I Talebani a Mosca e i soldi degli afgani rubati dagli Usa

I Talebani a Mosca e i soldi degli afgani rubati dagli Usa

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

 

Mosca ha ospitato i talebani, in una visita che ha suscitato qualche agitazione, come da titolo di Dagospia, che dà notizia che i russi hanno “riconosciuto” i talebani, primi nel mondo a dare la patente di legittimità al loro governo.

In realtà, a leggere la nota lanciata da Dago, i russi “riconoscono” solo che i governo ha fatto passi avanti, ma il ministro degli Esteri Lavrov ha detto chiaramente che “il riconoscimento dei governo dei talebani non è sul tavolo” (Reuters).

Solite furbizie della stampa per gettare ombre sul Cremlino, che non sta facendo altro che quel che hanno fatto finora gli americani a Doha, cioè trattare col nuovo governo nella speranza di stabilizzare il Paese, dato che ne temono il collasso, che farebbe dilagare il terrorismo nella regione, investendo gli Stati dell’ex unione sovietica confinanti e la stessa Russia.

La Russia, l’Occidente e i talebani

A lanciare l’allarme in tal senso è stato Putin, il quale ha dichiarato che “i membri del gruppo terroristico dello Stato islamico che hanno combattuto in Iraq e Siria si stanno riversando nel nord dell’Afghanistan” (Itar Tass).

Un pericolo per Mosca, che deve trovare un modo per gestirlo. E sul punto sono essenziali i talebani, che hanno nell’Isis il loro nemico giurato, peraltro già attivo visti i tre attentati che si sono succeduti negli ultimi giorni, che hanno causato centinaia di morti (KunduzKandahar).

Anche in Occidente si sta lavorando per lo stesso motivo, così nell’ultimo incontro tra talebani e americani a Doha e così nel fantomatico G-20 sull’Afghanistan svoltosi il 12 ottobre in Italia.

E così la Cina, che si sta muovendo con prudenza nel trattare con il nuovo governo afghano, cercando di evitare le “trappole” del caso (Global Times), cioè un coinvolgimento affrettato e a rischio nel Paese confinante, dal quale in passato si è infiltrato il terrorismo degli uiguri (che ha innescato la reazione dura di Pechino nello  Xinjiang, abitato da tale etnia).

Per inciso, l’Isis, nel rivendicare l’attacco di Kunduz, ha dichiarato che l’attentatore era di etnia uigura, specifica che ha destato meraviglia perché è la prima volta che l’Agenzia del Terrore dichiara l’etnia di un suo soldato suicida. Probabile che abbia ragione  il South China Morning Post. che spiega tale specifica come una implicita minaccia verso Pechino.

Per tornare all’incontro russo, l’Itar Tass spiega che l’incontro con i talebani non sembra dover dare grandi risultati, anche per il basso profilo della delegazione inviata a Mosca, dato che a guidarla sarà Abdul Salam Hanafi, che “non è una figura molto influente” nel suo Paese (Itar Tass).

Comunque serve a creare un filo di dialogo indispensabile se si vuole tentare di aiutare l’Afghanistan a non collassare. Anche per questo Mosca ha inviato aiuti umanitari, che vanno a sommarsi a quelli promessi dall’Occidente.

Sull’Afghanistan sembra dunque iniziata una corsa tra Occidente e Oriente, che in tal modo se ne contendono l’influenza,  a scapito di una convergenza più produttiva, impossibilitata da una rivalità strategica incolmabile riguardo le sorti del Paese.

I soldi degli afghani in America

Per inciso, a impoverire il Paese è stato il governo fantoccio tirato su dall’America, che ha messo in atto iniziative che hanno esaurito le riserve della banca centrale afghana (Reuters).

I soldi degli afghani sono stati trasferiti ovviamente negli Stati Uniti, dato il filo diretto col loro viceré afghano, che ora detengono più di 9 miliardi di dollari afghani nelle loro banche. Per bocca del Il vice segretario al Tesoro, Wally Adeyemo, gli Usa hanno fatto sapere che quei soldi resteranno nelle loro casseforti (al Jazeera).

Un diniego giustificato dalla necessità di non dare soldi ai terroristi. Ma ad oggi i talebani sono le uniche forze che si frappongono al dilagare dell’Isis in Asia. A complicare la cosa, il fatto che i talebani asseriscano che il congelamento di quei soldi sarebbe contrario agli accordi di Doha, nei quali gli americani avrebbero dato rassicurazioni sulla loro restituzione.

Ipotesi probabile, dato che un accordo era stato trovato, ma tant’è. Una cosa certa è che gli aiuti umanitari inviati dagli Usa saranno detratti da quei fondi, così che un gesto umanitario in realtà, almeno ad oggi, nasconde un furto ai danni del popolo afghano del quale gli Usa si dicono preoccupati.

D’altronde se Biden desse il via alla restituzione sarebbe impallinato, dato che al momento è già sotto processo mediatico per aver ritirato l’esercito americano dal Paese. Se scongelasse quei beni i media direbbero che arma i terroristi (1)…

La politica riserva di queste complessità ed è inutile indugiare su torti e ragioni, nella speranza che si arrivi a un esito positivo. Le pressioni internazionali sui talebani – sia quelle animate da buone intenzioni che quelle strumentali – perché il loro governo sia meno settario devono essere temperate dalla consapevolezza che sia dato modo a essi di rispondervi nel quadro di uno sviluppo della situazione attuale.

L’alternativa, cioè l’aggravio delle pressioni per ottenere un cambiamento per via rivoluzionaria, provocherebbe solo il collasso del Paese e l’insorgenza di un Terroristan nel cuore dell’Asia. A farne le spese non sarebbero solo Cina e Russia, ma anche l’Occidente, come si è visto con l’affermarsi del Califfato in Siria e Iraq.

 

(1) per risolvere il problema si potrebbe conferire i depositi dell’ex governo afgano ad un fondo controllato dall’ONU allo scopo di portare aiuti umanitari alle popolazioni o sostenere progetti volti a migliorare la condizione delle donne. In questo modo i soldi degli afgani tornerebbe ai legittimi proprietari senza il rischio di utilizzi indebiti o pericolosi.

 Piccole Note

Piccole Note

 

Piccole Note è un blog a cura di Davide Malacaria. Questo il suo canale Telegram per tutti gli aggiornamenti: https://t.me/PiccoleNoteTelegram

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Un ricordo di Chávez sul Monte Sacro di Geraldina Colotti Un ricordo di Chávez sul Monte Sacro

Un ricordo di Chávez sul Monte Sacro

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Piantedosi a Bengasi per acquistare nuovi schiavi? di Michelangelo Severgnini Piantedosi a Bengasi per acquistare nuovi schiavi?

Piantedosi a Bengasi per acquistare nuovi schiavi?

La "campagna mediterranea" della Meloni di Pasquale Cicalese La "campagna mediterranea" della Meloni

La "campagna mediterranea" della Meloni

La cooperazione tra Russia e Cuba non si ferma di Andrea Puccio La cooperazione tra Russia e Cuba non si ferma

La cooperazione tra Russia e Cuba non si ferma

Le manovre USA per screditare le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba di Hernando Calvo Ospina Le manovre USA per screditare le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba

Le manovre USA per screditare le Forze Armate Rivoluzionarie di Cuba

Cosa si nasconde dietro la pazzia (calcolata) di Macron di Giuseppe Masala Cosa si nasconde dietro la pazzia (calcolata) di Macron

Cosa si nasconde dietro la pazzia (calcolata) di Macron

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Tassare i ricchi di Michele Blanco Tassare i ricchi

Tassare i ricchi

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti