Lammert, Bartolone, Boldrini e Di Bartolomeo chiedono "un'Unione federale europea"

Lammert, Bartolone, Boldrini e Di Bartolomeo chiedono "un'Unione federale europea"

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Claude Bartolone, Presidente della Assemblée Nationale (Francia), Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati (Italia), Mars Di Bartolomeo, Presidente della Chambre des députés (Lussemburgo)  e Norbert Lammert, Presidente del Bundestag (Germania)  hanno chiesto un' "Unione federale" europea in una lettera aperta pubblicata sul quotidiano italiano, La Stampa, esortando gli  stati membri a non essere "paralizzati dalla paura" di Brexit , o "le preoccupazioni relative alla prossime elezioni in altri paesi".

Nella lettera, i quattro rappresentanti dei governi dell'UE sostengono che una più stretta cooperazione è essenziale per affrontare i problemi che nessuno stato UE può affrontare da solo, come l'immigrazione, il terrorismo, e il cambiamento climatico. Gli autori della lettera avvertono, inoltre, che il progetto di integrazione europea è attualmente più a rischio che mai, con l'alto tasso di disoccupazione e i problemi legati all'immigrazione che guidano i movimenti populisti e nazionalisti. L'UE deve anche fare i conti con il fatto che, lo scorso giugno, il Regno Unito ha deciso di lasciare il blocco dopo aver tenuto un referendum nazionale, alias Brexit, diventando la prima nazione a scegliere dilasciare l'Ue.

 "Fra meno di un mese, il 17 marzo prossimo, noi Presidenti dei Parlamenti nazionali dell’Ue ci ritroveremo a Roma, come faranno i rappresentanti dei governi, per il sessantesimo anniversario dei Trattati dai quali prese avvio la nostra Unione.  
 
Ma è sotto gli occhi di tutti che la ricorrenza esige ben altro che una semplice rievocazione storica. Il compleanno arriva nella fase più critica mai attraversata dal progetto europeo.

 

In una tale situazione non dobbiamo farci paralizzare dalla paura, né dalle preoccupazioni legate alle scadenze elettorali imminenti in alcuni dei nostri Paesi. Dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi. E cogliere l’occasione dell’anniversario per tornare alla visione e allo spirito dei Padri fondatori e rilanciare la costruzione europea su basi rinnovate. 

 
Noi siamo convinti che di fronte alla crisi abbiamo bisogno di più Europa, anche se dobbiamo affrontare venti contrari. Non possiamo ignorare l’impatto sociale nefasto che le misure economiche e finanziarie hanno avuto su decine di milioni di famiglie. Dobbiamo puntare alla crescita e all’occupazione: l’Europa non può avere nessun fascino per i giovani se non offre loro credibili prospettive di lavoro. Dobbiamo avere il coraggio di condividere sovranità nei tanti settori in cui l’azione dei singoli Stati è ormai del tutto inefficace e destinata a fallire: dal riscaldamento climatico alle politiche energetiche, dai mercati finanziari alle regole per l’immigrazione, dall’evasione fiscale alla lotta contro il terrorismo.  
 
È giunto allora il momento di procedere verso un’integrazione politica più stretta: un’Unione federale di Stati dotata di ampie competenze. Sappiamo bene che la prospettiva suscita anche forti resistenze, ma l’immobilismo di alcuni non può diventare la paralisi di tutti. Chi crede nell’ideale europeo deve poterlo rilanciare anziché assistere impotente al suo lento declino. E gli Stati membri che non vogliono aderire subito a tale più stretta integrazione dovrebbero poterlo fare in un secondo momento."

 

La lettera è stata pubblicata in vista della riunione dei leader parlamentari a Roma il 17 marzo per celebrare il 60 ° anniversario del Trattato di Roma, che ha istituito la Comunità economica europea (CEE). La firma del trattato da parte di sei paesi-Belgio, Francia, Italia, Lussemburgo, Germania occidentale e Paesi Bassi - nel 1957 alla fine ha aperto la strada al Trattato di Maastricht e l'Unione europea nel 1991.

Nel settembre del 2015, Lammert, Bartolone, Boldrini e Bartolomeo hanno anche firmato una dichiarazione che chiedeva una maggiore e più veloce integrazione europea. Tuttavia, una maggiore integrazione europea è sempre più messa in discussione da una serie di partiti euroscettici in tutto il continente, tra cui l'Alternativa per la Germania, il Fronte Nazionale in Francia, e il Partito per la libertà nei Paesi Bassi. Le prossime elezioni potrebbero portare questi partiti più vicini al potere.

Secondo il capo negoziatore per la Brexit del Parlamento europeo, Guy Verhofstadt, l'Unione europea deve essere riformata, o rischia di sparire sotto il fuoco di attacchi interni ed esterni. Sempre Verhofstadt ha delineato i piani per la Commissione europea per diventare un "vero e proprio governo".

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