Intanto la Polonia mobilita lentamente i riservisti dell'esercito
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Riprendendo anche le parole del premier polacco Donald Tusk che, ormai tre settimane fa, aveva avvisato come “il mondo si trova oggi sull'orlo di un conflitto, le cui conseguenze non sono prevedibili... Nessuno in Europa è ben conscio della situazione”, Crispin Blak su The week scrive come almeno 7 mila lavoratori polacchi in Europa hanno ricevuto la chiamata a tornare come riservisti negli ultimi giorni. Le autorità polacche hanno definito la procedura normale “routine”, ma, prosegue Blak, gli uomini hanno confermato come non gli fosse mai stato chiesto prima e di essere consapevoli dell'allarme crescente a Varsavia per la crisi in corso.
Nel peggiore dei scenari possibili, conclude Blak, la Polonia ha certamente i confini più a rischio: Kaliningrad, Lituania, Bielorussia e Ucraina, nessuno di questi confini confida su barriere naturali come fiumi o monti. Si tratta delle linee tracciate da Stalin dopo il suo trionfo ed è normale che i polacchi si sentano vulnerabili.