BibiDonald: una simbiosi assassina
di Patrizia Cecconi
BibiDonald: una simbiosi assassina Qualcuno ha gettato vicino a un cassonetto un libro di scienze. È lì, a terra, aperto alla pagina che spiega la simbiosi tra il paguro Bernardo, piccolo crostaceo indifeso che vive in una conchiglia, e la bella attinia, fornita di centinaia di petali urticanti che la proteggono dai nemici. Il paguro si muove agilmente ma può essere facile preda non avendo altro che due piccole chele. Quindi lei, l’attinia, posizionandosi sulla conchiglia del paguro, diventa la sua milizia armata.
Un’occhiata a quella pagina abbandonata a terra risveglia antiche reminiscenze scolastiche e queste suggeriscono facili paragoni con l’umano. Spostando lo sguardo dalle bellezze dei fondali marini alle brutture umane, attinia e paguro sembrano la metafora del rapporto, non positivo ma criminale, USA/Israele e, nella fase attuale, la perfetta simbiosi tra un potente bullo dispotico e truffaldino e un assassino seriale. I due si sostengono a vicenda e le loro azioni criminali restano impunite. Non serve uno studioso di geopolitica per capire che un piccolo Stato, peraltro nato e cresciuto sull’illegalità, non potrebbe portare distruzione e morte a livelli demoniaci senza trovare ostacoli se non vivesse in simbiosi con chi ha tanto potere da consentirgli di fare tutto il male possibile a costo zero.
Per evitare fraintendimenti che possano oscurare l’originario progetto sionista attribuendo solo agli attori ultimi ogni responsabilità, specifichiamo che i simbionti sono USA e Israele e non semplicemente i loro due ultimi delinquenziali rappresentanti, sebbene questi siano riusciti a incarnare il livello più alto di criminalità e di perversione morale, politica e militare possibile, facilitati – è bene ricordarlo – dal sostegno, mai venuto realmente meno, di quell’esercito mediatico e di quei governi vassalli che rappresentano il nutrimento dei due simbionti, esattamente come gli avanzi di cibo sparsi in mare assicurano la sopravvivenza del paguro e della bella attinia.
Gli ultimi eventi bellici contro l’Iran, precisamente l’aggressione israeliana del 12 giugno prima e quella statunitense del 22 giugno poi, rappresentano l’ennesima palese violazione di ogni norma del diritto internazionale configurandosi come azioni terroristiche, eppure vassalli e asserviti vari non sono riusciti a dire chiaramente che gli USA hanno commesso un gravissimo crimine trascinati al guinzaglio dal criminale di Tel Aviv. Anzi, al contrario, la manipolazione della realtà si è servita della ripetizione compulsiva e generalizzata dell’imposizione suprematista dettata da Israele: “l’Iran non dovrà mai avere la bomba atomica”, affermazione con la quale politicanti di vario orientamento e opinion maker senza vergogna hanno giustificato gli attacchi terroristici ai danni della Repubblica islamica iraniana.
Ci si chiede in base a quale “superiorità etica” qualcuno possa decretare tale divieto verso uno Stato sovrano visto che l’atomica è posseduta da Israele, Usa, Gran Bretagna, Russia, Francia, Cina, India, Pakistan e Corea, senza parlare dell’Italia che pur non avendone di proprie ne ospita “solo” alcune decine sparse tra le 120 basi Usa dislocate sul nostro territorio. Basta un filo di onestà intellettuale per capire che la storia dell’arricchimento dell’uranio, seppur reale, era solo un pretesto per tentare di distruggere l’Iran, perché in realtà non presentava alcun pericolo di costruzione dell’atomica in tempi brevi, come dichiarato tardivamente ma reiteratamente dallo stesso direttore dell’AIEA.
In realtà ci si trova ancora una volta in una situazione che ricorda l’antica favola del lupo e dell’agnello dove gli aggressori parlano come aggrediti e chiedono al mondo di essere sostenuti come se i loro crimini fossero nobili e coraggiose azioni di difesa esistenziale. Così, uno Stato illegalmente nucleare come Israele, che non permette ispezioni dell’AIEA, che non ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare, che si macchia ripetutamente di crimini orrendi in giro per il mondo, e in Palestina in particolare, può permettersi di bombardare e far bombardare un altro Stato a titolo preventivo, accampando un fasullo diritto alla difesa pur essendo l’aggressore, senza subire sanzioni da parte degli Organismi internazionali ma, anzi, ottenendo addirittura il plauso da istituzioni conniventi. In questo modo, ancora una volta, si priva di ogni legittimità il Diritto che, solo per ipocrisia, viene strumentalmente citato, peraltro come parola vuota di contenuto e, al suo posto, si pone la forza, quella che si moltiplica con le opportune alleanze le quali, per restar nella metafora, assumono la configurazione di simbiosi assassine.
Mezzi d’informazione, politici e politicanti europei, quali il quotidiano britannico Times, il cancelliere tedesco Merz, o il segretario generale della NATO Mark Rutte, solo per citarne alcuni, hanno brillato per volgare piaggeria, il primo scrivendo che “Colpendo il regime di Teheran, Israele ha fatto un favore alla comunità internazionale.” Il secondo dichiarando che “Israele sta facendo il lavoro sporco a beneficio di tutti noi” e il terzo, superando anche la più ruffiana piaggeria con melensi messaggi adulatori e oltrepassando il senso del ridicolo, ha definito Trump “un paparino che a volte deve alzare la voce.” Forse per quella forma di vassallaggio che ottunde la mente o, forse, per calcoli d’altra natura, sembra che la maggior parte dei rappresentanti istituzionali non si stia rendendo conto che l’entità sionista incarnata nello Stato ebraico e il suo simbionte, ci stanno trascinando verso una guerra globale. Forse le dichiarazioni da spaccone d’osteria con cui Trump si è vantato di aver chiuso la guerra tra Israele e Iran dopo i suoi illeciti bombardamenti, sono sufficientemente rassicuranti per sudditi e vassalli. Forse l’orrendo genocidio in corso a Gaza e i molteplici omicidi, abusi e devastazioni in corso in Cisgiordania con la benedizione statunitense sono solo dettagli di poco conto!
Gli opinion maker che fungono da megafono alla narrativa dominante si sono ben guardati – tranne rare e dignitose eccezioni - dal porre l’accento sull’illiceità di bombardare siti nucleari, azione vietata dalla convenzione di Ginevra, esattamente dai protocolli aggiuntivi del 1977, dando ulteriore prova che dove vince la forza le ragioni del diritto scompaiono. E loro, come sempre, si adeguano. Per chi ha memoria breve ricordiamo che il sempre in-punito Israele già nel 1981 e poi nel 2007 bombardò un reattore iracheno e un reattore siriano definendoli attacchi preventivi di autodifesa, termine magico che conferma lo stato di eccezione e il privilegio di impunità di cui gode il piccolo Stato ebraico che con i suoi circa 8 milioni di abitanti tende a imporsi direttamente o indirettamente su circa 8 miliardi di esseri umani.
Con le sue almeno 90 testate nucleari, senza aver mai aderito al Trattato di non Proliferazione Nucleare, senza aver mai permesso le ispezioni dell’AIEA, ottiene dai suoi complici mondiali il placet per bombardare l’Iran che regolarmente accordava le ispezioni dell’AIEA che solo ora ha deciso di non consentirne più visto il ragionevole dubbio che forse proprio da lì sono usciti i nomi degli oltre 15 scienziati che lo Stato ebraico ha fatto assassinare. Ma ora Trump, che nel denaro vede il più convincente degli argomenti, ha deciso di offrire all’Iran un cospicuo capitale in cambio di una ripresa dei negoziati (gli stessi che proprio lui interruppe nel suo primo mandato) e non c’è da stupirsi se le istituzioni iraniane rifiutano ogni accordo visto che del tycoon ci si può fidare come di un baro da saloon che se cambia idea rovescia il tavolo potendo contare sul suo – per ora assoluto – potere. Se l’Iran non accetterà e manterrà la decisione di uscire dal Trattato di non proliferazione richiamandosi all’art. 10 del Trattato stesso che consente il ritiro nel caso in cui “eventi straordinari abbiano messo in pericolo gli interessi supremi dello Stato”, avrà le mani libere e potrà procedere alla realizzazione della bomba atomica preoccupandosi solo di rinforzare le sue difese per evitare attacchi nemici finché, avendo finalmente la sua arma nucleare, potrà usarla come deterrente, al pari di Corea del Nord, Francia, USA ecc ecc. Se andrà così sarà semplicemente la conseguenza delle azioni terroristiche della simbiosi assassina. E la miserevole UE, che per sudditanza acefala verso gli USA ha deciso di aumentare le spese belliche dichiarando che il maggior armamento è un deterrente verso la guerra, cos’avrà da opporre senza contraddire la sua stessa logica? La Meloni, che ha scomodato l’antico Vegezio del “si vis pacem para bellum” per convincere italiani ed europei che per mantenere la pace bisogna armarsi, con quale faccia, se non quella della serva che sfida anche il ridicolo per servire il suo padrone, potrà obiettare all’eventuale decisione (peraltro mai espressa, ma anzi negata) dell’Iran di fornirsi di un’arma di deterrenza?
Di sicuro, qualunque scelta faccia, la Repubblica islamica dell’Iran non potrà contare sull’approvazione di politici, politicanti e opinion maker italiani ed europei, salvo pochissime pregevoli eccezioni. Questa è una facile previsione visto che non abbiamo notato alcun turbamento, né di natura politica, né morale, neanche da parte delle anime belle che invocano la nonviolenza, per le decine di vigliacchi omicidi di scienziati, assassinati esattamente perché scienziati nucleari. Cosa avrebbero detto quelle anime belle se fosse stato assassinato il nostro Enrico Fermi che lavorava al progetto che si sarebbe concretizzato in una delle più disumane azioni statunitensi contro la popolazione civile di Hiroshima e Nagasaki? O se fosse stato assassinato Oppenheimer, direttore scientifico del progetto nucleare statunitense, al quale è stato anche dedicato un film? Ma no, i nonviolenti a senso unico, guidati dal pifferaio magico del momento stanno agitandosi per le condanne a morte comminate alle spie del Mossad identificate, purtroppo in ritardo, processate e condannate alla pena capitale. Per i nonviolenti a senso unico la condanna a morte con processo, probabilmente sommario sì, ma sempre processo, è cosa riprovevole, mentre gli omicidi mirati commessi da Israele o dal suo sodale d’oltre oceano, senza processo, senza il minimo rispetto per l’habeas corpus, quindi veri e propri omicidi, vengono accettati senza riprovazione. Sono normalizzati e non producono né sgomento né tantomeno condanna, né sono in grado di mostrare – grazie alla manipolazione degli asserviti mediatici – il vero volto di Stato terrorista degli Stati che ne fanno abituale uso e che ancora vengono definiti “democratici”. È la forza di cui dispone la simbiosi assassina USA/Israele, trovando alimento nel mare della connivenza in cui nuota, libera da impedimenti internazionali di organismi ormai decomposti. Prosciugare quel mare è l’unica azione che può salvare l’umanità da una prossima devastante guerra globale. Resta in sospeso una domanda: chi si occuperà di farlo? I popoli di oltre mezzo mondo lo chiedono, ma la forza delle piazze non basta, quel che serve è rompere la complicità dei governi con la simbiosi assassina prima che sia troppo tardi.
*Roma 28 giugno 2025