Il Nord Stream come simbolo del disastro europeo
di Francesco Corrado
La settimana scorsa si è tornato a parlare della vicenda del Nord Stream. C'è stato un incontro del Consiglio di Sicurezza dell'ONU proprio sulla faccenda e un paio di giorni prima le forze dell'ordine italiane avevano arrestato tal Serhii Kuznietsov, cittadino ucraino accusato dalla magistratura tedesca di essere tra i responsabili della distruzione dei gasdotti.
La vicenda sta assumendo oramai i caratteri della barzelletta, con la magistratura dei paesi coinvolti (prima danese e svedese e ora tedesca) che ha fatto capire in ogni modo possibile che di appurare come sono andati i fatti non interessa niente a nessuno. Ma l'assoluta irrazionalità della gestione dei paesi europei merita una breve riflessione.
Ricordiamo tutti che Biden aveva esplicitamente minacciato i tedeschi che se i russi avessero fatto qualche mossa in Ucraina il gasdotto doveva considerarsi distrutto a priori, lo ribadì in una conferenza stampa, in faccia a Scholz, l'allora premier tedesco: "non ci sarà più un Nord Stream. Vi porremo fine". Gioverebbe ricordare che non solo gli USA ma anche la Polonia, i tre paesi baltici e altri paesi avevano criticato per 20 anni la Germania per aver portato avanti il progetto coi russi.
Fatto sta che il 26 settembre 2022 svariate esplosioni fanno saltare entrambe le condotte del Nord Stream 1 ed una del Nord Stream 2. Difficile considerare una coincidenza che solo il giorno dopo sia stato inaugurato il Baltic Pipe, il nuovo gasdotto che porta il gas norvegese in Polonia. Ecco fatto: salta il Nord Stream e subito la Norvegia è pronta a sostituire la Russia come fornitore e la Polonia è pronta a sostituire la Germania come hub di distribuzione.
Il 26 settembre stesso, immediatamente e senza prima sapere cosa fosse successo (ci vollero un paio di giorni per avere la certezza che si fosse trattato di esplosioni), la premier Britannica Liz Truss ed il ministro degli esteri polacco Radoslav Sikorski, ringraziarono gli USA per l'accaduto. Il premier polacco Tusk, mettendoci il carico da undici, dichiarò: "A tutti gli iniziatori e ai sostenitori del Nord Stream 1 e 2. L'unica cosa che dovreste fare oggi è scusarvi e tacere".
Molto più furbo fu Donald Trump che alle domande della stampa rispose che non voleva dire la verità sul Nord Stream per non mettere nei guai il proprio paese.
Ma tutto era pronto per la mistificazione del caso ed immediatamente ed all'unisono la stampa di tutta Europa, imbeccata dagli ucraini, inizia ad incolpare i russi che si sarebbero fatti un'auto-attentato. Ovviamente incolpare la Russia sembrava un bel po' ridicolo ma comunque plausibile, dato che la marina russa ha ingenti mezzi e tecnologie avanzate.
I paesi europei hanno rifiutato, in modo irrituale e comportandosi da nemici, di condurre un'investigazione internazionale coi russi. Le investigazioni di svedesi e danesi, paesi nella cui zona economica si è verificato il fatto, e tedeschi, proprietari della struttura, sono state svolte indipendentemente.
Nonostante la gravità del fatto, la copertura mediatica non è mai stata insistente come avrebbe dovuto e la vicenda fu presto messa in sordina anche perché a governare la Germania (danneggiata insieme alla Russia) c'era un governo che sembrava del tutto interessato.
Dopo qualche mese però il premio Pulitzer, Seymour Hersh, pubblica un articolo basato sulle informazioni ricevute da un insider che ha partecipato alla preparazione dell'attentato, con tanto di progetti, calcoli, eccetera. Hersh spiega che l'operazione era stata voluta dalla Casa Bianca ed era stata eseguita da USA e Norvegia che avevano piazzato le cariche nel corso dell'esercitazione BALTOPS 2022, svoltasi proprio in quei luoghi 3 mesi prima dell'attentato.
A conferma c'è la testimonianza del comandante del porto di Christianso che alcuni giorni prima del sabotaggio ha intercettato alcune navi militari americane, che stazionavano proprio nella zona delle esplosioni, che avevano il trasponder spento. Il comandante ha raggiunto le navi in questione e non solo non ha ricevuto spiegazioni ma è stato invitato ad allontanarsi.
Nell'articolo metteva in risalto che l'esecuzione era stata molto complessa a causa della profondità (oltre 70 metri) che aveva reso necessario l'alternarsi di diverse squadre per piazzare le cariche in tre diversi punti, la necessità dell'utilizzo di camere iperbariche e l'utilizzo di utensili adeguati a lavorare in condizioni estreme.
Dopo un paio di giorni, a seguito del panico scatenato dalle rivelazioni di Hersh, provvidenzialmente il New York Times pubblica un articolo in cui si addossa la colpa agli ucraini. L'articolo ci descrive una specie di favoletta per bambini in cui un gruppo di amici che hanno una minima esperienza come sub decidono di compiere l'ardua impresa, rubando una piccola imbarcazione da diporto con cui avrebbe trasportato i 500 kg di esplosivo e per riuscire a fare quel lavoro avrebbero avuto l'aiuto di una dottoressa che, non si sa in quale modo, sarebbe riuscita a sostituire le necessarie camere iperbariche con la sua mera presenza. Roba per bambini, dato che siamo nel campo della quasi totale impossibilità. A questo punto è più razionale pensare che siano stati i russi, che non ne avevano affatto motivo, ma almeno le possibilità tecniche, quelle si.
Dopo l'attentato, con la Russia impossibilitata a fare alcunché, ognuno degli altri tre paesi interessati, cioè Danimarca, Svezia e Germania ha fatto indagini per i fatti propri. E le cose sono andate esattamente come vanno le vicende politiche che si svolgono nell'ambito della giustizia. Danimarca e Svezia hanno chiuso le rispettive indagini dopo un anno e mezzo durante il quale entrambe hanno concluso che si è trattato di un attentato (esempio da manuale di efficienza nordica) ma che non sono riuscite a risalire agli attentatori. Per evitare problemi con quei pochi giornalisti ancora esistenti in Europa hanno poi secretato le indagini così si è messa una pietra sopra la questione del resto sia Danimarca che Svezia non avevano il minimo interesse diretto, quindi...
La Germania invece ha continuato a traccheggiare fino a quando un paio di settimane fa la magistratura ha emesso un mandato di cattura per un pugno di ucraini cattivi, i quali, se non vogliamo essere del tutto infantili e credere alle favolette non hanno fatto proprio un bel niente al Nord Stream. Non vorremmo essere nei panni dei magistrati tedeschi che dovranno inventarsi un mucchio di scemenze per riuscire a portare davanti ad un giudice alcune persone della cui innocenza sono del tutto consapevoli.
Per chiudere ricordiamo che giovedì scorso, della questione, si è discusso davanti al consiglio di sicurezza dell'ONU. Meritano di essere riportate solo le considerazioni di Russia ed USA. Il rappresentante della federazione russa dopo aver fatto presente l'ostracismo dei paesi europei nei loro confronti per averli esclusi dalle indagini, cosa di cui il resto del mondo ha preso nota, ha ribadito che i tecnici da loro consultati hanno messo in chiaro che solo un attore statuale ha le risorse tecniche e materiali per portare a termine un'operazione così complessa e che la favoletta del gruppo di amici che, dopo una sbornia, ruba una barchetta, la carica con 5 quintali di esplosivo ad alto potenziale e va a far esplodere tre condutture sottomarine poste a oltre 70 metri di profondità, è una barzelletta a cui possono credere i tedeschi ma non i russi. I russi quindi considerano molto più probabile lo scenario proposto da Seymour Hersh e credono che la responsabilità sia da attribuire a Stati Uniti e Norvegia.
Il rappresentante degli USA, che ha effettuato un intervento brevissimo, ha detto che per l'attuale amministrazione si tratta di una vicenda appartenente al passato e che è ora di andare avanti. Ha chiesto genericamente di non usare la vicenda per scopi politici e che bisogna guardare avanti, quindi al processo di pace. Cioè la pedissequa applicazione della posizione politica di Trump: se, invece che il demente Biden, al governo ci fossimo stati noi, questo fattaccio non si sarebbe verificato e ora non staremmo qua a dover dare spiegazioni che non possiamo (anzi vogliamo) fornire.
Una sorta di "seppelliamo l'ascia di guerra" e facciamo pace. Una specie di ammissione di responsabilità senza nessuna reale ammissione di responsabilità.
Gli USA pur nella apparente sgangherata confusione e nell'improvvisazione cui pare affidarsi l'attuale amministrazione, cercano di aprire le porte alla Russia. Nei paesi europei i cittadini rimangono incastrati in narrazioni infantili, spesso effimere e mutevoli nel tempo, proprio come nel caso in questione: prima sono stati i russi, poi una volta saltata fuori la verità con Hersh, di colpo tutti adottano all'unisono un'altra verità, ancora più improbabile della prima, anzi quasi impossibile, che però viene ripetuta ossessivamente da una stampa sempre più demenziale.
L'UE di fatto sembra volere il conflitto con la Russia (anzi l'elite che controlla l'UE e che governa anche l'Inghilterra) e sta facendo di tutto per riuscire a trascinare con se gli USA che con Trump cercano di opporre resistenza ma con idee che non sembrano del tutto chiare e senza una visione comprensibile a lungo termine.