La polizia peruviana uccide un manifestante durante una protesta pacifica

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La polizia peruviana uccide un manifestante durante una protesta pacifica

 

Perù nel caos. La tensione politica nel paese ha registrato una pericolosa escalation mercoledì, in seguito all'uccisione del musicista Eduardo Mauricio Ruiz Sáenz, 32 anni, da parte di un agente della Polizia Nazionale del Perù (PNP) durante una protesta pacifica a Lima. L'episodio, avvenuto nel contesto di manifestazioni che chiedevano le dimissioni del presidente ad interim José Jerí e lo scioglimento del Congresso, ha attirato severe critiche verso l'esecutivo, accusato di reprimere sistematicamente il dissenso. Lo riporta Telesur. 

Secondo il rapporto del Difensore civico, Ruiz Sáenz ha riportato una ferita da arma da fuoco al torace, presumibilmente inflitta da un agente in borghese appartenente al Grupo Terna, un'unità di intelligence della PNP impiegata in operazioni sotto copertura. Fonti testimoniali presenti alla manifestazione hanno assicurato che il giovane non era coinvolto in alcun atto violento, descrivendo l'azione delle forze dell'ordine come "completamente ingiustificata". Il portavoce del Difensore civico, Fernando Loza, ha confermato l'avvio di un'indagine preliminare per accertare le circostanze e le responsabilità dell'accaduto.

L'evento si inserisce in un clima di profonda instabilità. Il presidente ad interim José Jerí, asceso alla guida del Paese dopo aver presieduto il Congresso, guida un governo di destra che diversi settori della società civile ritengono responsabile di un inasprimento della repressione. La deputata Ruth Luque, membro del Bloque Democrático, ha riferito dall'ospedale Arzobispo Loayza non solo del decesso di Ruiz, ma anche di almeno 14 feriti, due dei quali in condizioni gravi.

La risposta del governo non ha placato le polemiche. Il ministro dell'Interno, Vicente Tiburcio, ha minimizzato la portata dell'evento, dichiarando pubblicamente che la morte di Ruiz “non ha un costo politico”, affermazione che ha scatenato un'ondata di indignazione tra attivisti e movimenti sociali.


La Composizione della Protesta e le Rivendicazioni


Le manifestazioni di mercoledì hanno visto una convergenza trasversale di collettivi civici, sindacati, associazioni di lavoratori, partiti politici e studenti universitari, uniti nella richiesta di dimissioni dello stesso Jerí e dello scioglimento del Congresso, istituzioni accusate di corruzione e di legiferare contro gli interessi popolari.

Significativa è stata la partecipazione di organizzazioni femministe, che hanno protestato srotolando una grande bandiera peruviana con la frase “Presidente del Perù José Jerí stupratore”, in riferimento a un'accusa di stupro presentata contro Jerí nel 2024 quando era legislatore, poi archiviata dalla Procura. I giovani tra i 18 e i 30 anni si sono confermati come uno dei motori principali delle proteste, organizzando marce e campagne sui social media per chiedere giustizia e la fine della repressione.

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