I curdi? L'Europa non ha alcun interesse per i popoli

4406
I curdi? L'Europa non ha alcun interesse per i popoli



di Lorenzo Ferrazzano
 

La crisi curda porta con sé tutte le più stupide forme di indignazione del nuovo millennio: lo sdegno intermittente, la compassione passeggera, la rabbia da vetrina. E così mentre una popolazione sta per essere massacrata su base etnica, un’opinione pubblica che non ha mai sentito parlare dei curdi prima di tre giorni fa – se non nei fumetti di ZeroCalcare -, sta scoprendo che in Medio Oriente c’è un signore della guerra che non risparmia nessuno pur di soddisfare la sua ingordigia politica. Ma fra un paio di giorni, la stessa opinione pubblica andrà avanti con la prossima indignazione di massa, senza che le siano stati dati gli strumenti per capire cosa stia succedendo da quelle parti. E la verità è che «da quelle parti», prima ancora di scatenare un massacro contro i curdi, Erdogan ha sguinzagliato in Siria migliaia di terroristi – molti dei quali sono entrati nell’Isis – per destabilizzare un Paese sovrano.


In questi otto anni il Sultano ha contribuito a creare una delle peggiori macellerie umane degli ultimi trent’anni, che in cifre si traduce in più di mezzo milione di morti e diversi milioni di profughi. Quei morti non sono mai stati pianti da nessuno perché necessari alla narrazione anti-Assad. Quei profughi invece servivano ad Erdogan per tenere l’Europa sotto costante ricatto, minacciandola un giorno sì e l’altro pure di inondare il Vecchio Continente dei dannati della terra.


Cosa dimostra l’Ue prendendo, sebbene in maniera disordinata e indecisa, una posizione contro l’invasione della Siria? Soltanto pura ipocrisia e insostenibile retorica. Per quale motivo dovremmo credere che l’Ue abbia a cuore i curdi siriani, se proprio questa santa istituzione da otto anni rinnova regolarmente le sanzioni alla Siria? E le sanzioni, com’è noto, servono ad affamare la popolazione, per sfruttare questa disperazione come clave per il regime change, l’obiettivo dichiarato delle cancellerie occidentali fin dalle origini del conflitto.


E bisogna chiedersi per quale motivo la stampa progressista – la Repubblica in prima fila – si accorge soltanto oggi che parte dei mercenari del Free Syrian Army era composta di jihadisti. In un articolo del 4 gennaio firmato da Carlo Ciavoni per la Repubblica, eravamo rimasti tutti sorpresi nel leggere che i «ribelli moderati» anti-Assad erano stati rivalutati più brutalmente come dei tagliagole. Secondo Ciavoni, i ribelli erano in realtà «terroristi senza scrupoli che affamano i civili, privandoli degli aiuti a loro inviati, usandoli come scudi umani di un’ignobile mistificazione della realtà». L’articolo fu prima modificato e poi cancellato. Al suo posto comparse un articolo di scuse intitolato «Il difficile mestiere di informare», in cui la redazione prendeva le distanze dalle parole di Ciavoni e si scusava con i lettori.


Adesso, evidentemente, in un cortocircuito paradossale di contraddizioni e meschinità, la Repubblica torna a definire i ribelli moderati, per anni osannati come guerrieri della libertà contro il regime di Assad, per quello che sono, e cioè per jihadisti, terroristi, criminali. Mercenari al soldo di Erdogan, il dittatore tanto disprezzato ma profumatamente pagato dall’Europa – 6 miliardi l’anno – per tenere i profughi imprigionati in Turchia. Il dittatore islamico e feroce dalle cui guerre l’Europa prende le distanze, non prima però di avergli venduto armi per milioni di euro. E alla fine, non era questa Europa che voleva persino far entrare la Turchia di Erdogan nell’Unione?

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

"I nuovi mostri" - Roger Waters "I nuovi mostri" - Roger Waters

"I nuovi mostri" - Roger Waters

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina di Giuseppe Masala Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

Come Milei ha aperto le porte al saccheggio dell'Argentina

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE   Una finestra aperta La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

La partecipazione italiana all’ottava edizione della CIIE

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Il "cessate il fuoco" è nudo di Paolo Desogus Il "cessate il fuoco" è nudo

Il "cessate il fuoco" è nudo

Nel “bunker” di Maduro di Geraldina Colotti Nel “bunker” di Maduro

Nel “bunker” di Maduro

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo di Alessandro Mariani Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

Caccia alle Streghe, Zakharova e non solo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La sinistra, l'America, e l'Occidente di Giuseppe Giannini La sinistra, l'America, e l'Occidente

La sinistra, l'America, e l'Occidente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire di Michele Blanco La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

La sconfitta dell’uguaglianza, bisogna reagire

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

L'orrore e' il capitalismo di Giorgio Cremaschi L'orrore e' il capitalismo

L'orrore e' il capitalismo

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti