"Essere russi". Faina Savenkova contro la russofobia verso i bambini in Europa

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"Essere russi". Faina Savenkova contro la russofobia verso i bambini in Europa

 

Il Consiglio presso il Presidente della Federazione Russa per lo Sviluppo della Società Civile e dei Diritti Umani ha esortato i difensori europei dei diritti umani a reagire al brusco aumento della russofobia nell’Unione Europea.

Da quando la Russia ha iniziato l’operazione speciale militare nel Donbass per demilitarizzare e denazificare l’Ucraina in Europa prende sempre più vigore il vortice della retorica anti russa, accompagnato da un pauroso aumento di atti diretti di umiliazione e violenza contro i cittadini della Russia. 

Solo per citare alcuni sconcertanti episodi accaduti: in una scuola di Berlino il maestro ha appeso le fotografie dei bambini russi sulla “lavagna della vergogna”, in Gran Bretagna ad un alunno il maestro ha fatto un interrogatorio su Putin e le sue azioni in Ucraina. Nei social si legge di come gli studenti russi vengono cacciati dalle lezioni a Praga. Tutto ciò in base a ciò che sembra essere un nuovo principio in Europa: la discriminazione verso i russi.  Tutto ciò va a cozzare contro i principi e valori umani dell’Europa, dove vige il divieto di ogni discriminazione in base alla nazionalità. Ma prendersela anche con i bambini è senz'altro il punto più basso a cui poteva arrivare questa umanità.

 

Faina Savenkova, la piccola scrittrice di Lugansk, Donbass, sente il bisogno di esprimersi su come ultimamente in Europa vengono trattati i bambini russi.

Ecco la mia traduzione del suo testo:

 

Essere russi.

L'operazione militare nel Donbass ha diviso il mondo. Penso che a questo fossero preparati in molti, se non tutti.  Ma in questa storia c’è una categoria di persone di cui non si usa parlare. Ciò che fa meraviglia è che non sono nemmeno gli abitanti del Donbass.

Potrà sembrare strano, ma le vittime principali di questo odio generale del mondo occidentale sono diventati i bambini. I bambini russi che vivono al di fuori dei confini della Russia e che si sono scontrati con il bullismo solo per la loro origine. Non voglio alludere a niente, ma c’è motivo di soffermarsi a pensare se l’Europa è davvero così tollerante e democratica come vuol sembrare.

Non voglio incolpare nessuno, né dissertare su complessi temi. Voglio solo sostenere i ragazzi che si sono trovati in una situazione spiacevole, così come loro hanno fatto tempo fa con me.

Tutti noi abbiamo dovuto conoscere troppo presto che il mondo è crudele e ingiusto e che la vita a volte è piena di dispiaceri. Fa ancora più male se tutta questa crudeltà e ingiustizia è indirizzata contro di te solo per il fatto che tu ti distingui per la tua origine, il cognome o il colore della pelle. Così non deve essere, però tutto questo c’è.  Comunque, la scelta di come comportarci spetta sempre a noi. Ci si può disperare, questo è comprensibile e penso che nessuno si indigni per questo, a volte siamo deboli. Questa è la scelta più semplice.  Ma si può cercare di non perdersi d’animo, che è molto più difficile, anche perché l’atteggiamento degli altri verso di te non cambia.  Ma può cambiare se tu, col tuo esempio dimostri cosa significa essere russo, - che non riguarda l’”aggressività”. Essere russo - significa avere innato il senso della giustizia, bontà, saper superare tutte le difficoltà, aver la capacità di fare l’impossibile per realizzare il proprio sogno.  Essere russi – significa avere la forza d’animo.

 

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

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