La doppia debolezza che ha generato la follia
di Alessandro Volpi*
Trump ha attaccato l'Iran. SI tratta della dimostrazione di una duplice debolezza che ha generato un atteggiamento folle. La prima debolezza è quella nei confronti di Nethanyau: come hanno sottolineato persino molti dei suoi più convinti sostenitori, interpreti della Destra ultra reazionaria, alla Steve Bannon, Trump non avrebbe dovuto cedere all'atto di forza estremo di Israele, che ha scommesso proprio sull'ambizione trumpiana di essere il capo assoluto dell'Internazionale nera.
Nethanyau ha avuto ragione nel pensare che la guerra all'Iran non poteva essere lo strumento per l'affermazione di un nuovo ordine in una regione così cruciale senza la presenza degli Stati Uniti e, soprattutto, il premier israeliano ha dimostrato di conoscere il carattere e persino i legami personali del presidente. La seconda debolezza però è ancora già evidente. Gli Stati Uniti sono in una profonda crisi, hanno un debito gigantesco, che il mondo non vuole più comprare se non con interessi pesantissimi per il Tesoro americano, e stanno conoscendo la progressiva perdita di centralità del dollaro, abbandonato come valuta di riserva e persino di scambio. In estrema sintesi rischiano, per la prima volta nella storia di essere insolventi.
Tutto questo avviene, peraltro, nel bel mezzo di una violenta campagna per introdurre dazi pesanti, finalizzati ad accrescere le entrate statali e a reindustrailizzare gli Stati Unito; naturalmente una simile politica fatica ad affermarsi per le resistenze in primis della Cina, di Canada, Messico e di altri pezzi importanti del "sistema economico Usa". Di fronte a tutto ciò Trump ha deciso che solo lo strumento della riaffermazione del primato militare fosse il modo per ridare credibilità agli Stati Uniti, inducendo una maggiore forza del debito, del dollaro e delle minacce sui dazi. Si tratta di una scommessa pericolosissima per le infinite implicazioni e, assai prevedibilmente ben poco efficace.
Il vero tema è però ormai quello della insostenibilità, e inaccettabilità del capitalismo e delle sue guerre "necessarie" in nome della libertà. La politica europea del riarmo è una parte consustanziale di questo abominio ed è l'ulteriore dimostrazione della sua marginalità, infarcita di una insopportabile ipocrisia. I ministri degli esteri dell'Unione discutevano con l'Iran a Ginevra e Trump aveva già deciso di attaccare.