L'allarme (infondato) del liberista Mattarella
Di Francesco Erspamer
Mattarella, democristiano liberista messo al Quirinale da Renzi, ha lanciato l’allarme e stampa e televisione lo hanno debitamente amplificato. Di che si tratta? Del fatto che la popolazione italiana è calata: 116mila cittadini in meno. Per cui siamo solo 60 milioni e 300mila, come nel 2014: una tragedia. Chissà come facevamo allora, o mezzo secolo fa, quando eravamo 50 milioni.
Si scordano di far notare, i profeti dell’apocalisse demografica, che la densità per km² è superiore alla media europea e mondiale e che restiamo uno dei paesi più sovrappopolati del pianeta – fra gli stati con più di 20 milioni di abitanti occupiamo il quindicesimo posto, appena sotto la Nigeria. Duecento abitanti per km², malgrado un territorio in buona parte montagnoso; la Francia ne ha 123, la Spagna 93, gli Stati Uniti 33.
Siamo troppi. Ma se la decrescita continuasse a questo ritmo (e non è affatto detto) ci vorrebbero ben dieci anni per tornare ai livelli del 2010. A me pare un processo morbido, graduale, non un tracollo come vuole farvi credere Mattarella. E spero che continui a lungo per poi stabilizzarsi sui 40 milioni di abitanti. Il mondo dovrebbe seguire il nostro esempio. Se non ora, quando? Visto che gli stessi liberisti che vogliono più figli prevedono un drastico calo dell’occupazione a causa dell’automazione.
Ma allora perché non gli va bene? Non lo sanno che in un paese e in un pianeta di dimensioni finite, a un certo punto ci si dovrà fermare in ogni caso? E che più tardi ci si ferma, meno risorse saranno disponibili? Perché non ora?
Perché il capitalismo non sa fare altro che crescere e senza crescita muore. Non smetterà mai, neppure davanti al rischio o alla certezza della fine della civiltà o dell’annientamento della nostra specie. Non illudetevi che possano ravvedersi, i ricchi e gli speculatori: l’avidità è la loro natura, come quella dello scorpione della favola è colpire la rana che lo sta portando in salvo fuori dal fiume, anche se così ucciderà sé stesso. Il successo li ha convinti di essere onnipotenti: siccome sanno moltiplicare il denaro, credono di poter moltiplicare qualunque cosa, anche i pani e i pesci. Ma non è vero, sanno solo depredare ciò che natura e civiltà hanno accumulato nei secoli.
Mattarella vuole più immigrati per realizzare il sogno liberal di un’Italia multiculturale, all’americana, e di un mondo omogeneizzato dal consumismo; la Lega preferirebbe più piccoli italiani, per tenerci puri. Posizioni differenti ma concordi su un punto: l’importante è che ci siano tanti lavoratori da sfruttare, tanti miserabili da aizzare gli uni contro gli altri, tanti disperati da stordire con gadget inutili. Ci sono già milioni di poveri, in Italia: dài, creiamone di più, che conviene ai vincenti.
La soluzione non è crescere: è distribuire in maniera equa l’enorme ricchezza disponibile, in modo da vivere meglio tutti, senza eccessi e senza sprechi, in modo sostenibile e solidale.