Perché c'è della logica nella follia di Mario Monti all'OMS

Perché c'è della logica nella follia di Mario Monti all'OMS

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di Alessandro Somma - Micromega ripreso da La Fionda
 

L’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità ha creato una “Commissione per la salute e lo sviluppo sostenibile”, incaricata di “ripensare le priorità politiche alla luce della pandemia”[i]. La scelta di affidarne la presidenza a Mario Monti è stata ritenuta una palese contraddizione: come può un fanatico dell’austerità, che da Presidente del consiglio ha imposto tagli dolorosi alla sanità, divenire improvvisamente il paladino del suo rilancio?
 

La contraddizione è però solo apparente, dal momento che rilanciare la sanità non significa necessariamente rilanciare la sanità pubblica, e del resto questa espressione non viene mai utilizzata nel comunicato stampa che ha annunciato la nascita della Commissione.


Lì si dice semplicemente che questa dovrà formulare “raccomandazioni sugli investimenti e le riforme per migliorare la resilienza dei sistemi sanitari e sociali”, e adoperarsi per “costruire consenso attorno a queste raccomandazioni, al fine di elevare l’assistenza sanitaria e sociale a priorità politica”. E questo significa che si invertirà la tendenza a ridurre la spesa sanitaria, che negli ultimi anni ha subito tagli la cui entità è pari al fabbisogno di cui ora si parla.


Non significa però che si abbandonerà la scelta di renderla privata, ovvero di degradare la salute a merce.


Insomma, la pandemia ha imposto di tornare a investire nella sanità, ma non anche di sottrarla al mercato. Il Covid-19 rappresenta del resto un’inedita e inaspettata occasione per i privati, pronti a raccogliere i frutti di un imperativo neoliberale: socializzare le perdite, ovvero finanziare il rilancio della sanità con soldi pubblici, e privatizzare i profitti, lucrare cioè sulla sua gestione imprenditoriale.


Da questo punto di vista Monti è l’uomo giusto al posto giusto. Dieci anni or sono confezionò uno studio su incarico della Commissione europea per formulare proposte circa il rilancio del mercato comune, e tra queste campeggiava la richiesta di promuovere “l’integrazione del mercato nel settore sanitario”[ii]. Evidentemente questo studio non ha lasciato indifferente l’Organizzazione mondiale della sanità, che lo ha richiamato in un suo studio[iii], del quale si è a quanto pare ricordata in questi giorni.


La necessità di rilanciare la spesa sanitaria non viene però utilizzata solo per soddisfare la fame di privatizzazioni. Serve anche per ricordare che la disciplina di bilancio imposta dall’Europa è solo momentaneamente sospesa, e che ben presto tornerà ad assillare il Vecchio continente. È lo stesso Monti a ricordarcelo in un’intervista rilasciata per celebrare il suo nuovo incarico. E per perorare la causa di chi spinge per il ricorso al Mes sanitario: è privo di condizionalità, e chi lo rifiuta lo fa “per motivi mai spiegati e che stanno tra l’ideologia, la mistica e la falsa ricostruzione storica”[iv].


Il Presidente della Bocconi è stato Commissario europeo, e sa bene che per il diritto dell’Unione l’assistenza finanziaria del Mes può essere fornita unicamente sotto “rigorose condizionalità”: non basta certo un mero impegno politico a disinnescare una disciplina contenuta nei Trattati e nei regolamenti. Se fa finta di non saperlo, è perché vuole alimentare la mistica e l’ideologia che va per la maggiore: quella per cui il mercato è la panacea di tutti i mali. Soprattutto di quelli provocati dalla pandemia, sui quali camperanno vecchi e nuovi imprenditori della sanità.


N.d.R.: articolo uscito su Micromega: http://temi.repubblica.it/micromega-online/mario-monti-oms/


[i] Così il Comunicato stampa dell’Ufficio emesso l’11 agosto 2020: www.euro.who.int/en/media-centre/sections/press-releases/2020/announcing-the-pan-european-commission-on-health-and-sustainable-development-rethinking-policy-priorities-in-the-light-of-pandemics.

[ii] M. Monti, Una nuova strategia per il mercato unico al servizio dell’economia e della società europea. Rapporto al Presidente della Commissione europea del 9 maggio 2010, https://ec.europa.eu/docsroom/documents/15501/attachments/1/translations/it/renditions/native, p. 59.

[iii] M. Wismar et al. (a cura di), Cross-border Health Care in the European Union. Mapping and analysing practices and policies, European observatory on health systems and policies Study series 22, 2011, www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0004/135994/e94875.pdf?ua=1, p. 44.

[iv]Monti: Vado all’Oms per spiegare che la salute deve contare di più, intervista pubblicata su Repubblica del 13 agosto 2020, p. 7.

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