Noi saremo tutto. Buon Primo Maggio a tutti

3276
Noi saremo tutto. Buon Primo Maggio a tutti


di Giorgio Cremaschi



Oggi sento questo Primo Maggio particolarmente forte dentro di me, come è stato per il 25 aprile. 

Il fatto di non potere scendere in piazza come sempre, ricostruisce, rafforza, estende il senso ed il valore di questa giornata, la  manifestazione laica più grande e importante del mondo. Oggi che siamo a casa in  miliardi di persone, oggi che sentiamo i colpi del virus unirsi in tanti paesi a quelli dell’ingiustizia sociale e dello sfruttamento, oggi sentiamo  più che mai il senso profondo dell’appuntamento mondiale di lotta e unità del mondo del lavoro. 

È dalla fine del 1800 che ovunque si scende in piazza il 1 maggio e da allora la storia umana si è misurata anche con il senso che assumeva quella giornata. In queste settimane di pandemia la società ha improvvisamente riscoperto il valore del lavoro, del lavoro vero. Un infermiere e un medico hanno contato  infinitamente di più di un banchiere, un’addetta alle pulizie più di un esperto di Borsa, una commessa di supermercato più di un’esperto di marketing. 

E gli operai, gli addetti alla produzione,  si sono rivelati improvvisamente preziosi per le imprese, quelle stesse imprese che prima li volevano rendere superflui con la delocalizzazione e che ora lasciavano a casa i manager,  ma non chi agiva sulle macchine e alla catena di montaggio. Operai così preziosi  che i padroni hanno fatto carte false per farli lavorare infrangendo blocchi e chiusure.

Durante i momenti più duri della pandemia, i valori costruiti in trent’anni di dominio liberista sulle vite si sono improvvisamente ribaltatati, quasi per  forza naturale. E il lavoro, quello vero, improvvisamente è apparso infinitamente più importante del valore della finanza e degli affari. Ora il sistema sta riprendendo il suo potere e con le minacce ed i ricatti economici prova a riportare il lavoro alla sua condizione di sottomissione e mercificazione, sotto il dominio del capitale. Ma abbiamo visto e sentito la potenza e la forza del lavoro. Questo è il senso vero del Primo Maggio, una festa della forza e del futuro. Come alle sue origini,  quando le lavoratrici ed i lavoratori si riconoscevano come le basi di una società che avrebbe  potuto fare a meno degli sfruttatori, ma non di chi ne subiva il potere. Il lavoro è tutto il capitale niente, questo vuol dire il Primo Maggio, e questo suo significato riemerge appena i destini della società giungano a bivi cruciali. 

Alla fine dell’800 l’orario di lavoro era di dieci ore al giorno  per sei giorni, ma la ricorrenza del Primo Maggio rivendicò le otto ore per i lavoratori di tutto il mondo. Utopia? No, futuro. Oggi abbiamo di nuovo bisogno di riconoscere la forza di chi lavora e di costruire il futuro. Ridurre l’orario, garantire sicurezza e dignità a tutte e tutti, finirla con il dominio degli affari e dei soldi sulla vita delle persone e sulla natura; queste non sono utopie, ma il futuro necessario, come allora le otto ore. Cancellare il Jobsact deve essere ben più  facile che sconfiggere il Covid. 
Basta piangere, basta paura, noi siamo tutto loro non sono nulla, lo abbiamo visto nel dolore della pandemia, la festa del lavoro ce lo ricorda anche per quando saremo guariti.

Noi saremo tutto. Buon Primo Maggio compagne e compagni.
 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri di Loretta Napoleoni La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La nuova "dissidenza" che indossa orologi svizzeri

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese di Giuseppe Masala La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

La silenziosa disfatta dell'industria militare francese

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo   Una finestra aperta L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

L'impegno della Cina per la pace e lo sviluppo del mondo

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google di Francesco Santoianni I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

I no war secondo l'Intelligenza Artificiale di Google

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America? di Raffaella Milandri Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Da Delhi alle Americhe: Chi Sono i Nuovi Indiani d'America?

Papa "americano"? di Francesco Erspamer  Papa "americano"?

Papa "americano"?

Il 25 aprile e la sovranità di Paolo Desogus Il 25 aprile e la sovranità

Il 25 aprile e la sovranità

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi di Geraldina Colotti Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Le narrazioni tossiche di un modello in crisi

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Lavoro e vita di Giuseppe Giannini Lavoro e vita

Lavoro e vita

La Festa ai Lavoratori di Gilberto Trombetta La Festa ai Lavoratori

La Festa ai Lavoratori

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace di Michelangelo Severgnini Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

Sirri Süreyya Önder, la scomparsa di un grande uomo di pace

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

Un sistema da salari da fame che va rovesciato di Giorgio Cremaschi Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Un sistema da salari da fame che va rovesciato

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti