Andrea Zhok - Come i media lavorano a farvi "rassegnare" al conflitto

10321
Andrea Zhok - Come i media lavorano a farvi "rassegnare" al conflitto

C’è qualcosa di quasi rasserenante nel rivedere sempre le stesse dinamiche, per quanto repellenti.
 
Così per mesi abbiamo ricevuto dall’apparato mediatico come unica verità asseribile una camionata di menzogne, omissioni, e distorsioni lunari sulla strategia pandemica, il tutto accompagnato da censure violente e stigmatizzazioni delle voci dissonanti.
 
Ora è cambiato il tema, ma le modalità sono rimaste esattamente identiche, con la differenza - non piccola per chi si trova dal lato del dissenso - che in questo caso un numero maggiore di cittadini hanno esperienza pregressa sufficiente a insospettirsi, o addirittura a rilevare distintamente l’inaffidabilità della propaganda mediatica. (Sul tema pandemico il pubblico era "epistemologicamente vergine", e quindi l’appello a fidarsi degli “esperti bollinati” di regime funzionava praticamente senza resistenza, qui invece una parte significativa del pubblico ha quel tanto di memoria storica per non bersi tutto senza percepire almeno delle dissonanze.)
 
Ma nonostante questa sorta di quasi-serenità che possiamo avvertire nel reidentificare un medesimo pattern, lo stupore – e il disagio – di fronte alla potenza di costruzione mediatica della realtà rimane grande.
 
Così, riuscire a far passare appelli in prima pagina all’assassinio politico di leader di potenze straniere per “libertà di stampa di cui siamo orgogliosi alfieri”, mentre vengono sospesi (su richiesta politica) contratti di informazione TV a voci dissenzienti (Orsini) è al tempo stesso meraviglioso e angosciante.
 
O similmente, sbattere fuori con ignominia ogni cenno alla Russia e alla cultura russa da ogni contesto possibile, letterario, musicale, sportivo, accademico e poi rivendicare di parlare a nome dei valori di tolleranza dell’Occidente, anche questo è bellissimo.
 
Oppure, dopo aver costruito per mesi e anni la catena di equivalenze riduttive per cui chi rivendicava gli interessi della sovranità nazionale era “sovranista”, se eri “sovranista” eri “nazionalista”, e se eri “nazionalista” allora eri nazifascista, ora parte la riduzione inversa, per cui nazisti col bollino sono nazionalisti, che a loro volta in fondo sono solo buoni patrioti scesi in campo a difesa della sovranità nazionale.
 
Oppure si spiega che la sovranità nazionale ucraina non ammetteva mitigazione alcuna e che non c’era assolutamente nessun pericolo rappresentato da Nato/USA, e poi si menziona come minuzie trascurabili che l’Ucraina era luogo di ripetute esercitazioni militari Nato, che l'esercito ucraino era già in precedenza addestrato e armato dagli USA, che l'Ucraina ospitava 16 biolaboratori sotto la sovraintendenza diretta degli USA, che il figlio del presidente in carica era (è) nel CdA della maggior azienda energetica ucraina e che il babbo fece licenziare il pubblico ministero (ucraino) che lo stava indagando, che il colpo di stato del 2014 era stato finanziato con soldi di provenienza estera, ecc. ecc. (tutto nel nome dell’autonomia sovrana dell’Ucraina, va da sé.)
 
Oppure si applaude in Parlamento, nel nome della democrazia, un presidente che ha appena soppresso ed eliminato tutti i partiti di opposizione nel proprio Parlamento.
 
E si potrebbe continuare a lungo, e sarebbe anche divertente, se non fosse che la direzione in cui tutto questo conduce non è divertente, ma tragica. Questo lavoro ai fianchi da parte del Ministero della Verità non è semplicemente ignobile e disgustoso per chiunque abbia ancora un briciolo di onestà intellettuale; questo sarebbe il meno; il problema è che esso prepara sempre il terreno a decisioni radicali che devono apparire necessarie, fatali, richieste dalle circostanze.
 
Così in Italia è già passato, dopo anni di stand-by, un finanziamento militare straordinario (60 miliardi nei prossimi 15 anni); così in Germania è ripartito in grande stile il riarmo bellico dopo il ’45; e così, giorno dopo giorno, la menzione americana di possibili “incidenti” che potrebbero portare “come ultima risorsa” all’utilizzo dell'arma nucleare prende piede.
 
Ecco, rammentate che nelle guerre frontali (non in quelle "per procura") succede sempre così: prima si lavora alla demonizzazione del nemico (creazione del mostro), poi si alza il livello del rischio percepito nella popolazione (paura del mostro) e infine “ci si rassegna” al conflitto, presentato come esito lungamente posposto, ma oramai inevitabile col mostro.

Andrea Zhok

Andrea Zhok

Professore di Filosofia Morale all'Università di Milano

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La Nuova Era dell'Economia Globale  di Giuseppe Masala La Nuova Era dell'Economia Globale

La Nuova Era dell'Economia Globale

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti