Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione»

3570
Il fraintendimento più profondo sulla parola «liberazione»



di Francesco Erspamer*

 
Vorrei capire, al di là del richiamo mediatico dell’anniversario, a chi interessa la Festa della Liberazione. A me certamente, ma solo perché credo che commemori la sconfitta definitiva del fascismo mussoliniano e la cacciata degli occupanti tedeschi (l’«invasor» trovato una mattina dal partigiano in «Bella ciao»).

Ma cos’hanno da celebrare quelli che pensano che il fascismo, quel fascismo, sia vivo e vegeto se non perpetuo? Sarebbe come introdurre una festa dell’indipendenza prima di ottenerla o dopo averla persa. Del resto anche chi considera il 25 aprile come un’affermazione della sovranità italiana sta ingannandosi: pur di non parlare tedesco abbiamo iniziato a parlare inglese e dopo aver lottato per affrancarci dalla tutela germanica abbiamo supinamente accettato e mantenuto quella statunitense.

Il fraintendimento più profondo riguarda proprio la parola «liberazione»; allora significava resistenza contro l’oppressore straniero e i collaborazionisti interni, e in quell’aprile fu vittoriosa. Ottant’anni dopo la parola vuol dire deregolamentazione economico-finanziaria e emancipazione individuale: in una parola, neoliberismo. In questa prospettiva a festeggiare, oggi, dovrebbe essere solo la destra, che il suo libero mercato l’ha ottenuto pienamente e facilmente, più di quanto avesse mai osato sperare; piddini e «woke», invece, continuano a lamentarsi che parte della società italiana sia tradizionalista, familista, sessista, ancora eccessivamente cattolica, e poi poco disposta all’accoglienza indiscriminata di migranti e turisti e pertanto xenofoba se non razzista, insomma arretrata rispetto ai paesi in cui le magnifiche sorti e progressive si sono avverate. La loro liberazione è dunque tutt’altro che realizzata: cosa ci vedono nel 25 aprile?

Era un mondo che i tanti vincenti degli anni duemila detesterebbero, troppi vincoli morali e culturali, troppi valori, un senso di appartenenza e di restanza inconcepibile per i cultori dell’innovazione fine a sé stessa, del consumismo compulsivo, dell’utilitarismo come scusa per fare quello che si vuole. Oggi celebro il 25 aprile, ma non per i motivi che trovate sui giornali, nei telegiornali, sugli «asocial».

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale USA: Goodbye Europe!  di Giuseppe Masala Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale USA: Goodbye Europe!

Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale USA: Goodbye Europe!

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani” di Michelangelo Severgnini “Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo? di Raffaella Milandri Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Il (vero) partito della guerra di Paolo Desogus Il (vero) partito della guerra

Il (vero) partito della guerra

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La rimozione dell'esistente di Giuseppe Giannini La rimozione dell'esistente

La rimozione dell'esistente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La realtà è diversa dalle notizie false di Michele Blanco La realtà è diversa dalle notizie false

La realtà è diversa dalle notizie false

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e lo stato di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e lo stato di Israele

Il PD e lo stato di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti