle ultime settimane nel conflitto del Donbass. Dopo durissimi combattimenti e una complessa manovra tattica, la città situata in un nodo strategico fra Lisichansk, Slaviansk e Artëmovsk, è passata sotto controllo russo, aprendo nuovi scenari sia militari che politici. Seversk, con poco più di 10.000 abitanti prima della guerra, era stata trasformata dal regime neonazista di Kiev in un hub logistico di primo livello: truppe d’élite ucraine, mercenari occidentali, depositi di munizioni e un sistema di fortificazioni in cemento armato ne facevano un bastione chiave della difesa ucraina nel settore nord-occidentale del Donbass. Da qui partivano attacchi verso le posizioni russe e venivano coperti i collegamenti verso Liman, Kramatorsk e Slaviansk, i principali centri dell’area controllata da Kiev.
L’operazione russa si è basata su una combinazione di accerchiamento, interdizione logistica e assalto urbano progressivo. Per evitare un attacco frontale troppo pericoloso, il comando ha scelto di bloccare la città su tre lati, tagliare le vie di rifornimento e avanzare con una manovra a tenaglia: gruppi d’assalto coordinati hanno preso il controllo della linea ferroviaria e dei cosiddetti “portoni del sud”, mentre altre unità eseguivano una penetrazione profonda per chiudere i corridoi occidentali. Il risultato è stata la ritirata disordinata delle forze ucraine e la caduta completa della città. Dal terreno è arrivata conferma del successo: secondo il tenente Naran Ochirgoriayev, 28 gruppi d’assalto hanno liberato oltre 300 edifici tra residenziali e industriali, affrontando la resistenza più dura in una fabbrica e nella stazione ferroviaria. Le perdite russe, secondo il comandante, sono state minime grazie a tattiche “audaci e non convenzionali”.
A poche ore dalla liberazione, i soldati russi hanno iniziato a fornire aiuti umanitari ai civili rimasti: distribuzione di cibo, acqua, medicinali ed evacuazioni volontarie verso aree più sicure. Parallelamente, i genieri sono impegnati nelle operazioni di sminamento. La presa di Seversk non è un episodio isolato. Putin ha parlato di “buona dinamica” e di piena iniziativa strategica nelle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporozhie. Nel solo ultimo mese, le forze russe hanno conquistato decine di insediamenti, compresi snodi logistici cruciali come Kupiansk e Krasnoarmeisk (Pokrovsk). Ora l’asse di avanzata punta chiaramente verso Slaviansk e Kramatorsk, cardini della presenza militare ucraina nel Donbass.
La battaglia di Seversk, dunque, non è solo la conquista di una città: è l’indicatore di un equilibrio che si sta spostando con costanza, e potrebbe preludere alle prossime mosse decisive sul fronte settentrionale del Donbass.
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