Il vertice NATO visto dai divani televisivi italiani

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Il vertice NATO visto dai divani televisivi italiani

 

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

«La Russia è un aggressore e deve essere definita tale in modo chiaro», sentenzia uno. No, dice l'altro, «non sono d'accordo; non basta dire che la Russia è un aggressore: si deve specificare che costituisce una minaccia per l'Europa». Dà loro sulla voce un terzo, che corregge i primi due e specifica che la Russia «rappresenta una minaccia soprattutto per l'area mediterranea, perché in questa fase sta trasferendo le proprie priorità dall'area siriana a quella libica e dunque è l'Italia a esser particolarmente esposta alla minaccia di attacco» di Mosca.

Poi tutti si mettono d'accordo nel sostenere che in ogni caso la Russia attaccherà l'Europa e questo è sicuro; i baltici, che sono molto più vicini, lo sanno bene e ci stanno avvertendo da anni: li si deve ascoltare e farne tesoro. Ma, intanto, Mosca sta già aggredendo l'Europa coi cosiddetti “cyberattacchi”, la cui dimostrazione più evidente è costituita dalla penetrazione della propaganda russa sul continente, a tutti i livelli, con l'Italia che è tra le aree più esposte e più vulnerabile alla penetrazione di tale propaganda. Ma non solo l'Italia, si intromette infine ancora un altro, convinto che Donald Trump costituisca un “asset” (sì, proprio così: un “asset”) di Putin: basta ricordarsi «dei metodi operativi del KGB, i cui agenti blandivano le proprie “vittime” per orientarle dalla propria parte. E questo è ciò che è riuscito a fare Putin nei confronti di Trump, che è certamente un agente dell'influenza russa».

Naturalmente, le parole non sono esattamente queste, ma il tono, il significato, l'obiettivo, le traiettorie di “discussione” e, in molti casi, proprio le stesse affermazioni perentorie, sono quelle. Contrarietà, da parte degli zerbini dei vari media – che si tratti dei soliti editorialisti del Corriere della Sera che accavallano le ginocchia sui divani di quel circo di “Tagadà” su La 7, oppure di “professionisti” di Sky 24, o addirittura di europarlamentari ed ex sindaci d'assalto in formato filosionista d'annata: il ritornello è sempre quello – contrarietà, si diceva, per il fatto che nel comunicato finale del vertice NATO a L'Aja non ci sia un «riferimento diretto all'aggressione russa» e si debba ingoiare la replica, addirittura, dei fascisti di governo che, sì, non c'è quel riferimento, ma Mark Rutte, nella sua conferenza stampa, ha comunque confermato il «sostegno all'Ucraina».

Mal di stomaco, nausea, senso si soffocamento da indigestione di eurocentrismo che, esso stesso, non vede altra ragione del proprio esistere se non quella di urlare da mattina a sera sulla minaccia che arriva da est.

Perché, lasciateglielo dire, a quell'ex sindaco, che appena cinque anni fa si pavoneggiava col “primato” della “sua” città, di vantare più telecamere di sorveglianza per abitante, tutte rigorosamente fornite di software israeliano, che il sindaco viaggiatore era andato a procurarsi direttamente in loco, con il viatico di qualche concittadino, amico di lunga data di Tel Aviv e portavoce in Italia, all'occorrenza, delle accuse di “antisemitismo” che i sionisti scagliano a chiunque osi dire una parola sul genocidio di Gaza. Sì, lasciateglielo dire, a quell'ex sindaco renziano, che «Putin è una minaccia e un aggressore» e dunque sbaglia chi metta l'accento solo su uno dei termini della definizione: Putin è l'una e l'altra cosa, tanto più che proviene proprio da quell'ambiente saturo di “blandizie” verso gli avversari che progetta di portare dalla propria parte e di “cyberattacchi” contro i fieri “nemici di ogni autocrazia” euroasiatica.

Insomma: uno, per sbaglio, o perché vuol prendersi cinque minuti di pausa, accende la TV, sbircia ora questo ora quel canale e si imbatte per caso in un programma che, mentre pretende di dar conto del corso e delle conclusioni del vertice dell'Alleanza di guerra in terra olandese, finisce col presentare al povero telespettatore un remake maccartista (mutatis mutandi, sia chiaro: con l'abisso che c'è tra URSS e Russia) di individui che si danno addosso l'un l'altro, veri pollastri da combattimento su divano, in lotta per conquistarsi il titolo di maggior “conoscitore” dei sistemi usati a suo tempo dal KGB e oggi trasferiti su scala europea per la “cyberpenetrazione” propagandistica, con cui il Cremlino, vedete un po', blandisce i propri avversari per portarli prima dalla propria parte e poi servirsene per mettere in scacco la Santa Europa.

Spettacoli indecenti – “mjagko govorja”, direbbe un qualsiasi russo: “a dir poco”. Chi scrive chiede scusa, che ogni tanto viene preso da lontani ricordi: eh, quando si è stati “blanditi” una volta, anche tanto, tanto tempo, fa, non se ne esce più... - quelli offerti da chi, professionisti di Istituti di studio geopolitico di grido, assicurano che «si deve esser pronti a difenderci», perché non par proprio che «Mosca sia disposta a fermarsi all'Ucraina». Di nuovo: le parole non sono esattamente quelle, ma il tono, il senso e gli scopi di chi parla sono proprio quelli.

Gli scopi sono quelli, ormai palesi da tempo, di convincere la popolazione che sì, siamo in pericolo di guerra e che la guerra verrà con l'aggressione russa a “un paese europeo, o forse più di uno” (Kubilius) e che dunque è tempo per tutti di dimenticare ogni spesa sociale, le cui risorse devono esser dirottate su quelle di “difesa” e tutti si devono attrezzare a una situazione di guerra, dicendo sì ai “crediti di guerra”, sì all'aumento delle forze armate, sì all'uso di basi americane in territorio nazionale, sì all'educazione di guerra nelle scuole... e pazienza se queste scelte, primarie e vitali per «rendere il paese più forte e sicuro», comportano qualche “inconveniente” sul pagamento delle pensioni o sulle liste d'attesa per le tomografie. 

E dunque, riassumendo: il 5% del PIL nazionale alle spese di guerra – 3,5% alla “difesa”, dicono e 1,5% alla sicurezza: “cybersicurezza”, secondo la parola d'ordine oggi di moda – non è poi molto, tanto più che i fascisti di governo assicurano che «nemmeno un euro» verrà tolto da altre voci di bilancio. Il 5% ci sta tutto, soprattutto ora che l'olandese d'assalto ha ribadito che «l'Alleanza rimane a fianco dell'Ucraina... l'Ucraina ha il nostro continuo appoggio e la NATO mantiene la strada del percorso irreversibile verso l'adesione dell'Ucraina alla NATO».

Infatti, stando alla britannica The Telegraph, nel comunicato finale del vertice a L'Aja si parlerà di sostegno a Kiev, anche se non come punto a sé, bensì nel contesto di quel 5% di spesa da qui al 2035 e, per il disappunto di quei divanisti di cui sopra, pare che la retorica anti-russa risulti alquanto ammorbidita – vedete, cosa può combinarti un Trump “blandito” da Putin? - come pure mancherà nel testo scritto l'adesione ucraina alla NATO. Così, se nei comunicati del 2023 e 2024, si accusava Mosca di invasione su vasta scala dell'Ucraina, The Telegraph rileva che quest'anno Trump si è rifiutato di firmare una disposizione simile, temendo il fallimento dei suoi colloqui di pace con  Putin.

Nella sua conferenza stampa, comunque, il signor Rutte, forse proprio per “ammollire” l'arido e scarno (pare che il testo non superi in ampiezza il 10% dei precedenti) comunicato finale, non ha dimenticato la carota per l'Ucraina, rappresentata dall'adesione alla NATO. "Questa è un'alleanza che sarà in partnership con l'Ucraina. Il nostro messaggio al leader ucraino e al suo popolo è che continueremo a sostenere l'Ucraina, anche con i 35 miliardi di euro promessi per quest'anno. Continueremo inoltre ad aiutare l'Ucraina a garantire una pace duratura in futuro. Continueremo a sostenere l'Ucraina nel suo percorso irreversibile verso l'adesione alla NATO», ha detto.

Staremo a vedere. Intanto, oltreoceano c'è chi ancora si dice convinto delle vittoria ucraina sul campo. Nel corso di un'audizione al Senato americano, il capo del Comando USA in Europa, il generale di origini bielorusse Aleksus Grinkevic, ha dichiarato di ritenere che «l'Ucraina possa vincere. Penso che quando la propria patria è in pericolo, si combatta con una tenacia che è difficile per noi immaginare, se non ci troviamo in una situazione simile». Ma anche lui – udite, udite, divanisti di Corriere, Sky 24, ISPI e quant'altri - sostiene che, pur «sconfitta in Ucraina», la Russia continuerà a rappresentare un pericolo per l'Europa: «Penso che, indipendentemente da come finirà la guerra in Ucraina, Putin abbia creato un'economia di guerra e una macchina da guerra sostenuta da questa economia di guerra. Ciò rappresenterà una minaccia per i nostri alleati della NATO», ha detto il bielorusso da guerra.

Grinkevic ha anche detto che USA e NATO devono prestare particolare attenzione alla regione baltica, perché, «soprattutto considerando che l'economia militare russa continua a funzionare, se si raggiungerà un cessate il fuoco in Ucraina, la Russia avrà molte più truppe da trasferire in questa regione, e questo rappresenterà una minaccia dal punto di vista militare, a cui dovremo prestare molta attenzione». Insomma, sembra aver voluto dire Grinkevic: gli ucraini devono continuare a morire sul campo, perché la Russia non attacchi il Baltico. Prima che inizi la guerra nei Paesi baltici, il generale yankee suggerisce di rafforzare l'Ucraina, in modo che possa rinfrancare le proprie forze: «gli ucraini hanno fatto un incredibile lavoro di difesa. Costringono i russi ad avanzare molto lentamente e con perdite enormi. Penso che dovremmo sostenerli ancora, affinché possano continuare a combattere così bene». E intanto, per i prossimi 3-5 anni, noi possiamo rimpinguare i nostri arsenali e prepararci a sostenere l'attacco che “l'aggressore russo” certamente porterà all'Europa.

Ma, della situazione ucraina, sia sul campo di battaglia che nelle stanze del potere a Kiev, delle diatribe tra ras della junta nazigolpista e delle accuse di incompetenza militare e politica lanciate all'indirizzo di Zelenskij e della sua corte da vari ras nazisti, meglio scrivere a parte in altra occasione.

Dai divani degli italici media, per oggi è tutto.


FONTI:

 https://politnavigator.news/ukraincy-dolzhny-umirat-chtoby-rossiya-ne-dvinulas-na-baltiku-amerikanskijj-general.html

  https://politnavigator.news/ukraina-pobedit-rossiyu-no-evropu-ehto-ne-spaset-amerikanskijj-general.html

 

 

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