Europlot Daily – 15 maggio 2018

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Israele-Palestina: La rabbia e la violenza 
Durante la giornata di apertura della nuova ambasciata USA a Gerusalemme decine di migliaia di manifestanti palestinesi e militanti di Hamas hanno partecipato alla sollevazione marciando verso il confine Gaza-Israele. La reazione israeliana ha causato 55 morti e 2.700 feriti palestinesi. L'Autorità Nazionale Palestinese accusa Israele di aver trasformato una protesta pacifica in un massacro, Hamas promette vendetta nella nuova sollevazione prevista oggi, anniversario della Nakba del 1948. Ci saranno altre vittime. Tel Aviv si difende dalle accuse parlando di autodifesa contro azioni violente e minaccia di eliminare i capi di Hamas se le manifestazioni proseguiranno. Stamattina è morta anche una bambina rimasta intossicata dal gas. L’editoriale di Gideon Levy per Haaretz e tradotto da Internazionalespiega con rammarico come i fatti degli ultimi anni abbiano dimostrato a Israele che la politica della violenza e della forza funziona perché lo stato ebraico continua a restare impunito dal diritto internazionale.
 
Iraq
Moqtada Al Sadr è il vincitore inatteso delle elezioni in Iraq. Al Sadr è uno sceicco sciita simbolo della resistenza contro gli americani, ma nonostante sia uno sciita è ostile all’espansionismo iraniano nel suo Paese e ha stretto relazioni con l’Arabia Saudita del principe Bin Salman. Il candidato preferito dall’Iran, Hadi al Amiri, dovrebbe arrivare secondo. Terzo il premier uscente Haider al-Abadi.
 
Siria

Oggi ad Astana tornano a incontrarsi i rappresentanti di Russia, Turchia e Iran insieme all'inviato Onu Staffan de Mistura per discutere della soluzione alla crisi siriana. Come sempre, il problema è che al tavolo mancano gli USA.
 
Dazi USA-Cina
La Casa Bianca ha rimosso il blocco di 7 anni all’acquisto di componenti all’azienda cinese ZTE che aveva imposto poco tempo fa. In cambio, il governo di Pechino sarebbe pronto a rimuovere le tariffe sui prodotti agricoli importati dagli USA.
 
L’euro ha tre nuovi fan
Romania, Bulgaria e Croazia vogliono entrare nella zona euro. La Bulgaria, il Paese più povero dell’Ue, è quello che sta facendo i passi avanti più decisi avendo già fissato il valore del lev a quello dell’euro con l’obiettivo di aderire già quest’estate al meccanismo di cambio. La Croazia prevede di passare alla moneta unica in cinque/sette anni, mentre la Romania deve ancora rivelare le sue scadenze. L’idea per tutti e tre è conquistare più fondi comunitari del prossimo MMF visto che è prevista una certa attenzione ai Paesi della zona euro.
 
Primi veleni in vista del nuovo budget europeo
Ieri i ministri dei paesi Ue si sono riuniti a Bruxelles per parlarne, come previsto si litiga. La Polonia non sopporta di essere messa sotto esame sull'applicazione dello stato di diritto. Portogallo e Paesi baltici sono irrequieti per i tagli ai fondi per l’agricoltura e la Germania ha ricordato a tutti che paga più di tutti gli altri. Günther Oettinger, il commissario che deve mediare con gli stati membri, ha detto che sta cercando di trovare una via di mezzo che accontenti tutti. 
 
Catalogna
L'indipendentista 55enne Quim Torra è stato eletto nuovo Presidente della Catalogna. Fedele al leader in esilio Puigdemont, Torra ha confermato l’intenzione di costruire una repubblica catalana indipendente. La battaglia continua. 
 
Il monito di Dombrovskis all’Italia
Arriva il richiamo europeo al rispetto delle regole e alla disciplina di bilancio in Italia, che potrebbe essere messa a rischio da programmi di M5S e Lega quali l'abolizione della riforma pensionistica o misure di manica larga sul sostegno contro la povertà. A parlare è stato Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione.  

Morti sul lavoro
Ancora vittime. Un operaio di 56 anni è morto dopo essere stato colpito da una pesante lastra metallica nei cantieri navali del gruppo Antonini a La Spezia. Da gennaio sono 255 i morti sui luoghi di lavoro in Italia, il Veneto la regione con più vittime.


Federico Bosco
 

 

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