Vladimir Putin in difficoltà politiche? L’81% dei russi approva il suo operato

Vladimir Putin in difficoltà politiche? L’81% dei russi approva il suo operato

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Nonostante in occidente, da diversi mesi a questa parte, si continui a scrivere che Vladimir Putin è in evidente difficoltà politiche a causa di un presunto accrescimento del malcontento popolare, dovuto principalmente alla crisi economica che nell’ultimo triennio ha messo in difficoltà la Russia, le cose a Mosca e dintorni sembrano andare esattamente nel verso opposto. Qualche giorno fa vi avevamo parlato degli ultimi sondaggi del Levada Center, che hanno mostrato come il 64% dei russi voglia la rielezione del presidente russo in vista delle presidenziali del 2018. Sondaggi perfettamente in linea con una ricerca uscita oggi e firmata dall’istituto demoscopico VTsIOM, il quale fa segnare anch’essa un trend positivo nella figura di Vladimir Putin.


L’81,6% dei russi, infatti, approvato l’operato del leader del Cremlino. Un dato leggermente altalenante (era all’82,7% a fine marzo e all’80,8% a metà aprile), ma che non scende al di sotto della soglia psicologica dell’ottanta percento, rassicurando e non poco lo staff del presidente russo. Chi soffre invece è Dmitri Medvedv, primo ministro, il quale, dopo le accuse di corruzione lanciate dal blogger Alexey Navalny, mantiene comunque una discreta percentuale di gradimento, attestandosi a un 52,1%, ma nettamente in calo al 54,8% delle precedenti rilevazioni. Con lui va giù anche l’immagine complessiva del governo, che riesce ad avere l’approvazione del 56% dei cittadini, dato nettamente in calo rispetto al 61,5% di fine marzo.  Il livello di disapprovazione del lavoro di Medvedev è salito dal 30,7% al 35,3%, mentre quello del governo dal 28,2% al 31,7%.


Dati che offrono uno spunto di riflessione su quello che sarà il destino dell’attuale primo ministro e dello stesso Putin, anche alla luce del costante aumento di fiducia della popolazione nei confronti di due figure del governo Medvedev che stanno facendo bene, soprattutto a livello internazionale. I due nomi in questione rispondono a quelli di Serghei Shoigu e Serghei Lavrov, rispettivamente ministro della Difesa e ministro degli Esteri. Il livello di fiducia nei loro confronti è aumentato nell’ultimo periodo (soprattutto quello di Lavrov) e molti analisti politici russi considerano il fatto indicativo. Interpellato da Ria Novosti, il direttore generale del Centro per l’informazione politica, Alexei Muhin, si è detto convinto che, se da un lato la fiducia e la simpatia dei russi per il presidente russo non è in discussione, così come la sua posizione politica dominante, dall’altro l’interesse costante verso figure come Shoigu e Lavrov può essere considerato come un tentativo della popolazione di intravedere un possibile successore all’attuale leadership.



Questo interesse, a dire di Muhin, non va sottovalutato, poiché in un modo o nell’altro la popolazione russa sta cercando di vedere quali figure, all’interno della cerchia di Putin, abbiano il maggior supporto del presidente e su quali in particolare bisognerà prestare attenzione in futuro. Sessantuno anni Shoigu e sessantasette Lavrov, nel caso in cui dovessero trovarsi in una posizione di successione rispetto all’attuale leadership, potrebbero seguire lo stesso percorso che ha portato Putin a scalare i vertici del paese, magari subentrando in corsa poco prima delle elezioni. Se non nel 2018, cosa che attualmente appare improbabile, almeno nel 2022, quando Putin avrà settant’anni e ventuno anni di governo sulle spalle. Tanti, anche per chi ha sempre dato di sé l’immagine dell’uomo instancabile e indistruttibile. 

 

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