Marco Travaglio - Le Favole di Pinocchia

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Marco Travaglio - Le Favole di Pinocchia


Editoriale di Marco Travaglio 

Fatto Quotidiano, 28 marzo 2025

Prima che l’ennesimo euro-scandalo – gli incontri della lobby israeliana di estrema destra Idsf, mai registrata né autorizzata, con 19 eurodeputati, fra cui la pidina Pina Picierno – diventi la solita disputa burocratica su regole e regolette, è bene andare alla sostanza. Se la vestale del renzismo, del bellicismo e dell’atlantismo (ma solo, coerentemente, fino all’elezione di Trump), riceve i capi dell’Israel Defense and Security Forum con tanto di foto opportunity nel Parlamento europeo di cui è una dei 14 vicepresidenti, il problema politico non è se e come abbia registrato gli incontri. Né che siano avvenuti. Chi mai dovrebbe incontrare quella congrega di fanatici estremisti che teorizzano la colonizzazione illegale della Cisgiordania e reclutano mercenari per le guerre di Israele, se non la Picierno, che in quest’anno e mezzo, col giochino “E allora il 7 ottobre?”, è riuscita a non condannare mai nettamente ed esplicitamente il governo Netanyahu per lo sterminio di 50 mila (almeno) palestinesi a Gaza e a tacciare di antisemita filo-Hamas chiunque lo chiamasse col suo nome? Il problema politico è cosa ci faccia questa signora nel Pd. O, in alternativa, quale credibilità abbia il Pd quando tuona (di rado) o pigola (spesso) contro i crimini di Netanyahu&C. se poi si tiene le Picierno e altri sedicenti “riformisti” per mancanza di riforme. Un altro frequentatore dell’allegra brigata israeliana è il lituano Andrius Kubilius, commissario Ue per la Difesa, e anche lì nessuno stupore: è un altro tifoso del riarmo e non poteva non empatizzare. Ma almeno sta in un partito di destra catto-nazionalista. Non in uno di presunta “sinistra”.

Ma, in questa spettacolare farsa chiamata Europa, capita che la Commissione, cioè il governo, sia composta da Cdu, FdI, Liberali, Verdi e Pse. Infatti continua a sfornare auto-sanzioni alla Russia, ma non s’è mai sognata di discutere e men che meno votare sanzioni a Israele. Neppure per bloccare le forniture di armamenti che Netanyahu usa per radere al suolo la striscia di Gaza, attaccare la Cisgiordania aizzando e armando i coloni più violenti, il Libano, la Siria, l’Iran, lo Yemen e ogni tanto pure l’Iraq. Intanto la Picierno dichiarava con grave sprezzo del ridicolo che “l’Italia non vende armi a Paesi in guerra”. Stilava liste fantasy di putiniani. E riusciva a chiedere, restando seria, “alla Commissione e al Consiglio Ue l’inserimento di Ciro Cerullo, in arte Jorit, tra gli individui sottoposti a sanzioni” perché l’artista di strada napoletano aveva dipinto un murale su Mariupol e incontrato Putin a Mosca per portare messaggi di pace. Invece, per una che incontra i lobbisti delle guerre e delle stragi d’Israele, niente sanzioni. Anche perché dovrebbe sanzionarsi da sola.

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