Svelati i piani di guerra diretta contro la Russia dei Paesi NATO
I piani dei “volenterosi” per la guerra in Ucraina
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
Karl Marx scriveva che la cultura (della classe) dominante interpreta la realtà capovolgendola come in una camera oscura. Tale metafora potrebbe applicarsi alle narrazioni della propaganda dell’EUristocrazia, l’attuale elite europea al potere.
Ad esempio, nei giorni scorsi il capo della diplomazia europea, l’estone Kaja Kallas, ha catturato l’attenzione pubblica con alcune affermazioni che oltre a sfidare la storia, sfidano la realtà.
“Negli ultimi 100 anni, nessun paese ha attaccato la Russia, ma la Russia ha attaccato 19 paesi”.
Si tratta di un capovolgimento palese della storia. Inoltre:
"Se vogliamo prevenire la continuazione di questa guerra, dobbiamo limitare l'esercito della Russia, così come il suo bilancio militare".
Questa affermazione, invece, è fuori dal campo del reale, dal momento che capovolge i rapporti di potenza esistenti. La NATO ha dimostrato sul campo di battaglia di non avere nessuna leva per imporre alcunché alla Russia.
Qualcuno potrebbe ingiustamente pensare che la Kallas abbia perso il contatto con la ragione, ma si sbaglia. La storia non si spiega con la pazzia dei leader politici o dei capi militari. La realtà è ben più complessa (e drammatica).
Le apparenti assurdità della Kallas vanno piuttosto collocate all’interno di una precisa strategia che Bruxelles ha deciso di seguire a capofitto: quella dello scontro diretto con Mosca. La propaganda di guerra occidentale serve da un lato a disumanizzare il nemico, dall’altro a creare la percezione di una minaccia esistenziale alle nostre vite.
Gli EUristocratici hanno capito di non avere altra via d’uscita che quella della guerra infinita contro Mosca. Tanto sono gli ucraini a morire sul campo di battaglia o al limite i poveri giovani d’Europa o i magrebini che sperano in un passaporto europeo, mica i figli di Ursula von der Leyen.
I piani dei “volenterosi” per la guerra in Ucraina
Davanti alla perdita irreversibile di rilevanza strategica in un mondo sempre più multipolare, le elite europee hanno puntato tutte le loro carte sulla guerra. L’obiettivo è quello di rilanciare la potenza europea su un sistema-guerra, basato sul riarmo e sulla russofobia. La strategia è quella di impedirne la fine, prendere tempo nella speranza che le elezioni di mid-term trasformino Donald Trump in un’anatra zoppa, riconsegnando l’egemonia di potere al blocco trasversale neocon.
Pertanto, il processo negoziale tra Stati Uniti e Russia è sistematicamente sabotato.
Anche questa volta, dopo i colloqui con Washington, Zelensky si è precipitato a Londra dove si è riunito con Starmer, Macron e Merz per trovare il consenso necessario a respingere il piano di Trump. Ha avvertito che Kiev e i suoi partner presenteranno un piano alternativo.
E anche questa volta, c’è da aspettarsi che i guerrafondai presenteranno condizioni inaccettabili per la Russia, che partono da una sbagliata comprensione della realtà: gli sconfitti non dettano le condizioni ai vincitori.
Lo scontro diretto con Mosca
Il linguaggio di Kaja Kallas, le falsità storiche e i propositi irrealistici, sono parte della guerra cognitiva che Bruxelles conduce contro i suoi cittadini, noi europei. La propaganda occidentale calpesta non solo la realtà, ma anche la logica.
Diffonde due narrazioni in contrasto fra loro: Russia allo stesso tempo è debole perché provata dalla guerra e dalle sanzioni occidentali, ma se non viene sconfitta in Ucraina, potrebbe invaderci sino a Lisbona.
Anzi, nelle ultime settimane, la propaganda si è spinta anche oltre: la Russia ci ha già attaccato con una guerra ibrida. Gli attacchi ibridi di Mosca si fanno risalire dal mai avvenuto attacco al gps dell’aereo di Ursula von der Leyen, costretto ad un atterraggio con ben 10 minuti di ritardo in Bulgaria.
In base ai fantomatici e mai provati attacchi ibridi russi contro i paesi europei, la NATO adotterà una postura più “aggressiva” nei confronti della Russia. Il capo del comitato militare della NATO, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, afferma che si valuta la possibilità di un attacco ibrido di natura preventiva. Secondo il più alto ufficiale dell’alleanza si tratterebbe comunque di operazioni di natura difensiva, tese a ripristinare la deterrenza.
Queste gravi affermazioni pubblicate dal Financial Times confermano un articolo pubblicato da Politico alcuni giorni prima, secondo cui la NATO, sulla spinta dei paesi Baltici, pensa “l’impensabile”: una “rappresaglia preventiva”.
È evidente che si tratta di formule retoriche che mal nascondono l’intenzione dell’Occidente di sferrare un first strike mascherato da attacco difensivo, in modo da poter bollare come illegittima la conseguente risposta di Mosca. Di fondo l’Europa non crede nella deterrenza della Russia o crede che un consensus internazionale potrebbe impedire una rappresaglia russa. Si tratta di un azzardo che potrebbe trasformare il nostro continente nel campo di battaglia della prossima (brevissima) guerra nucleare.
I piani segreti di guerra con la Russia
È la stampa internazionale a rivelare che alcuni stati membri si preparano – anche da anni - alla guerra contro la Russia. Sempre a fine novembre il Wall Street Journal ha rivelato che la Germania, già da due anni, prepara un piano segreto per la guerra contro la Federazione Russa.
Il progetto, denominato con poca fantasia Operazione Piano Germania, prevede il dislocamento a 800.000 soldati tedeschi, statunitensi e di altre truppe NATO verso est, in direzione della linea del fronte. Descrive inoltre i porti, i fiumi, le ferrovie e le strade che avrebbero attraversato, e come sarebbero stati riforniti e protetti durante il tragitto.
Il piano presenta un “approccio di tutta la società alla guerra”, in cui scompare il confine tra militare e civile, segnando il ritorno ad una nuova Guerra Fredda infinita. Un aspetto fondamentale è quello di garantire profitti all’industria della difesa.
Rheinmettal ha recentemente firmato un accordo da 260 milioni di euro per rifornire le truppe tedesche e della NATO, nell'ambito degli sforzi dell'esercito per integrare maggiormente il settore privato nel piano.
Alla base di tutto ciò sta la convinzione dei funzionari tedeschi che la Mosca ci attaccherà entro il 2029. Naturalmente a sostegno di questi allarmi non viene presentata alcuna prova, tanto chi si oppone a queste narrazioni viene immediatamente tacciato di essere un agente di Putin o una quinta colonna del nemico.
Alla luce di ciò è chiaro a cosa servono le spudorate menzogne di Kaja Kallas: alla creazione del nemico e alla mobilitazione degli spiriti in vista di una guerra che secondo i nostri strateghi potrebbe avvenire entro quattro anni. Probabilmente dopo un nostro “attacco di rappresaglia preventiva”.

1.gif)
