"Interferenze russe", La Stampa svela finalmente le sue "fonti"

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"Interferenze russe", La Stampa svela finalmente le sue "fonti"




“Il Cremlino ha tentato di destabilizzare la democrazia in Italia”. Finalmente Paolo Mastrolilli, fantasioso inviato de La Stampa a Washington, fa nomi e cognomi nel suo ultimo articolo per denunciare la visibilissima interferenza russa nei processi decisionali italiani.

 
Finalmente. Basta “fonti che vogliono restare anonime”. Basta “fonti del GRU secondo quanto riporta una fonte interna al Dipartimento di Stato filtrata dalla Casa Bianca e che vuole restare anonima per ragioni di sicurezza”.  Basta con le “fonti che hanno ascoltato fonti parlare con fonti che hanno visto dossier di hacker russi”.
 

No, finalmente il Mastrolilli svela chi c’è dietro le sue accuse e oggi fa nomi e cognomi dando grande autorevolezza anche ai suoi scritti precedenti su cui vi avevamo già scritto.

 
“I russi sono terribili, quello che fanno con la loro macchina della propaganda. Quando ero ambasciatore passavo un sacco di tempo a correggere le informazioni false che mettevano in giro".
 

Forse non lo ricorderete, ma a parlare oggi a La Stampa è John Phillipps, ex ambasciatore obamiano in Italia. Quando Renzi voleva distruggere la nostra Costituzione con l’endorsment diretto del presidente Obama, dichiarò testualmente:

 
“Una vittoria del No al referendum costituzionale sarebbe un “passo indietro” per attrarre gli investimenti stranieri in Italia”.

 
Interferenze con quel tono minaccioso di chi occupa l'Italia con 113 installazioni militari, decine di bombe atomiche e fa partire droni per bombardare paesi dalle nostre basi, che a La Stampa passano chiaramente inosservate. Quindi chi più di Phillips può parlare di interferenze? E, dopo aver letto l'intervista del Mastrolilli, non riusciamo a smettere di immaginarlo nel suo ufficio a Via Veneto a “passare un sacco di tempo a correggere” per La Stampa (?) articoli che poi sarebbero usciti il giorno dopo puliti, filtrati, senza interferenze chiaramente, nella nostra “libera” stampa.
 
In attesa dell’Obamagate dopo il tracollo tragicomico del Russiagate, ennesima spilletta nella gloriosa collana di fake news del mainstream, Philips e quelle sue “correzioni” potrebbero tornare presto di attualità.
 
Restiamo in trepida attesa.

Intanto, mentre piccoli commercianti italiani, lavoratori, artigiani, partita Iva lottano per una sopravvivenza sempre più utopica, la FCA degli Agnelli, editori de La  Stampa, di Repubblica e ormai monopolisti dell’informazione in Italia, dal loro paradiso fiscale olandese dettano un nuovo ricatto al governo italiano: secondo quanto risulta e scrive oggi Milano Finanza hanno chiesto 6,5 miliardi di euro (altri 6,5 miliardi di euro dei contribuenti italiani loro che le tasse in Italia le eludono) di prestiti a fondo perduto e garantiti per la quasi totalità dalla Sace, quindi con garanzie statali. Soldi, statene certi, che continueranno a essere spesi anche per sponsorizzare “articoli” come questi:



 
E' arrivato il momento di dire basta che dite?

La Redazione

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