Le schedature etniche di Salvini e la solita banalità del male

Le schedature etniche di Salvini e la solita banalità del male

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di Giorgio Cremaschi

 

Il ministro degli interni ha proposto la schedatura di tutti gli zingari, poi coloro che sono cittadini delle stato potranno restare, purtroppo ha aggiunto il ministro, gli altri dovranno andarsene. Non è la Germania degli anni anni trenta ma l'Italia del 2018 e ho usato volutamente la parola zingari e non quella giusta, sinti e rom, perché essa descrive meglio l'orrore che viene richiamato da Matteo Salvini. Il quale è impegnato in una accelerata pedagogia reazionaria verso il paese.

I suoi atti e proclami da un lato appaiono semplice esercizio di un potere disciplinatorio. Ma dall'altro alludono e vogliono indurre a ben altro. Bloccare la nave Aquarius è solo un atto esemplare che non ferma le partenze e gli sbarchi e Salvini lo sa benissimo. Ma a lui interessa che la maggioranza della popolazione giunga a volere che tutti i migranti siano affondati in mare, perché se non si ferma l'invasione con le buone si dovrà prima o poi farlo con le cattive. 

Schedare rom e sinti è un atto incostituzionale e per altro privo di efficacia per le espulsioni, visto che la grandissima maggioranza di essi è composta di cittadini italiani e UE che non possono essere espulsi dal paese e gli altri sono apolidi. Salvini anche questo lo sa benissimo, ma vuole che gli italiani alla fine gli dicano che è troppo buono, che gli zingari coi loro bambini che chiedono elemosina o rubacchiano vanno cacciati, non importa dove. 

Sono provvedimenti, quelli di Salvini, che vengono presentati come oggettivi e persino banali. Ma è la banalità del male. Quella che comincia con le schedature etniche nel nome di un più rigoroso ordine sociale e finisce con la stella sul vestito e il numero identificativo tatuato sul braccio. E la popolazione si abitua gradualmente all'orrore, anzi ad un certo punto lo richiede.

Il censimento razziale di Salvini a me fa venire in mente la faccia sorridente della commessa che nel 1938 appendeva alla sua vetrina il cartello: questo negozio è ariano. Non credo che lei fosse consapevole di quello che comportava quel cartello, dell'orrore che annunciava e che ne sarebbe seguito.



Perché quello stesso orrore non si presentava come tale, ma solo come la versione di allora dell'attuale : prima gli italiani. I quali oggi devono ancora essere educati ad accettare e volere tutte le conseguenze infami che quella semplice premessa, prima gli italiani, comporta. 

Sì Matteo Salvini è un reazionario consapevole che sta proponendo al popolo italiano di affrontare la crisi economica, sociale, morale del paese con un nazismo adeguato al terzo millennio. Lo fa con misure che ogni volta spostano più in là il confine dell'orrore, in modo che si giunga al punto in cui tutto possa essere accettato e persino accolto con un sorriso. Lottare per fermare il ministro Salvini è oggi imperativo politico e morale prioritario, prima che l'orrore ci divori.

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