Renzi, questa volta il popolo italiano deve essere chiamato ad esprimere un giudizio prima della firma del TTIP

Renzi, questa volta il popolo italiano deve essere chiamato ad esprimere un giudizio prima della firma del TTIP

Per il flagellatore dei lavoratori l'area di libero scambio con gli Usa non poteva non essere "una scelta strategica"

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Apprendiamo dall'Ansa che: "Ogni giorno che passa è un giorno perso: il semestre italiano può essere l'occasione per un salto di qualità e uno scatto in avanti" nell'accordo Ttip tra Ue e Usa. Lo ha detto il premier Matteo Renzi a un convegno a Roma nell'affermare "l'appoggio totale e incondizionato e totale del governo italiano". Si tratta di una scelta strategica". 
 
Per la maggior parte degli italiani queste quattro lettere non significano molto. Del resto qualcuno vi sta informando sul cosiddetto TTIP? Quegli inutili talk show che occupano militarmente l'etere italiano per assopire le masse con il gossip trash politico vi hai mai dedicato un approfondimento? Eppure la nostra vita futura, o meglio la conservazione degli ultimi diritti sociali che ci sono rimasti, dipende in maniera decisiva dalla firma di quest'accordo che il nostro premier definisce una “scelta strategica”. 
 
Il TTIP, acronimo di Transatlantic Trade and Investment Partnership, è l'immensa area di libero scambio tra l'Unione Europea gli Stati Uniti che si sta negoziando perlopiù segretamente. Vi dicono che grazie a questa “Nato economica” diminuiranno i prezzi dei prodotti di consumo e aumenteranno i posti di lavoro. Ma pensateci un momento, è esattamente quello che la Commissione europea e Romano Prodi vi dicevano prima dell'introduzione dell'euro. Vi fidate ancora? Direte: ma almeno questa volta indiranno un referendum per chiedere ai noi cittadini un parere su una questione così rilevante per il nostro futuro? Se ci informassero a dovere sarebbe il minimo che chiederemmo...
 
Ma chi è che vuole il TTIP? A pretenderlo (loro non chiedono) sono le multinazionali e le grandi corporations americane, come per esempio la Monsanto, per annullare le garanzie nazionali in tema di ambiente e sanità, oltre ad aver gli strumenti per citare in giudizio i singoli stati dell’Unione Europea se si rifiuteranno di importare, ad esempio, i prodotti OGM. Per farlo, la Monsanto e le altre multinazionali potranno sfruttare il meccanismo investor-state dispute settlement (ISDS), una serie di regole standard per i trattati commerciali che verrebbero inglobate anche nel TTIP. Laddove l'ISDS è in funzione i procedimenti legali vengono risolti con audizioni che si svolgono a porte chiuse, i giudici sono avvocati aziendali, molti dei quali lavorano per le stesse società che agiscono in giudizio. I cittadini e le comunità colpite non hanno possibilità legale di impugnare le decisioni. Non vi è alcun diritto di appello nel merito del caso; anzi, queste giurie possono rovesciare la sovranità dei Parlamenti e le sentenze delle corti supreme. Un esempio tra i tanti: durante la crisi finanziaria, l'Argentina ha imposto un congelamento alle tariffe dell'energia e dell'acqua. Il paese è stato citato in giudizio dalle società dei servizi internazionali e, per questi "crimini", l'Argentina è stata costretta a pagare più di un miliardo di dollari di risarcimento. "Quando mi sveglio la notte e penso ad un arbitrato, non finisco mai di stupirmi che gli Stati sovrani possano aver firmato questo tipo di accordi... A tre individui privati è affidato il potere di rivedere, senza alcun limite e senza possibilità di appello, tutte le azione dei governi, tutte le decisioni dei tribunali, e tutte le leggi di regolamentazione emanate dal parlamento". Sono le parole di un giudice di uno dei “tribunali” che George Monbiont ha riproposto recentemente sul Guardian
 
Visto quello che ci aspetta con l'introduzione di quest'accordo, il flagellatore dei lavoratori Renzi non poteva perdere l'occasione di dichiarare che la ratifica del TTIP è una delle priorità del semestre di presidenza italiana a Bruxelles. E' necessaria una rivoluzione copernicana di approccio che deve partire da una presa di posizione collettiva: dobbiamo passare dall'imposizione forzata della libera circolazione dei capitali e delle merci a quella delle idee e dei diritti. Ovunque, anche se questo dovesse comportare la rinegoziazione di accordi già firmati. Il tessuto economico dell'Italia è composto di piccole e medie imprese che avevano fatto diventare il nostro paese la sesta potenza mondiale, per poi essere stritolate in un genocidio senza fine dalla logica neo-liberista e neo-coloniale dell'attuale globalizzazione, che non lascia spazio ulteriore se non alle grandi multinazionali. Quel genocidio deve finire e il flagellatore Renzi va fermato quanto prima. Il popolo itialiano deve essere chiamato ad esprimere un giudizio sul TTIP prima della sua firma.

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