USA: attacco contro l'ambasciata di Cuba a Washington

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USA: attacco contro l'ambasciata di Cuba a Washington

L'ambasciata cubana a Washington, la capitale degli Stati Uniti d'America (USA), è stata oggetto di un attacco verificatosi nella giornata di domenica che non ha lasciato vittime, secondo quanto ha denunciato il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez.

In un messaggio pubblicato sul social network X, il Ministro degli Esteri di Cuba ha affermato: “"Nella notte di oggi, 24/9, l'Ambasciata cubana negli Stati Uniti è stata oggetto di un attacco terroristico da parte di un individuo che ha lanciato 2 molotov".

Il funzionario ha precisato che non ci sono persone rimaste ferite e che i dettagli sono ancora in fase di chiarimento.

Rodriguez ha poi aggiunto che questo è il secondo attacco violento contro la sede diplomatica di Washington dall'aprile 2020. "In quell'occasione, un individuo ha sparato con un fucile d'assalto contro la sede".

"I gruppi anticubani ricorrono al terrorismo quando si sentono impuniti, cosa di cui Cuba ha ripetutamente avvertito le autorità statunitensi", ha concluso il capo della diplomazia dell'isola caraibica.

L’attacco della giornata di ieri è stato così commentato dal quotidiano cubano Granma, che ha provato a spiegarne i motivi, come la frustrazione degli elementi anti-cubani presenti sul territorio degli Stati Uniti: “È un'ulteriore prova dell'impotenza degli odiatori anticubani, a disagio per i recenti successi della diplomazia isolana alla 78ª sessione delle Nazioni Unite. Lì si è sentito l'appoggio, l'affetto e il sostegno dei rappresentanti della comunità degli emigrati, così come i voti per un maggiore avvicinamento, difesi da vari settori della società statunitense, come quello sanitario, culturale e imprenditoriale.

Tanto riconoscimento per la Cuba socialista, acclamato per le strade di New York, dove il presidente Díaz-Canel ha teso la mano dell'amicizia e della solidarietà del suo popolo al popolo statunitense, ha esacerbato la rabbia di coloro che si rivolgono al terrorismo come espressione della loro intolleranza, cosa di cui Cuba ha messo in guardia le autorità statunitensi, secondo il ministro degli Esteri cubano.

Gli odiatori, al servizio della maggiore potenza del mondo, hanno sentito troppa pressione in questi giorni: da un lato, i governi di diversi Paesi che chiedono agli Stati Uniti, in sede ONU, di porre fine al blocco e l’esclusione di Cuba dalla lista dei presunti sponsor del terrorismo; dall'altro, la leadership del Paese nel G77+Cina, così come gli abbracci nelle strade di New York.

Il nuovo affronto è un'ulteriore prova che non è Cuba a sponsorizzare il terrorismo, mentre il governo che la individua contempla impunemente atti di questo tipo contro di essa.

L'attacco di ieri è il secondo contro la sede diplomatica cubana. Il precedente è avvenuto nell'aprile 2020, quando una persona ha sparato con un fucile d'assalto contro la sede. Secondo Prensa Latina, dal trionfo della Rivoluzione le rappresentanze diplomatiche cubane nel mondo hanno subito più di 580 atti terroristici.

Tuttavia, se c'è una cosa che chi agisce in modo così feroce sa bene è che le parole resa e sconfitta non sono nel dizionario dei cubani. Come disse Fidel in un altro storico aprile, nel 2016, Cuba vincerà”.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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