Così si muore nelle capanne yemenite (grazie anche all'Italia)

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Così si muore nelle capanne yemenite (grazie anche all'Italia)


Da due anni e mezzo i ricchi emirisceicchiresultani del Golfo (sola eccezione l'Oman) bombardano le capanne di terra degli yemeniti. Nemmeno l'Orco cattivo delle favole arrivava a tanto. 


Il 18 luglio scorso, i caccia della coalizione a guida saudita hanno centrato il villaggio di Al Asheerah, vicino alla città di Mawa controllata dagli Houti. Sono morti 18 civili, fra i quali 10 bambini e due donne. Incredibile la loro sfortuna: tre mesi fa, in seguito ad altri attacchi aerei, erano fuggiti da un altro villaggio e si erano accampati in ripari costruiti alla bell'e meglio, proprio ad Al Asheerah. Il campo militare di Al Walid, dove si scontrano gli Houti e le forze pro-saudite, si trova a ben otto chilometri di distanza.


In Yemen queste stragi sono all'ordine del giorno. Come la fame. La sete. Il colera. Eppure l'Italia non ha problemi. Continua a vendere armi ai Saud, che guidano la coalizione di bombardieri. E il ministro degli esteri italiano Alfano incontra senza problemi il ministro degli esteri saudita Jubayr. Avranno parlato dei morti di Al Asheerah, tragedia accaduta solo due giorni prima del loro incontro?


Scommettiamo?

Marinella Correggia

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