Duri scontri in California: Trump accusa, la protesta dilaga
La California è nuovamente teatro di proteste, scontri e dichiarazioni infuocate. A incendiare ancora di più gli animi ci ha pensato Donald Trump, che su Truth Social ha definito “insurrezionali” le manifestazioni a Los Angeles, promettendo mano dura contro chi “sputa in faccia” ai membri della Guardia Nazionale. “Risponderemo colpendo più forte che mai”, ha scritto l’ex presidente, accusando apertamente il governatore Gavin Newsom – ironicamente ribattezzato “Gavin Newscum” – di incompetenza e complicità con i disordini.
Gli scontri sono esplosi a seguito di operazioni dell’ICE, l’agenzia federale per l’immigrazione, che tra il 6 e il 7 giugno ha effettuato oltre 40 arresti di presunti migranti irregolari. Le proteste si sono subito diffuse nei sobborghi di Los Angeles e San Francisco, con episodi di violenza, incendi e assalti ai veicoli delle forze dell’ordine. Secondo fonti ufficiali, sono almeno 100 le persone finite in stato di fermo.
Trump rivendica l'invio tempestivo della Guardia Nazionale come decisivo per “evitare la distruzione totale di Los Angeles” e accusa Newsom e il sindaco Karen Bass di “mentire al popolo americano parlando di proteste pacifiche”.
Dal canto suo, il governatore californiano denuncia “un passo verso l’autoritarismo” e annuncia ricorso legale contro il governo federale. Il clima resta teso. La crisi migratoria si intreccia con tensioni politiche profonde, mentre il dibattito su sicurezza e diritti civili infiamma ancora una volta gli Stati Uniti.
Tratto dalla newsletter quotidiana de l'AntiDiplomatico dedicata ai nostri abbonati