Dalla furia ultrareazionaria ai falsi ideologici: Paolo Mieli e i "finti pacifisti"

9494
Dalla furia ultrareazionaria ai falsi ideologici: Paolo Mieli e i "finti pacifisti"

I rinnegati si sa sono i più fanatici nel dare addosso alla parte politica di cui hanno fatto parte in passato.

Poco importa che quel passato sia lontano, un piccolo “peccato di gioventù”, quel ricordo brucia finché il rinnegato campa, obbligandolo a rincarare la dose per certificare che lui si è del tutto mondato del peccato in questione. Uno dei più “illustri” rappresentanti di questa schiera (in Italia nutritissima) di intellettuali “pentiti” di avere, magari per breve tempo, magari solo tangenzialmente, sfiorato il campo comunista (in tutte le sue varianti, dal PC alla sinistra extraparlamentare) è Paolo Mieli, ex direttore del Corsera, boss del gruppo editoriale cui il quotidiano tuttora fa capo, nonché autonominatosi “storico” nel vano tentativo di replicare la gloria di Montanelli (modello per lui inarrivabile, sia perché non avendo mai dovuto rinnegare la proprie idee – coerentemente conservatrici e filo occidentali – poteva permettersi momenti di obiettività, sia perché dotato di più robusti strumenti intellettuali).

Ed è proprio in veste di presunto storico che Mieli, con l’articolo di oggi sul Corriere, si spinge oltre la consueta furia ultrareazionaria, coprendosi di ridicolo attraverso una serie di pacchiani falsi ideologici.

Dopo avere gettato palate di merda sui pacifisti “cinici”, che, invece di plaudire all’invio di vagonate di armi letali all’Ucraina, spiegano che ciò serve solo a prolungare la guerra e la strage, si azzarda a fare una serie di paragoni da far arrossire di vergogna il peggiore dei pennivendoli di regime: sostenere che inviare armi è inutile perché gli ucraini saranno comunque sconfitti, scrive, è come dire che non aveva senso mandare aiuto all’esercito repubblicano spagnolo che resisteva a Franco perché non aveva chance di vittoria.

A parte il fatto che NESSUN PAESE “DEMOCRATICO” aiutò i combattenti antifascisti (mentre i loro nemici furono armati fino ai denti da Hitler e Mussolini), paragonare l’armata antifranchista a un esercito ucraino infarcito di combattenti DICHIARATANENTE NEONAZISTI è una infamia,

Ma al nostro non basta, è deciso ad andare fino in fondo sulla strada della più smaccata falsificazione storica: arriva a mettere sullo stesso piano i resistenti ucraini foraggiati dall’Occidente ai resistenti argentini e cileni contro i generali fascisti! Peccato che quei generali fossero pagati, armati e sostenuti (fatti documentati e riconosciuti dagli stessi responsabili) dai servizi americani (gli stessi servizi che anni dopo hanno alimentato e continuano ad alimentare tutte le rivoluzioni colorate - compresa quella del Maidan - promosse per promuovere cambiamenti di regime nei Paesi che sfuggono al controllo di Usa, Nato e Ue). Se lo è dimenticato? No, ma il suo compito è falsificare la realtà cambiando il significato stesso di fatti, notizie e parole (do you remember 1984?). E, a proposito di Orwell, a pagina 20 il Corriere arruola il dissidente di turno, tale Shishkin, per dire che i russi stanno con Putin perché, siccome tutti gli intellettuali (s’intende come me!) se ne sono andati, in Russia è rimasto solo il popolo bue che non capisce nulla e si lascia manipolare. Gratta il liberale e sotto troverai il nemico giurato delle classi popolari.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West di Raffaella Milandri Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Gedi, per gli Elkann "lavoro completato" di Paolo Desogus Gedi, per gli Elkann "lavoro completato"

Gedi, per gli Elkann "lavoro completato"

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria di Geraldina Colotti La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

In Polonia arrestano gli storici russi di Marinella Mondaini In Polonia arrestano gli storici russi

In Polonia arrestano gli storici russi

Tecnodistopia di Giuseppe Giannini Tecnodistopia

Tecnodistopia

DELENDA EST di Gilberto Trombetta DELENDA EST

DELENDA EST

Solidarietà principio irrinunciabile di Michele Blanco Solidarietà principio irrinunciabile

Solidarietà principio irrinunciabile

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia di Giorgio Cremaschi John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti