Il business della salute

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Riportiamo stralci di un articolo del 28 febbraio 2020. L’autrice, Gabriela Molina Galindo, fa parte del Movimiento ecologista venezolano (Moven).

 (traduzione di Marinella Correggia)
 

L’originale è stato pubblicato su: Redradiove.com

 

 

di Gabriela Molina

 

Ogni giorno muoiono almeno 25.000 bambine e bambini di meno di cinque anni per malattie evitabili. Sono 55 milioni i bambini in stato di sottonutrizione acuta, e 19 milioni ne soffrono in forma grave. Ogni anno, per questa causa muoiono 3,5 milioni di bambini. Fanno 10.000 ogni giorno. L’acqua contaminata provoca malattie intestinali; ne muoiono ogni anno circa 1,5 milioni di bambine e bambini. Inoltre, 2,3 milioni di minori di 15 anni convivono con l’Hiv/Aids. Sono tutti dati Unicef (Fondo delle Nazioni unite per l’infanzia). E sono il risultato di un sistema politico-culturale che si autoproclama vincente: il capitalismo.



 

Perché tutto questo non è stato dichiarato emergenza mondiale? Perché non si fanno vedere campi seminati per combattere la fame, come adesso si mostrano le mascherine indossate per contrastare il coronavirus? Perché non si mettono in quarantena i padroni di Monsanto che riproducono e diffondono la fame in modo più efficiente di un virus?

 

Sarà che non c’è una reale preoccupazione per la vita umana.

 

(…)

 

L’industria farmaceutica e la lobby politica negli Stati uniti

 

La salute può essere un affare? Sì. Lo prova l’intensa lobby politica, soprattutto negli Stati uniti. Le industrie farmaceutiche investono nelle elezioni statunitensi anche per assicurarsi la possibilità di essere autorizzate come monopoli nella commercializzazione di vaccini. Anche in tempo non elettorale, esercitano una forte lobby sulla politica.

 

Nel 2012, le grandi multinazionali farmaceutiche hanno oltre 51 milioni di dollari in donazioni per la campagna presidenziale. Nel 2014 i milioni di dollari sono stati 32 milioni, nel 2016, 10 milioni. In testa a tutti la Pfizer, seguita da Amgen e da McKesson.




 

Ma parallelamente nel 2014 inoltre le imprese farmaceutiche hanno speso 229 milioni di dollari nell’attività di lobby, al momento della discussione, al Congresso, della legge Affordable Care Act, chiamata anche Obamacare.
 

Nel solo 2008, Pharmaceutical Research and Manufacturers of America ha speso per la sua lobby oltre 163 milioni di dollari, più dei gruppi legati al Pentagono come Boeing y Northrop Grumman, più dell’industria del petrolio e del gas (per esempio ExxonMobil) e delle Koch Industries, fra l’altro. Pfizer è fra i primi 25 gruppi lobbistici, avendo speso oltre 101 milioni di dollari dal 2008 a oggi e 9,4 milioni nel solo 2015.

 

Ed ecco la lista dei politici che hanno ricevuto più denaro da parte della lobby farmaceutica mondiale: Barack Obama (democratico): 1.172.954 dollari; Hillary Clinton (democratica): 588.860 dollari; John McCain (repubblicano): 530.813 dollari; Mitch McConnell (repubblicano): 302.092 dollari; Max Baucus (democratico): 277.664 dollari.



 

L’industria farmaceutica è legata al potere politico mondiale. Dovrebbe far riflettere il fatto che chi detiene oligopoli in campo farmaceutico spenda grandi somme di denaro per pagare campagne politiche. Intanto, un numero enorme di persone nel mondo è sottoposto a un bombardamento mediatico terrorizzante, mentre molti altri milioni, in maggioranza bambine e bambini, continuano a morire ogni giorno di malattie evitabili. Nel silenzio più assoluto.

 

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