SARDINE IN MOVIMENTO

SARDINE IN MOVIMENTO

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di Vincenzo Brandi*

Roma 26 novembre 2019 
 
 
Il 12 dicembre vi sarà a Milano una sacrosanta manifestazione nazionale per commemorare la tragica fine dell’anarchico Pinelli, “caduto” misteriosamente da una finestra della Questura di Milano mentre era “interrogato” in relazione alla strage di Piazza Fontana, cui era completamente estraneo, come i fatti successivi hanno ampiamente dimostrato. Questa manifestazione sicuramente non troverà sulla stampa nazionale quella grande risonanza che viene concessa ad altre manifestazioni che riempiono le piazze. Ieri erano quelle dei giovanotti di “Extinction Rebellion” che manifestavano contro l’effetto serra nel nome di Greta. Oggi tutta l’attenzione è concentrata sul movimento delle “Sardine” – propagandato, coccolato ed esaltato da buona parte della grande stampa (tranne qualche giornalaccio di “destra” dichiarata), come ricordava l’amico Fulvio Grimaldi nel suo blog - che scende in piazza contro il “Populismo” ed il “Sovranismo”. Le Sardine invocano presunti valori antifascisti e denunciano imminenti pericoli fascisti, ma sembra che il loro scopo principale sia quello di fiancheggiare formazioni come il PD (e forse in parte 5 Stelle), portando consensi e voti a queste formazioni, e di colpire “ad personam” il demagogo Salvini (ottenendo – ahimè – probabilmente l’effetto opposto).


Manca infatti in questo movimento una chiara valutazione di cosa sia stata realmente la lotta antifascista condotta tra il 1943 ed il 1945 dai partigiani italiani e dagli antifascisti veri, che forse solo chi questa lotta ha condotto sul serio, o ne ha tratto all’epoca tutte le conseguenze, può valutare seriamente. Il regista Pupi Avati, figlio di genitori antifascisti emiliani, in un’intervista radiofonica ironizzava sul movimento ricordando i giorni di terrore di oltre 70 anni fa quando anche gli antifascisti che non partecipavano alla resistenza armata rimanevano nascosti per evitare le rappresaglie delle squadracce.


Mauro Gemma, in un suo articolo sulla rivista “Marx 21” ricordava che le Sardine parlano contro il “sovranismo”, ma ignorano completamente temi come l’imperialismo e le innumerevoli guerre di aggressione scatenate dall’imperialismo (Jugoslavia, Iraq, Afghanistan, Somalia, Congo, Libia, Siria, Yemen, ecc.), gli innumerevoli colpi di stato o tentativi di “golpe”(in Jugoslavia, Costa d’Avorio, Georgia, Ucraina, Venezuela, Bolivia, ecc.), le sanzioni imposte per affamare e portare allo sfascio interi paesi (Siria, Russia, Iran, Venezuela, Cuba …..). Non si pongono il problema di uscita da alleanze aggressive come la NATO che spendono in armamenti, insieme ad altri alleati sparsi per il mondo, oltre i tre quarti delle spese globali per armamenti ed estendono continuamente in avanti le loro linee di pressione militare. Non si pongono il problema di sospendere le ingiuste sanzioni verso paesi indipendenti, né di uscire da un’organizzazione come la UE che ci sta soffocando imponendoci il suo estremismo economico neo-liberista e sottoponendoci alla pressione della finanza internazionale (e contro cui solo demagogicamente si scaglia Salvini col suo finto sovranismo, raccogliendo, però, consensi). D’altra parte i manifestanti non si possono opporre alla politica di PD (ed ora anche dei 5 Stelle, che hanno operato una conversione ad “U” su gran parte dei loro iniziali obiettivi) che continuano a giurare fedeltà ad USA, NATO, UE, che non mettono in discussione lo sfruttamento capitalistico, e che confermano sanzioni a paesi indipendenti e partecipazione ad avventure militari all’estero.  



Un tema in discussione, meritevole di ben altri approfondimenti, è quello dei “migranti” che vede lo scontro tra due demagogie opposte. Da un lato Salvini raccoglie consensi agitando spettri securitari su un sottofondo razzista. Ma, dall’altro lato, le Sardine alimentano una contro-retorica puramente “umanitaria”, senza esaminare le cause e le conseguenze del fenomeno. Non si chiedono se sia giusto che ampi settori di popolazione siano sradicate dai rispettivi paesi, alimentando traffici illeciti di mercanti di uomini, che si prefigura come un moderno commercio di schiavi. Né si pone il problema di che fine faranno i “salvati”, magari chiusi in orribili campi di detenzione, o inviati a fare lavori agricoli con paghe bassissime e condizioni di lavoro pessime, o magari indotti a prostituirsi e delinquere, alimentando istanze securitarie ed odi razziali che la “destra” non fa fatica ad utilizzare.


L’ex esponente della “sinistra” (si fa per dire ….) del PD, Alfiero Grandi (attualmente impegnato nel movimento per una “Difesa democratica della Costituzione”)  in un suo blog dice che il movimento delle Sardine, pur non avendo strategie chiare, può essere utile a bloccare – almeno temporaneamente – la deriva razzista rappresentata da Salvini, e prendere tempo in attesa di una situazione migliore. Chi scrive dubita molto che queste tattiche - la cui strumentalità elettoralistica è evidente: sono alle porte le elezioni in Emilia – possano veramente servire a fermare la deriva salviniana. Anche Grandi sembra avere qualche dubbio quando aggiunge che non basta sottolineare i risultati ottenuti in Emilia dal PD, ma che bisogna dare una risposta al grande disagio sociale su scala nazionale, di cui la destra “sovranista” e (solo demagogicamente) anti-UE si alimenta.


Aurelio Fabiani, rappresentante del gruppo umbro Casa Rossa, nel suo blog invita i rivoluzionari anti-sistema a non prendere le distanze dalle Sardine, ma a cercare di intervenire al loro interno per evitare le evidenti derive a favore del PD (e parzialmente di 5 Stelle) che non portano da nessuna parte. Chi scrive ritiene molto problematico un intervento a nuoto tra le Sardine, vista la superficiale demagogia che caratterizza le piazze dove questi pesci nuotano, e l’evidente strumentalizzazione da parte di forze divenute sostanzialmente conservatrici ed opportuniste come il PD (ed oggi purtroppo anche 5 Stelle, movimento che aveva alimentato qualche speranza). Per ora è utile continuare quel lavoro di informazione e formazione che questa stessa rivista “La Voce” – per cui l’articolo è scritto - ed il gruppo che rappresenta, GAMADI, lavorano da tempo. Senza voler fare la mosca cocchiera ricordo che vari gruppi, blog e riviste cercano di fare lo stesso lavoro, anche con diverse sfumature e magari in polemica tra loro: ricordo, tra gli altri, il blog e le conferenze televisive di Miriam Pellegrini Ferri, le riviste Marx 21 e Contropiano, i blog degli amici Grimaldi e Pagliani, quello di Paolo D’Arpini e quello di Diego Siragusa, il sito “L’Antidiplomatico” e quello di Zambon, Info.civg e OraproSiria, le video-interviste graffianti dell’amico Mario Albanesi, e tanti altri che dimentico o non ho il tempo di citare. Viviamo in tempi difficili sia per l’attacco alle conquiste sociali che per i pericoli per la pace che vengono da forze militariste e neo-coloniali; ma la “vecchia talpa” di Marx scava sempre, ed i crolli del sistema possono essere improvvisi. 


*Pubblicato su gentile concessione dell'Autore

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