La sconfitta di Netanyahu

Tregua in Medio Oriente. La fine degli attacchi all'Iran ha un grande sconfitto

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La sconfitta di Netanyahu

 

di Vincenzo Brandi*


Dopo che durante la notte si erano esauriti gli attacchi di ritorsione dell’Iran su basi USA in Qatar ed Iraq, improvvisamente è giunto l’annuncio del solito istrione Tramp sul raggiungimento di una tregua tra Israele, Iran e USA nella guerra in Medio Oriente.

Su tutti i media occidentali ci si interroga su chi sia il vincitore e chi il perdente dopo 12 giorni di fuoco incrociato. Ovviamente i nostri soliti giornalisti asserviti al potere tentano di confondere le acque, cercando di rifilarci una narrazione in cui l’Iran è lo sconfitto; ma un’analisi seria su quanto è accaduto lascia pochi margini ai fini di una corretta interpretazione.

Scatenando l’attacco a sorpresa mentre erano formalmente in corso trattative tra USA e Iran per il raggiungimento di un accordo sullo sviluppo del programma nucleare civile iraniano, Netanyahu ed il suo governo bellicista ed estremista speravano di ottenere una serie di risultati:

 

-coinvolgere in un’azione armata contro l’Iran l’alleato statunitense, ben sapendo che Trump non si sarebbe fatto scrupoli ad attaccare proditoriamente l’Iran pur nel corso di trattative diplomatiche;

-distruggere completamente le capacità nucleari iraniane (come obiettivo minimo) assassinando anche a tradimento il maggior numero possibile di scienziati iraniani, e contemporaneamente dare un colpo decisivo all’apparato militare iraniano, decapitandone le capacità anche con assassinii mirati di comandanti:

-ottenere (come obiettivo massimo) la destabilizzazione completa dello stato iraniano, anche ricorrendo all’assassinio della guida suprema Khameney.

 

Nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto. La risposta dell’Iran è stata molto superiore a quanto il tracotante leader israeliano si aspettasse e Israele è stato tempestato dai missili iraniani altamente tecnologici senza che la tanto decantata difesa antimissile fornita dagli USA (dall’Iron Dome ai missili Arrow) riuscisse ad assicurare un’efficace difesa.

Alla fine Netanyahu è stato costretto ad accettare la tregua imposta dall’amico Trump, che aveva evidentemente già fatto la sua “bella figura” di bullo internazionale bombardando in modo spettacolare (ma con risultati obiettivamente molto modesti) i siti nucleari iraniani con le sue super-bombe. Però Trump evidentemente non aveva intenzione di proseguire nell’attacco, sia perché frenato dalla sua stessa base elettorale cui aveva promesso un avvenire di pace e di rilancio dell’economia USA (“America first” !), sia perché preoccupato dalle possibili conseguenze.

Alla marcia indietro di Trump ha contribuito certamente un grande lavoro diplomatico sotterraneo guidato dalla Cina e soprattutto dalla Russia, che è rimasta costantemente in contatto con la dirigenza iraniana e contemporaneamente con la dirigenza USA attraverso contatti diretti e indiretti tra Putin e Trump. L’atteggiamento fermo ma responsabile della Russia e quello altrettanto deciso ma responsabile dell’Iran hanno convinto Trump a compiere il passo spettacolare di annuncio di una tregua concordata. Netanyahu è rimasto da solo con il cerino acceso in mano e ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco.

Ora il problema è assicurare il proseguimento della tregua frustrando eventuali provocazioni (specie da parte di Israele). Le trattative sul nucleare civile iraniano dovrebbero riprendere con l’Iran in una posizione solida, visto che risulta che tutte le scorte di uranio arricchito e le stesse apparecchiature tecnologiche nucleari, ed anche tutto il personale scientifico, erano stati spostati e messi in salvo prima del super-bombardamento, in gran parte solo spettacolare, dell’aviazione USA.

Purtroppo rimane sul tappeto la drammatica questione palestinese. Gli Israeliani continuano a colonizzare la Cisgiordania e soprattutto continuano a sterminare la popolazione di Gaza, affamandola con il divieto di ingresso dagli aiuti internazionali e dell’ONU, negando ogni assistenza medica, finendo di distruggere ciò che resta degli ospedali e delle scorte di medicinali e attrezzature cliniche, uccidendo senza pietà almeno 50/100 persone al giorno nei luoghi in cui viene distribuita qualche insufficiente briciola di cibo da parte di organizzazioni controllate dal governo israeliano.

Compito dei democratici sinceri di tutto il mondo è quello di por fine a questo scandalo che sarà ricordato come una vergogna per tutta l’umanità.


*Roma, 24 giugno 2025

 

Autore: Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi

Vincenzo Brandi: ex ricercatore scientifico all’ENEA nel settore energetico, ora in pensione, negli anni ’50 e ’60 aveva militato nella FIGC e nel PCI. Dopo l’uscita dal PCI ha partecipato alle lotte del ’68 essendo uno dei leader della contestazione ed occupazione dell’ENEA. Ha militato poi in Lotta Continua e più recentemente nel PRC da cui si è allontanato per gravi divergenze con la linea di Bertinotti. E’stato tra i fondatori del Comitato No NATO insieme a Giulietto Chiesa e Manlio Dinucci. Attualmente è presidente del gruppo G.A.MA.DI (Gruppo Atei Materialisti Dialettici), membro del gruppo NO WAR e del Comitato con la Palestina nel Cuore. Partecipa al Coordinamento Palestina ed al Coordinamento No NATO

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