La Cina è "sconvolta e delusa" dalle sanzioni USA all'Autorità Nazionale Palestinese

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La Cina è "sconvolta e delusa" dalle sanzioni USA all'Autorità Nazionale Palestinese

 

La Cina è rimasta “sconvolta” e “delusa” per la decisione attuata giovedì da parte degli Stati Uniti di imporre sanzioni all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) e all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). 

"Siamo delusi e non riusciamo a comprendere la mossa degli Stati Uniti", ha lamentato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Guo Jiakun, nel consueto briefing con la stampa, aggiungendo che la questione palestinese "è al centro della questione mediorientale".

Jiakun ha inoltre descritto la lotta palestinese come “una questione di equità e giustizia internazionale”, esortando Washington ad “assumersi la responsabilità” di attuare le risoluzioni delle Nazioni Unite sulla Palestina. 

Ha sottolineato che la questione palestinese si trova in un “momento cruciale e storico”.

"La Cina sostiene fermamente la giusta causa del popolo palestinese nel ripristino dei suoi diritti nazionali (e) dell'effettiva giurisdizione dell'Autorità Nazionale Palestinese sull'intero territorio palestinese, compresa la Striscia di Gaza e la Cisgiordania", ha aggiunto, invitando Washington a "non fare il contrario".

Ha poi proseguito ribadendo che la soluzione a due stati è la “soluzione completa, giusta e duratura”.

Il 31 luglio gli Stati Uniti hanno annunciato l'imposizione di sanzioni all'Autorità Nazionale Palestinese e all'OLP, accusandole di minare gli sforzi di pace. 

I soggetti colpiti dalle sanzioni si vedranno negare il visto. Non è stato specificato chi esattamente sia stato sanzionato. 

"È nel nostro interesse per la sicurezza nazionale imporre delle conseguenze e ritenere l'OLP e l'Autorità Palestinese responsabili del mancato rispetto dei loro impegni e del indebolimento delle prospettive di pace", secondo il Dipartimento di Stato americano. 

Washington ha accusato l'Autorità Palestinese di "aver intrapreso azioni volte a internazionalizzare" il conflitto con Israele, anche attraverso la Corte Penale Internazionale (CPI). Ha inoltre accusato Ramallah di "sostenere il terrorismo".

L'Autorità Palestinese è stata fondata dopo gli accordi di Oslo del 1993 tra Israele e l'OLP, guidata all'epoca da Yasser Arafat. 

L'accordo avrebbe dovuto aprire la strada a un eventuale Stato palestinese e vide l'OLP abbandonare la resistenza armata contro Israele. 

Negli anni successivi Israele ha ampliato rapidamente gli insediamenti illegali e consolidato la sua occupazione illegale della Cisgiordania. 

L'Autorità Nazionale Palestinese è stata al centro degli sforzi per trovare una soluzione per la Striscia di Gaza del dopoguerra. Mentre Israele continua a respingere il ritorno di Ramallah al governo della Striscia, gli stati arabi hanno promosso l'idea di un'Autorità Nazionale Palestinese riformata che assuma il potere a Gaza e metta da parte Hamas. 

Washington ha anche chiesto all'Autorità Palestinese di avviare delle riforme, tra cui la revoca della legge sugli stipendi. 

Hussein al-Sheikh, segretario generale del Comitato esecutivo dell'OLP e stretto confidente del presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, è stato nominato vicepresidente dello Stato di Palestina il 26 aprile.

L'iniziativa avrebbe dovuto rappresentare una riforma della leadership dell'Autorità Nazionale Palestinese, ma è stata fortemente criticata da diverse fazioni palestinesi, ritenendola illegittima. 

La Cina ha svolto un ruolo di mediazione tra le fazioni palestinesi, tra cui Hamas e il partito Fatah dell'Autorità Nazionale Palestinese, con l'obiettivo di raggiungere un consenso sulla gestione della questione di Gaza nel dopoguerra. 

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