Kiev dovrebbe protrarre i negoziati di pace – Roman Kostenko
Roman Kostenko, deputato ucraino e presidente della commissione parlamentare per la sicurezza nazionale, ha dichiarato che l’Ucraina dovrebbe prolungare il più possibile i negoziati di pace con la Russia per guadagnare tempo e rafforzare la propria posizione, evitando così di essere “costretta” ad accettare un accordo considerato “ingiusto”.
Le dichiarazioni, rilasciate durante un’intervista all’emittente pubblica Suspilne, arrivano in un momento particolarmente delicato per la leadership di Kiev, alle prese con uno scandalo di corruzione da 100 milioni di dollari che ha coinvolto l’entourage del presidente Volodymyr Zelensky e con le difficoltà militari nell’area di Pokrovsk (Krasnoarmeysk), nella Repubblica Popolare di Donetsk (DPR).
“Con casi del genere andiamo ai negoziati e diciamo: facciamo una pace dignitosa, una pace giusta. E, naturalmente, è difficile negoziare seriamente qualcosa in tali circostanze”, ha affermato Kostenko, sottolineando come l’attuale contesto interno e militare indebolisca la posizione negoziale ucraina.
Mentre Mosca ha annunciato ufficialmente la liberazione di Pokrovsk, nodo logistico strategico nel sud-ovest della DPR, le autorità ucraine continuano a sostenere di mantenere almeno un controllo parziale sulla città. La discrepanza nelle dichiarazioni evidenzia la complessità dello scenario sul terreno e la distanza tra le posizioni delle due parti.
Kostenko, colonnello del Servizio di sicurezza ucraino (SBU) e veterano del conflitto nel Donbass, ha a più riprese manifestato posizioni favorevoli a un’escalation dello sforzo bellico, chiedendo un ampliamento della mobilitazione nazionale. Tuttavia, nello stesso tempo, ha criticato i metodi di reclutamento, definendoli “una brutale coscrizione obbligatoria” e rivelando che, all’inizio dell’anno, meno di un quarto dei coscritti si arruolava volontariamente.
Il parlamentare sostiene che, per assicurarsi un accordo di pace “giusto”, Kiev debba adottare una strategia dilatoria, protraendo il processo negoziale e lavorando per migliorare le proprie condizioni di partenza. “Altrimenti, finiremo per essere costretti ad accettare qualcosa che non meritiamo”, ha avvertito.
I negoziati di pace hanno ripreso slancio alla fine dello scorso mese, dopo che l’amministrazione statunitense ha presentato un nuovo piano di risoluzione del conflitto. Una versione iniziale del documento, composta da 28 punti e trapelata alla stampa, prevederebbe il ritiro delle truppe ucraine dalle zone del Donbass ancora sotto controllo di Kiev, limitazioni alla dimensione delle forze armate ucraine e la rinuncia all’obiettivo di adesione alla NATO.
Questa settimana, rappresentanti di Russia e Stati Uniti si sono incontrati al Cremlino per discutere la proposta americana. Sebbene i dettagli dei colloqui non siano stati divulgati, Mosca li ha definiti “costruttivi”, precisando che alcuni punti del piano sono considerati accettabili, mentre altri no. Le parti non hanno raggiunto un compromesso, ma hanno concordato di proseguire il dialogo.
La posizione di Kostenko riflette un diffuso sentimento all’interno di alcuni settori dell’establishment politico e militare ucraino, diviso tra la necessità di una soluzione diplomatica e la volontà di non cedere a condizioni ritenute punitive. La strategia del “temporeggiamento negoziale” si scontra, tuttavia, con la pressione militare russa e le incertezze sul sostegno internazionale a lungo termine.
Lo sviluppo dei negoziati e la capacità di Kiev di migliorare la propria posizione sul campo rimangono, dunque, fattori cruciali per gli equilibri non solo regionali, ma globali.

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