Palestina: FDLP chiede accelerazione dialogo interno

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Palestina: FDLP chiede accelerazione dialogo interno


di Enrico Vigna 

Il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina ha valutato che la prima fase del piano avrebbe potuto ottenere risultati migliori, se non fosse stato per le lacune create dall'occupazione, che continua a violare il cessate il fuoco, provocando nuovi martiri tra il  popolo gazawita, continuando ad ostacolare i movimenti umanitari ai valichi di Rafah e Abu Salem, con una palese ingerenza nel determinare le quantità e i tipi di merci che hanno permesso di entrare, tra cui limitare il carburante e il gas da cucina, in una intimidazione palese per provocare la delegazione palestinese. Ha comunque ribadito una relativa positività per i risultati della prima fase del piano della Striscia di Gaza, tra cui il cessate il fuoco, il ritorno degli sfollati nelle loro case seppure distrutte, una apertura per gli attraversamenti del flusso di aiuti e lo scambio di prigionieri viventi e alcuni prigionieri morti, stante la situazione precedente.

Il FDLP ha dichiarato: «…Mentre ci prepariamo a entrare nella seconda fase del piano della Striscia di Gaza, è diventato sempre più urgente chiedere un dialogo nazionale interno nella capitale egiziana, il Cairo, per concordare un piano per la fase successiva e i meccanismi e i mezzi per monitorarlo. Sottolineiamo l'importanza di formare una delegazione palestinese unificata, simile a quella del 2014, per rappresentare la Palestina nella seconda fase dei negoziati. Questa delegazione è fondamentale perché deve comprendere richieste rilevanti che riguardano non solo la Striscia di Gaza, ma anche l’intera causa nazionale. Il destino della Striscia di Gaza è inseparabile dal destino della Cisgiordania e della Gerusalemme occupata, e dal destino del nostro popolo e dei suoi legittimi diritti nazionali. Ci troviamo di fronte a una serie di sfide importanti. L'impatto e le conseguenze non si limiteranno alla Striscia di Gaza, al suo destino e al suo futuro, ma influenzeranno anche tutti gli aspetti della causa nazionale palestinese, senza eccezioni. Ciò riguarda necessariamente l'intero popolo palestinese e tutte le sue componenti politiche e sociali senza eccezioni, non solo una fazione o un partito politico.

Il FDLP ribadisce la sua convinzione che la formula di Pechino per la formazione di un governo di unità nazionale, che si occupi di gestire le incombenze nella Striscia di Gaza, accanto ai compiti nella Cisgiordania e nella Gerusalemme occupata, è la formula migliore per unificare una posizione nazionale palestinese e il modo migliore per bloccare eventuali soluzioni alternative o diversive, i cui risultati potrebbero portare alla separazione della Striscia di Gaza dalla Cisgiordania, la disintegrazione dell'integrità territoriale dello stato palestinese, la distruzione di un progetto nazionale, e nuovi sconvolgimenti.

Il FDLP sottolinea che la questione nazionale sta entrando in una nuova fase, diversa dalle fasi precedenti, portando al suo interno importanti e ineluttabili diritti nazionali, questo richiede a tutti i palestinesi di salire al livello delle condizioni che stanno vivendo, e di esercitare lo sforzo necessario per rimuovere gli ostacoli al ripristino di una unità nazionale di posizione e di una visione politica alta, nell’affrontare i compiti della fase, di quello che è stato chiamato ‘il giorno dopo ’ della Striscia di Gaza. I fatti stanno dimostrando che è in realtà ‘ il giorno dopo ’ per la questione nazionale palestinese nel suo complesso…Il FDLP ribadisce che la questione nazionale sta attraversando una fase estremamente pericolosa e delicata, che richiede i massimi livelli di responsabilità nazionale nei confronti del nostro popolo, della sua causa, dei suoi diritti e dei suoi interessi nazionali e del suo futuro”.

Ali Faisal, vice presidente del Consiglio nazionale palestinese e vice segretario generale del Fronte democratico per la liberazione della Palestina, ha denunciato la lettura preliminare della Knesset israeliana sulla legge per l’annessione della Cisgiordania, sottolineando come questa lettura esprima apertamente lo schema del “Triangolo del Terrorismo”, rappresentato da Netanyahu, Smotrich e Ben-Gvir, che costituisce la base del progetto di coalizione di governo fascista da quando è entrato in carica.
“…La legge di annessione della Cisgiordania è una continuazione della giunta fascista nella Knesset e del governo israeliano nella guerra di genocidio politico dei diritti e dell’entità nazionali palestinesi e un colpo di stato contro la legittimità internazionale.

Chiediamo a tutti i parlamenti internazionali, continentali, regionali e arabi di condannare questa lettura e di intraprendere azioni urgenti per fermare l’emissione della legge che annette la Cisgiordania. La Cisgiordania non è un luogo appartenente, per Smotrich e Ben Gvir, ma parte della terra dello stato palestinese che non può essere annessa, giudaizzata o insediata….Questa mozione preliminare non sarebbe stata possibile senza la copertura americana, ed è avvenuta in concomitanza con la visita del vicepresidente degli Stati Uniti Vance allo stato di occupazione, dove ha dichiarato che ‘non avrebbe imposto nulla a Israele’.

La legge di annessione è un pilastro per la costruzione del Grande Stato di Israele, che apre la strada alla formazione del “nuovo Medio Oriente”. Occorre che tutti i paesi presi di mira nella regione, si muovano con urgenza per bloccare questi progetti in difesa dei loro interessi, popoli e sovranità…”.

Ali Faisal, ha invitato le istituzioni internazionali ad agire con urgenza per fare pressione su Stati Uniti e Israele affinché fermino questa ennesima aggressione contro il popolo palestinese e la legittimità internazionale: “…e traducano i riconoscimenti internazionali, concretando la sovranità dello Stato di Palestina su tutti i territori occupati nel 1967, con Gerusalemme come sua capitale, e garantendo il diritto al ritorno dei rifugiati…”.

Faisal ha concluso la sua dichiarazione invitando il Parlamento internazionale di Ginevra a rimuovere la Knesset israeliana dalla sua appartenenza: “…in quanto è un parlamento che legittima l'occupazione, i crimini di guerra, il genocidio umano e politico, la pulizia etnica e la discriminazione razziale contro il popolo palestinese e i popoli della regione, e la sicurezza e la stabilità di tutta la regione”.   

 

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