Emil Kusturica: “Gli Usa potrebbero decidere di bombardare Russia Today come fecero con la tv serba nel 1999"

Per il regista serbo: RT sta distruggendo “lo stereotipo dei Buoni e dei Cattivi a marchio Hollywood-CNN”.

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Emil Kusturica: “Gli Usa potrebbero decidere di bombardare Russia Today come fecero con la tv serba nel 1999"

 
In un articolo pubblicato dal quotidiano serbo Politika, il regista e musicista Emir Kusturica ha sostenuto che “la terza guerra mondiale comincerà con il bombardamento di Russia Today da parte del Pentagono” (qui la traduzione completa di F. Roberti per il sito byebyeunclesam). Secondo Kusturica RT rappresenta oggi uno degli obiettivi più sensibili in quanto è riuscita a sfidare la propaganda di stato stutunitense e proprio per questo il regista ha paragonato l'emittente russa al pari delle armi più sofistificate del Cremlino, come l’SS-18, il missile balistico intercontinentale.
 
RT, prosegue Kusturica, sta distruggendo “lo stereotipo dei Buoni e dei Cattivi a marchio Hollywood-CNN”. L'amministrazione americana, prosegue il regista serbo, è molto preoccupata del fatto che RT stia mostrando al mondo che esista un'alternativa al capitalismo americano, che gli Stati Uniti stanno portando il mondo nel caos, che Monsanto non produce cibo sano, “che la Coca Cola è ideale per pulire i cerchioni dell’auto e non per lo stomaco umano, che in Serbia la percentuale di persone morte di cancro è aumentata vertiginosamente a seguito dei bombardamenti NATO del 1999… che le impronte della CIA sono presenti sulla crisi ucraina, e che Blackwater sparò alla polizia ucraina, e non gli attivisti di Maidan”, ha sostenuto il regista.
 
Per tutte queste ragioni, conclude Kosturica, RT è una vera minaccia alla propaganda di Stato statunitense in quanto raggiunge gli Americani “nelle proprie case, in perfetto Inglese, meglio della CNN”. Ed ecco perché, secondo il regista, Washington potrebbe stufarsi e cercare di zittire RT con la forza – in modo molto simile a quanto la NATO fece con la televisione statale della Serbia nell’aprile 1999.

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