Spetta ai tedeschi decidere se vogliono una guerra in Europa

Spetta ai tedeschi decidere se vogliono una guerra in Europa

Le persone che prendono le decisioni di politica estera a Berlino non sono pronte per un compromesso con la Russia

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Difficilmente si può dire che il mondo sta diventando un luogo più sicuro, esordisce Natalia Meden in un editoriale sulla rivista online della Strategic Culture Foundation. A cosa porterà la lotta contro lo Stato islamico? Questa è la questione scottante all'ordine del giorno europeo. Il Ministro degli Interni tedesco Thomas de Maizière stava quasi bluffando quando ha messo in guardia i suoi connazionali del pericolo imminente di atti terroristici commessi sul suolo tedesco. 
 
Migliaia di persone hanno perso la vita mentre la guerra in Ucraina continua. La Bild, il quotidiano tedesco più venduto, ha pubblicato un'intervista con il presidente ceco Milos Zeman, che ha respinto l'idea di fornire all’Ucraina il sostegno che richiede. Forse la redazione del giornale ha iniziato a capire che non era saggio andare fianco a fianco ad un governo che usa la retorica nazista. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha anche rilasciato un'intervista alla Bild dicendo “Io non ho paura di una guerra con le truppe russe”. "Siamo pronti per uno scenario di guerra totale".
 
È stato il generale tedesco Erich Ludendorff a sviluppare la teoria della «guerra totale» dopo la prima guerra mondiale, ricorda la Meden. Il generale ha svolto un ruolo di primo piano come capo militare durante la prima guerra mondiale e poi si è avvicinato ad Hitler. Ludendorff era un ardente sostenitore dell'idea di fare dell'Ucraina uno stato indipendente mentre la guerra stava arrivando alla fine. Non poteva immaginare allora che l'ente statale creato da militari tedeschi avrebbe presto visto la fine della sua ingloriosa esistenza. Il burattino tedesco Hetman (capo di stato) Pavlo Skoropadsky finì la sua vita in Baviera pochi giorni prima della fine della seconda guerra mondiale. 
 
Il progetto geopolitico della creazione dell'Ucraina indipendente al fine di distruggere la statualità russa non era frutto di strateghi statunitensi. L'idea apparteneva a ideologi tedeschi. Tuttavia non bisogna farsi prendere dalle illusioni: le persone che prendono le decisioni di politica estera a Berlino oggi non sono pronte per un compromesso con la Russia sull'Ucraina. 
 
Parlando al vertice del G20 in Australia Angela Merkel ha elencato tre principi fondamentali per definire la politica dell'Unione europea sull’Ucraina: sostegno politico ed economico a Kiev, ricerca dei modi per risolvere la crisi per via diplomatica tenendo colloqui con Mosca e mantenimento del regime di sanzioni contro di essa per il tempo necessario a raggiungere gli obiettivi prefissati. 
 
Le differenze interne alla coalizione di governo tra democristiani e socialdemocratici sembrano più il gioco poliziotto buono/ poliziotto cattivo. I poliziotti buoni socialdemocratici hanno coraggio solo ad offrire una combinazione di misure per influenzare la Russia (Sigmar Gabriel, ministro per gli Affari economici ed energetici e Vice Cancelliere e Presidente del Partito Socialdemocratico). Un altro socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, il ministro degli affari esteri, ha sollevato una domanda ipotetica riguardo i criteri per porre fine al regime di sanzioni contro la Russia. Secondo lui, “è importante che cominciamo a discutere i criteri per allentarele sanzioni”. Forse gli europei avrebbero dovuto pensarci prima di introdurre le misure? 
 
Nel suo intervento a Brisbane la Cancelliera ha detto che l'obiettivo degli sforzi politici occidentali era la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Va notato che la Merkel ha espresso preoccupazione per la minaccia imminente alla sicurezza di Moldova e Serbia. Tali dichiarazioni pubbliche aumentano le tensioni tra la Russia e l'Occidente. Questa retorica sposa l'idea di adottare una «dottrina Monroe per la Nato» o l'espansione dell'area di responsabilità dell'Alleanza al di là dei confini dei membri dell'organizzazione. Ad esempio, il giornalista statunitense James Kirchick scrive in un articolo pubblicato nell'edizione online del Frankfurter Allgemeine Zeitung che la NATO dovrebbe applicare una nuova «dottrina Monroe» per rivendicare l’egemonia sull'Europa orientale e il Caucaso meridionale.
 
Se l'Unione europea seguisse la via indicata da Berlino le possibilità di un compromesso con la Russia sarebbero pochissime. 
 
Wolfgang Ischinger, presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, sposa la strategia dell'aspetta e vedi ma è difficile capire che cosa significhi esattamente. Andrei Beletskiy, il comandante del battaglione punitivo Azov e membro di Pravy Sector, un partito politico ultra-nazionalista ucraino, ritiene che la “missione storica della nazione ucraina in questo momento critico è quello di condurre le razze bianche del mondo in una crociata finale per la loro sopravvivenza. Una crociata contro i subumani guidati dai semiti”. E con tali opinioni è invitato a partecipare al consiglio militare guidato dal primo ministro ucraino Arseniy Yatsenyuk!  Cosa ce ne importa di Beletskiy, vero tedeschi?, polemizza la Meden. Stiamo giocando all’aspetta e vedi!. 
 
I tedeschi dovrebbero decidere se vogliono una guerra in Europa. Dovrebbero pensarci e non dimenticare che gli Stati Uniti perseguono i propri obiettivi.  
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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