Il nuovo paradigma politico che istituzionalizza la morte
Di Paolo Desogus*
Qualche sera fa Massimo Cacciari ha detto in tv qualcosa che in fondo sapevamo già, ma il cui significato è restato fino adesso impigliato nelle nostre parole, senza riuscire a emergere con chiarezza. A Gaza, per la prima volta nella storia, ci troviamo di fronte a un esercito che ha come nemico i civili inermi.
Non ci sono due eserciti in lotta. I palestinesi non hanno intelligence, non hanno forze aeree o navali, né dispongono di un minimo di fanteria. Possono solo contare su qualche razzo e poco altro che in ogni caso per la narrazione occidentale è sempre qualcosa di troppo, qualcosa che giustifica la reazione israeliana e che consente ai benpensanti di strepitare contro il terrorismo e la minaccia antisemita.
La grande schiera di servi che popolano la tv e i giornali cerca di nascondere questi fatti e racconta la favola del paese che si difende da gruppi terroristici feroci e barbari, il cui unico scopo è la cancellazione del popolo ebraico. In realtà non c’è mai stata storia. L’unico popolo che però vede concretizzarsi la minaccia della distruzione è quello palestinese.
C’è ancora chi si appiglia al 7 ottobre o chi tenta di riesumare le categorie razziste degli anni passati sullo scontro di civiltà. Ma in realtà quello che si vede a Gaza è l’opposizione netta tra la forza cieca e disumana e la vita inerme. Israele boicotta ogni tentativo di mediazione diplomatica, si serve della propria intelligence per neutralizzare chi si oppone ai suoi piani, foraggia con risorse immense la propria penetrazione lobbistica nel mondo, paga profumatamente influencer e gente di spettacolo per la propria propaganda, minaccia i paesi alleati di ritorsioni enormi, distribuisce ai politici occidentali riconoscimenti e vantaggi personali, tiene infine sotto ricatto l’amministrazione americana che, senza esitazione, alimenta la macchina mortale dell’Idf. Mai nella storia si era concentrata una forza simile contro un popolo inerme, la cui colpa è oramai solo quella di esistere.
Israele (e noi suoi alleati) rende dunque legittima una pratica di morte del tutto nuova. Edifica sull’orrore un tipo di statualità fondata sulla sopraffazione assoluta, sull’annichilamento di ogni opposizione e sulla negazione di qualsiasi principio giuridico fondato sull’universalità della persona. Siamo di fronte all’affermazione di un paradigma politico che istituzionalizza la morte, trasformando la soppressione della vita inerme in principio costitutivo della sovranità.
*Post Facebook del 21 settembre 2025