Assad, adesso chiamatelo Don Bashar, Boss, trafficante di droga

Assad, adesso chiamatelo Don Bashar, Boss, trafficante di droga

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Proprio così, ieri Repubblica, titolava un articolo: "La droga dell'Isis non era dell'Isis": quelle 14 tonnellate di anfetamine sequestrate in Italia e il legame con la Siria di Assad".
 
Insomma, dove non possono le sanzioni e le guerre e tante menzogne diffuse in questi anni, il mainstream portavoce di chi vuol mettere in ginocchio la Siria, dal cilindro trova un colpo a sorpresa: Assad e la sua famiglia sono in pratica un clan mafioso che traffica droga.
 
Poco tempo fa era toccato anche al Presidente del Venezuela Nicolas Maduro ad essere incriminato dagli USA per traffico di droga, con tanto di taglia di 25 milioni di dollari.
 
Ormai, l'occidente e i suoi lacchè sono alla frutta, le fake news sono arrivate oltre il mondo alla rovescia.
 
Tornando ad Assad, si dice, che data la quantità di metanfetamine, 14 tonnellate, come è stata impacchettata  e il luogo dove sono partite, il porto di Latakia, sono tutti indizi che conducono al presidente siriano e alla sua famiglia come gestori di questo traffico.
 
Gli esperti de "noialtri", sostengono che l'ISIS è troppo debole adesso per organizzare un tale traffico. Debole? E allora perché gli USA sono ancora in Siria a difendere il petrolio rubato ai siriani dall'ISIS?
 
Perché il Gico della Guardia di Finanza non ha subito evidenziato che l'ISIS non poteva essere il promotore di questo traffico? L'Italia è in prima fila nelle sanzioni alla Siria, non riconosce il governo di Assad, ha sospeso le relazioni diplomatiche, quale interesse avrebbe il governo italiano a difendere la reputazione di Assad omettendo il ruolo nel presunto traffico di droga del presidente siriano?
 
Il mainsteam italico supera ogni decenza quanto cita la smentita del gruppo terroristico: "Per l'Isis la droga sequestrata in Italia è 'un affare tra Assad e la mafia' ".
 
Ci vuole una grande organizzazione, o uno Stato, è vero, per organizzare un tale traffico. Infatti, furono gli stati Uniti, servendosi della ,CIA, a diffondere l'allucinogeno LSD negli anni '60 del 900, per indebolire i movimenti di protesta contro la guerra in Vietnam.
Giancarlo de Cataldo, all'AGI, ha raccontato:  "In Italia - aggiunge l'autore di L'agente del caos - abbiamo avuto Ronald Stark, un importante agente provocatore americano. È stato il più grande trafficante mondiale di LSD ma anche un personaggio che ha dato un grande contributo al radicalizzarsi dei movimenti rivoluzionari armati". Erano gli anni tra il '66 e il '69. Anni in cui il traffico mondiale di LSD coinvolgeva CIA, FBI e altri importanti segmenti dell'amministrazione americana. 
 
Riguardo la provenienza, ovvero il porto di Latakia, luogo di origine della partenza del carico di droga, come indizio schiacciante della colpevolezza di Assad, dato che la sua famiglia è originaria di questa provincia, è altrettanto surreale. Qualcuno ha mai accusato il governo colombiano o quello italiano per le tonnellate di droga smerciate dalla Colombia al Porto di Gioia Tauro?
 
 
Questa ultima fake news sulla Siria serve a nascondere il vergognoso atteggiamento dell'Occidente nei confronti della Siria per metterla in ginocchio, colpevole di aver resistito a 10 anni di guerra per procura.
In questo momento, contemporaneamente, in Siria sono state messe in campo tutti gli strumenti di aggressione usate in questi anni per rovesciare i governi indipendenti.
 
In tempi di Covid-19, gli USA hanno inasprito le sanzioni con il 'Caesar Act', l'UE ha prorogate le sue. La Turchia e i suoi mercenari bloccano sempre più spesso le stazioni del pompaggio dell'acqua per 1 milioni di persone nella provincia di Hasaka. I mercenari turchi stanno bruciando decine di ettari di coltivazioni nel nord-est della Siria. Per non parlare di Israele che continua i suoi bombardamenti.
 
Infine, lo strumento mediatico, hanno messo in campo il mainstream: Assad trafficante di droga.
 
La Siria, come il Venezuela, l'Iran, ormai, hanno le spalle larghe e resisteranno perché hanno consapevolezza che bisogna essere preparati ad ogni genere di guerra, oltre quella tradizionale di armi e bombe, ovvero, quella mediatica ed economica.

La Redazione

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