La denuncia di Evo Morales: «La CNN e' dell'impero mentre teleSUR difende il popolo»

Il presidente della Bolivia smaschera i media mainstream al servizio di oligarchie e multinazionali

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La denuncia di Evo Morales: «La CNN e' dell'impero mentre teleSUR difende il popolo»

 

La faziosità e l’opera di disinformazione che attuano sistematicamente i media mainstream contro quei paesi e quelle realtà che non agiscono in conformità con il pensiero dominante, costituisce senza ombra di dubbio un grosso problema. Anche se vi è da dire che gli ultimi accadimenti a livello internazionale - vittoria di Trump negli Usa e Brexit - hanno segnato una netta sconfitta per i mezzi di comunicazione egemonici. 

 

A tal proposito il presidente della Bolivia, Evo Morales, che ha subito attacchi tanto furibondi quanto mendaci, ha sottolineato la necessità di combattere i media egemonici che calpestano i diritti collettivi dei popoli a favore degli interessi delle oligarchie e delle multinazionali. 

 

Quale modo migliore per spiegare la differenza tra i media mainstream e quelli alternativi? Una comparazione tra la CNN e teleSUR. 

 

«La CNN appartiene all’impero, mentre teleSUR difende il popolo. Questa è la differenza tra i due mezzi di comunicazione (…) Dobbiamo affrontare la privatizzazione dell’informazione (che viene fatta) attraverso alcuni mezzi di comunicazione internazionale (…) Abbiamo il diritto ad avere mezzi di comunicazione per avere diritti collettivi», queste le parole pronunciate da Evo Morales in occasione dell’inaugurazione del III Vertice continentale della Comunicazione Indigena a Cochabamba. 

 

Sempre da Cochabamba, il leader boliviano ha rilasciato un’intervista al quotidiano messicano ‘La Jornada’ dove afferma che «la vittoria di Trump è il risultato del malcontento contro la fallimentare globalizzazione, della rabbia contro il libero mercato, la barbarie della guerra. Un malcontento guidato dalla destra». 

 

Con il quotidiano messicano, Morales, torna ad affrontare il tema della disinformazione che ha operato in maniera vergognosa in occasione del referendum tenutosi in Bolivia: «Inventarono una donna e un bambino dicendo che era il figlio di Evo. In più dissero che il bambino era morto. Tutto era una menzogna. La stampa si è comportata come un cartello della menzogna. La questione è stata ben organizzata. L’hanno programmata in anticipo».  

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