Una risposta semplice al partito del MES

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Una risposta semplice al partito del MES



di Paolo Desogus
 

La propaganda per il MES ha raggiunto livelli infimi. Siamo ormai giunti al ricatto morale, alla menzogna spudorata, alla falsificazione delle argomentazioni di chi è contrario. Il partito del MES conta una schiera molto ampia che va da Berlusconi a Bersani, da Confindustria all Cgil. Non mancano nemmeno pezzi della Lega Nord, in special modo quei settori che smaniano per avere nuovi fondi da buttare nel calderone della sanità e fare nuovi profitti sulla pelle del SSN.


Spiace che al partito del MES si siano iscritti anche dei compagni cresciuti nella sinistra e oggi in balia della propaganda di Corriere e Repubblica. Persino gli amici della Striscia Rossa si sono lanciati proprio oggi in articolo demenziale sul MES e su quanto l’Italia deve all’Europa. Anche con loro è inutile discutere. Il loro fanatismo è totale. Chi non capisce che il valore della nostra democrazia e della nostra autonomia politica non può essere scambiato per qualche spiccio, su cui peraltro c’è da dubitare (v. l’intervento di Emiliano Brancaccio su Radio Radicale), è irrimediabilmente perduto.


Contro la propaganda proMES una cosa però la possiamo dire. Una cosa semplice, che certo non farà breccia sui più fanatici, ma sicuramente può essere utile per portare gli indecisi dalla nostra parte. Ebbene, nessuno di chi si oppone al MES vuole rinunciare a 37 miliardi che quel fondo ci offrirebbe come prestito. Nessuno vuole dissanguare il paese. Chi si oppone al MES pensa più semplicemente che sia più saggio reperire quei fondi, 37 miliardi e anche di più, attraverso i normali canali di finanziamento del debito, cioè emettendo titoli che la Bce ha garantito di acquistare sul mercato secondario. Le recenti aste hanno mostrato che questo è possibile. Qualche settimana fa il Tesoro ha venduto 14 miliardi di titoli a fronte di una richiesta per 108. Avremmo cioè potuto incamerare quasi il triplo di quello che ci offre il MES. Basta volerlo, basta lasciar perdere la propaganda neoliberista.

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